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S. Marta, la sorella di Lazzaro

29 Luglio 2016 | Filed under: Riflessioni
     

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MARTA

Nel Vangelo di Giovanni (11, 19-27) vediamo che le parti delle due sorelle di Lazzaro si sono invertite: prima era Maria a restare ai piedi di Gesù in atto di adorazione e Marta era più distratta perché lavorava per preparare il pranzo con i servi in onore del Maestro; adesso Maria Maddalena è ferma in casa e non corre ad accogliere il Signore, mentre Marta è vicina a Lui per lamentarsi della morte del fratello Lazzaro.

“Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa”.

Diverso era stato il loro comportamento in precedenza, e San Luca lo presenta accuratamente. «Marta Lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”.

Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”» (Lc 10,38-42).

Perché Maria Maddalena rimane in casa e non corre incontro a Gesù? La morte del fratello Lazzaro l’aveva scossa e con molta probabilità restava a riflettere sulla dissipazione della vita che aveva condotta e di tutti i dispiaceri causati soprattutto a Lazzaro.

In queste circostanze riaffiorano i ricordi che sembravano inesistenti ma nulla si può cancellare della vita passata. Non i ricordi, non gli avvenimenti, umanamente tutto rimane registrato. Solo il Sacramento della Confessione può rimuovere i ricordi dolorosi del passato, perché l’assoluzione cancella tutte le colpe commesse. Anche le più maliziose! Sana le ferite, guarendole.

Rimangono le pene da espiare, ma c’è la gioia dell’anima in Grazia di Dio e niente è più importante di questo.

Marta invece “gli andò incontro”, combattuta su due fronti: voleva dire a Gesù che per lei, Lui rimaneva sempre il Figlio di Dio, nonostante la morte di Lazzaro; inoltre, doveva sfogare tutta la sua afflizione per la morte di Lazzaro, convintissima che se Gesù fosse stato lì, non sarebbe morto. Questa è una grande prova di Fede.

Lazzaro prima o poi doveva morire, ma non era ancora il momento.

Lo aveva stabilito Dio, infatti Gesù trovandosi lontano da Betania e saputo della morte di Lazzaro, non solo non si affrettò a recarsi a Betania ma si intrattenne lontano proprio per fare trascorrere quattro giorni. Erano proprio quattro i giorni per stabilire l’avvenuta morte di una persona, se Gesù si fosse recato anche un giorno prima, i suoi nemici avrebbero inventato che Lazzaro non era in realtà morto.

Ritorno a Maria Maddalena. Rimase seduta in casa nell’atteggiamento di preghiera e non di delusione, era affranta dal dolore e rimaneva abbandonata in Dio, senza abbattersi né recriminare.

È l’atteggiamento della perfetta discepola, non straparla né farnetica, ma accetta l’avvenimento come volontà di Dio.

Poteva pensare che Lazzaro, possedendo una intensa spiritualità, non era stato abbandonato da Dio.

Se Maria Maddalena rimane in casa senza agitarsi, senza recriminare dolcemente con Gesù, come invece ha fatto Marta, “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”, questo è dovuto all’elevata spiritualità raggiunta in poco tempo dall’ex peccatrice pubblica. È il Vangelo a dirlo, le parole sono chiare e presentano una donna che riesce a dominare il dolore intenso e si abbandona alla volontà di Dio.

Discorso diverso è per Marta. Ella era sempre in movimento per la casa quando Gesù si recava a Betania, e preparava da mangiare, ordinava la casa, si preoccupava di continuo di tutto, dava disposizioni, controllava le dispense e… quando pregava?

La spiritualità non profonda ma intensamente piena di amore verso Gesù, si è manifestata proprio nel momento della sofferenza e venne fuori la sua umanità. È vero che un po’ recrimina sull’assenza di Gesù, ma le sue parole contengono una Fede profonda in Lui, quindi, compie un grande atto di Fede.

All’inizio dice un’apparente lamentela: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”. È la manifestazione del rammarico, perché sa molto bene che il Signore poteva compiere l’impossibile e guarire in un attimo Lazzaro. Per questo ella si lamenta, come a dire: Tu che puoi tutto non eri qui presente mentre il tuo carissimo amico moriva.

Dopo questo iniziale rammarico, afferma però quello che veramente avvertiva interiormente e manifesta una grande Fede: “Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”.

Ed erano trascorsi quattro giorni dalla morte di Lazzaro, non si trattava solo di una risurrezione da morte, ma della ricreazione delle parti del corpo consumate dalla decomposizione. Un miracolo ancora più grandi della guarigione dalla lebbra a persone senza più alcune parti del corpo perché consumate dalla malattia. Ma erano vive. Lazzaro era morto da quattro giorni.

Gesù aveva già deciso di risuscitare da morte il caro amico Lazzaro e non sono state le parole di Marta a convincerlo, però ella manifesta una grande professione di Fede in Lui: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”.

Gesù a tutti poni la domanda per suscitare o rafforzare la Fede, è la condizione per l’azione dello Spirito Santo. “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?”.

Crediamo noi fermamente questo e lo professiamo ogni giorno con convinzione?

Nessuno viene lasciato solo se crede in Gesù Cristo. In ogni circostanza Lui rimane accanto ai credenti pieni di Fede e aiuta, protegge, libera!

Padre Giulio


     

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