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Risurrezione – Gesù appare alle pie donne

9 Aprile 2012 | Filed under: Catechesi Liturgica, Pasqua
     

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Escono dal palazzo per raggiungere le compagne. E’ in questo momento che avviene il breve e forte terremoto che getta di nuovo nel panico i gerosolimitani, ancora terrorizzati dagli avvenimenti del Venerdì. Le tre donne tornano sui loro passi, precipitosamente, e nel­l’ampio vestibolo, fra le serve e i servi urlanti e invocanti il Si­gnore, stanno paurose di nuove scosse…
…La Maddalena,che è andata per altra via, è proprio al limitare del viottolo che porta all’orto dell’Arimatea quando la coglie il boato potente e pure armonico di questo segno celeste mentre, nella luce appena rosata dell’aurorache si avanza nel cielo dove ancora a occidente resiste una tenace stella, e che fa bionda l’aria fino allora verdolina, si ac­cende una grande luce che scende come fosse un globo incande­scente, splendidissimo, tagliando a zig-zag l’aria quieta.
Maria di Magdala ne è quasi sfiorata e rovesciata al suolo. Si curva un momento mormorando : « Mio Signore! » e poi si raddrizza come uno stelo dopo il passar del vento e ancora più rat­ta corre verso l’ortaglia. Vi entra veloce andando come un uccel­lo inseguito e cercante il nido verso il sepolcro di roccia.
Ma per quanto vada veloce non può essere là quando la celeste meteora fa da leva e da fiamma sul sigillo di calcina messo a rinforzo del pesante pietrone, né quando con fragore finale la porta di pietra cade, dando uno scuotìo che si unisce a quello del terremoto che se è breve è di una violenza tale che atterra le guardie come morte.
Maria, sopraggiungendo, vede questi inutili carcerieri del Trionfatore gettati al suolo come un fascio di spighe falciate. Maria Maddalena non riconnette il terremoto con la Risurrezione. Ma vedendo quello spettacolo crede che sia il castigo di Dio sui profa­natori del Sepolcro di Gesù e cade a ginocchio dicendo : « Ahimè! Lo hanno rapito! »
E’ veramente desolata e piange come una bambina che sia ve­nuta, sicura di trovare il padre cercato, e trovi invece vuota la di­mora. Poi si alza e corre via per andare da Pietro e Giovanni. E dato che più non pensa che ad avvisare i due, non ricorda di andare incontro alle compagne, di arrestarsi sulla via, ma veloce come una gazzella ripassa per la strada già fatta, supera la Porta Giudiziaria e vola per le strade che sono un poco più animate, si abbatte contro il portone della casa ospitale e lo batte e lo scuote furiosamente.
Le apre la padrona. « Dove sono Giovanni e Pietro? » chiede affannosa Maria Maddalena. « Là » e la donna indica il Cenacolo. Maria di Magdala entra e appena è dentro, davanti ai due stu­piti dice, e nella voce tenuta bassa per pietà della Madre è più af­fanno che se avesse urlato, dice : « Hanno portato via il Signore dal Sepolcro! Chissà dove lo hanno messo! » e per la prima volta tra­balla e vacilla e per non cadere si afferra dove può.
« Ma come? Che dici? » chiedono i due. E lei, con affanno : « Sono andata avanti… per comperare le guardie… perché ci lasciassero fare. Loro sono là come morte… Il Sepolcro è aperto, la pietra per terra… Chi? Chi sarà stato? Oh! ve­nite! Corriamo… » Pietro e Giovanni si avviano subito. Maria li segue per qualche passo. Poi torna indietro. Afferra la padrona di casa, la scrolla, vio­lenta nel suo previdente amore, e le fischia in volto : « Guardati bene da far passare nessuno da Lei (e accenna la porta della stanza di Maria). Ricordati che io sono la tua padrona. Ubbidisci e taci. » E poi la lascia esterrefatta e raggiunge gli apostoli che a gran passi vanno verso il Sepolcro…

 …Susanna e Salome, intanto, lasciate le compagne e raggiunte le mura, vengono colte dal terremoto. Impaurite si rifugiano sotto una pianta e stanno là, combattute fra la smania di andare verso il Sepolcro e quella di scappare presso Giovanna. Ma l’amore vince la paura e vanno verso il Sepolcro.
Entrano ancora sbigottite nell’ortaglia e vedono le guardie tra­mortite… vedono una grande luce uscire dal Sepolcro aperto. Si aumenta il loro sbigottimento e finisce di farsi completo quando, tenendosi per mano per farsi coraggio a vicenda, si affacciano sulla soglia e nel buio della grotta sepolcrale vedono una creatura lumi­nosa e bellissima, dolcemente sorridente, salutarle dal posto dove sta : appoggiata a destra della pietra dell’unzione che si annulla col suo grigio dietro a tanto incandescente splendore.
Cadono a ginocchi sbalordite di stupore. Ma l’angelo dolcemente parla loro : « Non abbiate timore di me. Sono l’angelo del divino Dolore “. Sono venuto per bearmi della fine di esso. Più non è il dolore del Cristo, il suo avvilimento nella mor­te. Gesù di Nazaret, il Crocifisso che voi cercate, è risorto. Non è più qui! Vuoto è il posto dove era deposto.
Giubilate con me. An­date. Dite a Pietro e ai discepoli che Egli è risorto e vi precede in Galilea. Là lo vedrete ancora per poco, secondo che ha detto.» Le donne cadono col volto a terra e quando lo alzano fuggono come fossero inseguite da un castigo. Sono terrorizzate e mormo­rano: « Ora morremo! Abbiamo visto l’angelo del Signore!»
Si calmano un poco in aperta campagna, e si consigliano. Che fare? Se dicono ciò che hanno visto non saranno credute. Se dico­no anche di venire di là, possono essere accusate dai giudei di aver ucciso le guardie. No. Non possono dire nulla, né agli amici, né ai nemici…
Pavide, ammutolite, tornano da altra via verso casa. Entrano e si rifugiano nel Cenacolo. Neppure chiedono di vedere Maria… E là pensano che quanto hanno visto non sia che un inganno del Demonio. Umili come sono giudicano che «non può essere che a loro sia stato concesso di vedere il messo di Dio. E’ Satana che le ha volute impaurire per allontanarle di là.» Piangono e pregano come due bambine Impaurite da un in­cubo.
…Il terzo gruppo, quello di Giovanna, Maria d’Alfeo e Marta, visto che nulla succede di nuovo si decide ad andare là dove certo le compagne attendono. Escono nelle strade dove ormai vi è gente Impaurita che commenta il nuovo terremoto e lo ricollega ai fatti del Venerdì e vede anche quello che non c’è.
«Meglio se sono tutti spauriti! Forse lo saranno anche le guar­die e non faranno eccezioni » dice Maria d’Alfeo. E vanno svelte verso le mura. Ma mentre loro vanno là, all’or­taglia sono già giunti Pietro e Giovanni, seguiti dalla Maddalena.
E Giovanni, più svelto giunge per primo al Sepolcro. Le guar­die non ci sono più. E più non c’è l’angelo. Giovanni si inginocchia timoroso e dolente sulla soglia spalancata, e per venerare e per cogliere qualche indizio dalle cose che vede. Ma non vede che am­mucchiati per terra i pannilini messi sopra la Sindone.
«Non c’è proprio, Simone! Maria ha visto bene. Vieni, entra, guarda. » Pietro, col fiato grosso per il gran correre fatto, entra nel Se­polcro. Aveva detto per via : « Io non oserò accostarmi a quel posto. » Ma ora non pensa altro che a scoprire dove può essere il Maestro. E lo chiama anche, come Egli potesse essere nascosto in qualche angolo buio.
L’oscurità, in questa ora mattutina, è ancora forte nel profon­do Sepolcro a cui da luce solo la piccola apertura della porta su, cui ora fanno ombra Giovanni e la Maddalena… E Pietro stenta a vedere e deve aiutarsi con le mani a vedere… Tocca, e trema, il tavolo dell’unzione e lo sente vuoto… « Non c’è, Giovanni! Non c’è!… Oh! vieni anche tu! Io ho tanto pianto che non ci vedo quasi in questa poca luce. »
Giovanni si alza in piedi ed entra. E mentre lo fa Pietro scopre il sudario posto in un angolo, ben piegato e con dentro la Sindone arrotolata con cura. « Lo hanno proprio rapito. Le guardie erano non per noi, ma per fare questo… E noi l’abbiamo lasciato fare. Coll’andarcene lo abbiamo permesso… ».
«Oh! dove lo avranno messo? »
« Pietro, Pietro! Ora… è proprio finita! »
I due discepoli escono annientati.
« Andiamo, donna. Tu lo dirai alla Madre… »
« Io non vengo via. Sto qui… Qualcuno verrà… Oh! io non ven­go… Qui c’è ancora qualcosa di Lui. Aveva ragione la Madre… Re­spirare l’aria dove Egli fu è l’unico sollievo che ci resta. » « L’unico sollievo… Ora lo vedi tu pure che era fola sperare… » dice Pietro. Maria neppure risponde. Si accascia al suolo, proprio presso la porta e piange mentre gli altri vanno via lentamente.
Poi alza il capo e guarda dentro, e fra le lacrime vede due an­geli 6 seduti a capo e a piedi della pietra dell’unzione. E’ tanto in­tontita la povera Maria, nella sua più fiera battaglia fra la speranza che muore e la fede che non vuole morire, che li guarda inebetita, senza neppure stupirsene. Non ha più altro che lacrime la forte che a tutto ha resistito da eroina.
« Perché piangi, donna? » chiede uno dei due luminosi fan­ciulli, perché di adolescenti bellissimi hanno l’aspetto. « Perché hanno portato via il mio Signore e non so dove me lo hanno messo. » Maria non ha paura a parlare con loro, non chiede : « Chi sie­te. » Nulla. Nulla più le fa stupore. Tutto quanto può stupire una creatura ella lo ha già subito. Ora non è che una cosa spezzata che piange senza vigore e ritegno.
Il giovinetto angelico guarda il compagno e sorride. E l’altro pure. E in un balenare di letizia angelica ambedue guardano fuori, verso l’ortaglia tutta in fiore per i milioni di corolle che si sono aperte al primo sole sui meli fitti del pometo. Maria si volta per vedere chi guardano. E vede un Uomo, bel­lissimo che non so come non possa riconoscere subito.
Un Uomo che la guarda con pietà e le chiede : « Donna, perché piangi? Chi cerchi? »
E’ vero che è un Gesù offuscato dalla sua pietà verso la crea­tura che le troppe emozioni hanno sfinita e che potrebbe morire per improvvisa gioia, ma proprio mi chiedo come possa non ricono­scerlo.
E Maria fra i singhiozzi: «Mi hanno preso il Signore Gesù! Ero venuta per imbalsamarlo in attesa che sorgesse… Ho tenuto raccolto tutto il mio coraggio e la mia speranza, e la mia fede, in­torno al mio amore… e ora non lo trovo più… Anzi ho messo il mio amore intorno alla fede, alla speranza e al coraggio, per difendere questi dagli uomini… Ma è tutto inutile!
Gli uomini hanno rubato il mio Amore e con esso tutto mi hanno levato… O mio signore, se sei tu che lo hai portato via, dimmi dove lo hai messo. Ed io lo pren­derò… Non lo dirò a nessuno… Sarà un segreto fra me e te. Guarda : sono la figlia di Teofilo, la sorella di Lazzaro, ma ti sto in ginocchio davanti a supplicarti, come una schiava. Vuoi che ti compri il suo Corpo? Lo farò. Quanto vuoi? Sono ricca.
Posso darti tant’oro e gemme per quanto esso pesa. Ma rendimelo. Non ti denuncierò. Vuoi percuotermi? Fallo. A sangue se vuoi. Se hai un odio per Lui fallo scontare a me. Ma rendimelo. Oh! non mi fare povera di questa miseria, o mio signore! Pietà di una povera donna!… Per me non vuoi? Per sua Madre, allora. Dimmi! Dimmi dove è il mio Signore Gesù. Sono forte. Lo prenderò fra le braccia e lo porterò come un bambino in salvo.
Signore… signore… tu lo vedi… da tre giorni siamo percossi dall’ira di Dio per quello che fu fatto al Figlio di Dio… Non aggiungere Profanazione a Delitto… ». «Maria! » Gesù sfa villa nel chiamarla. Si svela nel suo fulgore trionfante. « Rabbonì! » II grido di Maria è veramente « il grande grido » che chiude il ciclo della morte. Col primo le tenebre dell’odio fa­sciarono la Vittima di bende funebri, col secondo le luci dell’amore aumentarono il suo splendore.
E Maria si alza nel grido che empie l’ortaglia, corre ai piedi di Gesù, li vorrebbe baciare. Gesù la scosta toccandola appena col sommo delle dita presso la fronte : « Non mi toccare! Non sono ancora salito al Padre mio con questa veste. Va’ dai miei fratelli e amici e di’ loro che Io salgo al Padre mio e vostro, al Dio mio e vostro.  E poi verrò da loro. » E Gesù scompare assorbito da una luce insostenibile.
Maria bacia il suolo dove Egli era e corre verso casa. Entra come un razzo perché il portone è socchiuso per dare passaggio al padrone, che esce per andare alla fonte; apre la porta della stanza di Maria e le si abbandona sul cuore gridando : « E’ risorto! E’ ri­sorto! » e piange beata. E mentre accorrono Pietro e Giovanni, e dal Cenacolo avan­zano le spaurite Salome e Susanna e ascoltano il suo racconto, ecco entrare anche, dalla via, Maria d’Alfeo con Marta e Giovanna che a fiato mozzo dicono di «essere anche loro state là, e di avere visto due angeli che si dicevano il Custode dell’Uomo Dio e l’angelo del suo Dolore e che hanno dato loro l’ordine di dire ai discepoli che Egli era risorto. »
E poiché Pietro scrolla il capo insistono dicendo : « Sì. Hanno detto : ” Perché cercate il Vivente fra i morti? Egli non è qui. E’ risorto come disse quando ancora era in Galilea. Non ricordate? Disse : Il Figlio dell’uomo deve essere dato nelle mani dei pec­catori ed essere crocifisso. Ma il terzo giorno risusciterà “». Pietro scrolla il capo dicendo: «Troppe cose in questi giorni! Ne siete rimaste turbate. »
La Maddalena alza il capo dal petto di Maria e dice : « L’ho visto! Gli ho parlato. Mi ha detto che sale al Padre e poi viene. Come era bello! » e piange come non ha mai pianto, ora che non ha più da torturare se stessa per fare forza contro il dubbio sor­gente da ogni lato. Ma Pietro, e anche Giovanni, restano molto dubbiosi. Si guar­dano, ma il loro occhio dice: «Immaginazione di donne! »
Anche Susanna e Salome osano allora parlare. Ma la stessa inevitabile diversità nei particolari delle guardie che prima ci sono come morte e poi non ci sono, degli angeli che ora sono uno e ora due e che agli apostoli non si sono mostrati, dalle due versioni sul venire qui di Gesù o sul precedere i suoi in Galilea, fa sì che il dub­bio e, anzi, la persuasione degli apostoli cresca sempre più.
Maria, la Madre beata, tace sorreggendo la Maddalena… Non comprendo il mistero di questo silenzio materno. Maria d’Alfeo dice a Salome : « Torniamo là noi due. Vediamo se siamo tutte ebbre… » E corrono fuori. Le altre restano, pacatamente derise dai due apostoli, presso Maria che tace, assorta in un pensiero che tutti interpretano a modo loro e nessuno comprende che è estasi.
Tornano le due attempate donne: «E’ vero! E’ vero! Noi lo abbiamo visto. Ci ha detto, presso l’orto di Barnaba : ” La pace a voi. Non temete. Andate a dire ai miei fratelli che sono risorto e che vadano fra qualche giorno in Galilea. Là staremo ancora in­sieme “. Così ha detto. Maria ha ragione. Bisogna dirlo a quelli di Betania, a Giuseppe, a Nicodemo, ai discepoli più fidi, ai pastori, andare, fare, fare… Oh! è risorto!… » piangono tutte beate.
« Folli siete, donne. Il dolore vi ha turbate. La luce vi è parsa angelo. Il vento voce. Il sole il Cristo. Io non vi critico. Vi capisco, ma non posso che credere che a ciò che io ho visto : il Sepolcro aper­to e vuoto e le guardie fuggite col Cadavere involato. »
«Ma se lo dicono le guardie stesse che è risorto! Se la città è in subbuglio e i Principi dei Sacerdoti sono folli d’ira perché le guardie hanno parlato fuggendo esterrefatte! Ora vogliono che di­cano diverso e le pagano perciò. Ma già sì sa. E se i giudei non cre­dono alla Risurrezione, non vogliono credere, molti altri cre­dono… ». «Uhm! Le donne!… » Pietro alza le spalle e fa per andarsene.
Allora la Madre, che ha sempre sul cuore la Maddalena che piange come un salice sotto un’acquata per la sua troppo grande gioia e che la bacia sui capelli biondi, alza il viso trasfigurato e dice una breve frase : « E’ realmente risorto. Io l’ho avuto fra le braccia e ne ho baciato le Piaghe. » E poi si curva sui capelli del­l’appassionata e dice: « Sì, la gioia è ancora più forte del dolore. Ma non è che una briciola di rena di quello che sarà il tuo oceano di gioia eterna. Te beata che sopra la ragione hai fatto parlare lo spirito. »
Pietro non osa più negare… e con uno di quei trapassi del Pie­tro antico, che ora ritorna ad affiorare, dice, e urla, come se dagli altri e non da lui dipendesse il ritardo : « Ma allora, se è così, biso­gna farlo sapere agli altri. A quelli dispersi, per le campagne… cer­care… fare… Su, muovetevi. Se dovesse proprio venire… che ci trovi almeno » e non si accorge che ancora confessa di non credere cieca­mente alla sua Risurrezione.
Dal “Poema dell’Uomo-Dio”
di Maria Valtorta

     

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