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Risurrezione – Gesù appare ad alcuni discepoli

12 Aprile 2012 | Filed under: Catechesi Liturgica, Pasqua
     

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Gesù appare a Giuseppe d’Arimatea, a  Nicodemo e al discepolo Mannaen
Mannaen insieme ai pastori va svelto per le pendici che da Betania conducono a Gerusalemme. Una bella strada va diretta in direzione dell’Uliveto. E verso essa piega Mannaen dopo avere la­sciato i pastori che alla spicciolata vogliono entrare in città per an­dare al Cenacolo.
Poco prima, lo rilevo dai loro discorsi, devono avere incontrato Giovanni che veniva verso Betania per portare la notizia della Ri­surrezione e l’ordine di essere tutti in Galilea fra qualche giorno. Si lasciano appunto perché i pastori vogliono ripetere personal­mente a Pietro ciò che già hanno detto a Giovanni, ossia che il Si­gnore, apparendo a Lazzaro, ha detto di riunirsi nel Cenacolo.
Mannaen sale per una strada secondaria verso una casa in mezzo ad un uliveto. Una bella casa, che ha intorno una fascia di cedri del Libano dominanti con le loro moli imponenti i numerosi ulivi del monte. Entra sicuro e al servo accorso dice : « Dove è il tuo padrone? ». « Di là con Giuseppe. È venuto da un poco. »
« Digli che ci sono. » II servo va e torna con Nicodemo e Giuseppe. Le voci dei tre si mescolano in uno stesso grido : « È risorto! » Si guardano, stupiti di saperlo tutti. Poi Nicodemo prende l’amico e lo trascina in una stanza interna. Giuseppe li segue. « Hai osato tornare? ». « Sì. Egli lo ha detto : ” Al Cenacolo “. Io lo voglio ben vedere, ora, glorioso, per levarmi il dolore del ricordo di Lui legato e co­perto di sozzure come un malvivente colpito dallo sdegno del mondo. »
« Oh! noi pure vorremmo vederlo… E per levarci l’orrore del ricordo di Lui suppliziato, delle sue ferite senza numero… Ma Egli si è mostrato solo alle donne » mormora Giuseppe. « È giusto. Esse sono state fedeli a Lui sempre in questi anni. Noi avevamo paura. La Madre lo ha detto : ” Un ben povero amore il vostro se ha atteso questa ora per mostrarsi! ” » obbietta Nicodemo.
«Ma per sfidare Israele, a Lui più contrario che mai, avrem­mo ben bisogno di vederlo!… Se tu sapessi! Le guardie hanno par­lato… Ora i Capi del Sinedrio e i farisei, non ancora convertiti da tanta ira del Cielo, vanno cercando chi può sapere della sua Ri­surrezione per imprigionarlo. Io ho mandato il piccolo Marziale – un fanciullo sfugge più e meglio – ad avvisare quelli della casa di stare all’erta.
Dal Tesoro del Tempio hanno tratto denaro sacro per pagare le guardie, acciò dicano che i discepoli lo hanno rapito e che quanto hanno detto prima della Risurrezione, non era che bugia per paura della punizione. La città bolle come un paiolo. E c’è chi, dei discepoli, già la lascia per paura… Voglio dire i disce­poli che non erano a Betania… »
« Sì, avremmo bisogno della sua benedizione per avere co­raggio. ». « A Lazzaro è apparso… Era quasi l’ora di terza “. Lazzaro ci apparve trasfigurato. ». «Oh! Lazzaro lo merita! Noi… » dice Giuseppe. « Sì. Noi siamo ancora incrostati di dubbio e di pensiero uma­no come da una lebbra mal guarita… E non c’è che Lui che può dire: “Io voglio che voi ne siate mondati! ” Non parlerà dunque più ora che è risorto, a noi che siamo i meno perfetti? » chiede Ni­codemo.
« E non farà più miracoli, per castigo del mondo, ora che è il Risorto da morte e dalle miserie della carne? » domanda di nuovo Giuseppe. Ma il loro chiedere non può avere che una risposta. La Sua. E la Sua non viene. I tre restano accasciati.
Poi Mannaen dice : « Ebbene. Io vado al Cenacolo. Se mi uc­cideranno Egli assolverà l’anima mia e lo vedrò in Cielo. Se non lo vedrò qui, in Terra. Mannaen è tanto mutile cosa nelle sue schie­re, che se cade lascerà lo stesso vuoto che lascia un fiore colto in un prato gremito di corolle : non si vedrà neppure… » e si alza per andare.
Ma mentre si volge verso la porta questa si illumina del Divi­no Risorto che a palme aperte, in atto di abbraccio, lo ferma di­cendo: «Pace a te! A voi pace! Ma rimanete dove siete tu e Nicodemo. Giuseppe può ancora andare, se crede. Ma qui mi avete, e dico la richiesta parola : ” Io voglio che siate mondati da quanto di impuro resta nel vostro credere”. Domani scenderete in città. An­drete dai fratelli. Questa sera ho da parlare ai soli apostoli. Addio. E Dio sia sempre con voi. Mannaen, grazie. Tu hai creduto più di questi. Grazie dunque anche al tuo spirito. A voi grazie della vo­stra pietà. Fate che si muti in più alta cosa con una vita di intre­pida fede. »
Gesù scompare dietro una incandescenza abbagliante. I tre sono beati e smarriti. «Ma era Lui? » chiede Giuseppe. « E non hai sentito la Sua voce? » risponde Nicodemo. «La voce… può averla anche uno spirito… Tu, Mannaem, che gli eri tanto vicino, che ti parve? »
« Un vero corpo. Bellissimo. Respirava. Ne sentivo l’alito. E mandava calore. E poi… le Piaghe le ho viste. Parevano aperte al­lora. Non davano sangue, ma era carne viva. Oh! non dubitate più7! Che Egli non vi castighi. Abbiamo visto il Signore. Voglio dire Gesù tornato glorioso come sua Natura lo vuole! E… ci ama an­cora… In verità se ora Erode mi offrisse il regno, gli direi : ” Mi è polvere e stereo il tuo trono e corona. Ciò che io possiedo nulla lo supera. Ho la conoscenza beata del Volto di Dio”.
dal “Poema dell’Uomo-Dio” 
di Maria Valtorta

     

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