Riflessioni sul Purgatorio – 3
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La difesa
A questo punto sorge spontanea la domanda se nell’ora del giudizio l’anima si trovi sola davanti al suo Giudice, ovvero gli spiriti celesti siano presenti a quell’atto. Non v’è dubbio che l’Angelo custode accompagni ed assista l’anima, sulla quale vegliò durante la vita, come non è escluso che anche il demonio si trovi presente a quell’atto. Nelle rivelazioni di Santa Brigida si legge di un soldato pio e caritatevole, ma tuttavia non immune da colpe. L’anima di costui comparve, dopo morto, al tribunale di Dio: era alla sua destra l’Angelo custode in qualità di avvocato, ed alla sinistra il demonio accusatore. Grazie alla devozione avuta per la Vergine, il soldato era morto in grazia di Dio, e a nulla valsero le accuse del maligno (Santa Brigida; Riv., libro Vi, cap. 35).
Una celebre visione, scolpita sulla tomba di S. Dionigi in Francia, ci mostra il re Dagoberto condotto dai demoni all’inferno e strappato dagli artigli dei medesimi dai Santi Martiri Dionisio e Maurizio, coadiuvati dal glorioso pontefice San Martino. Verso codesti Santi Dagoberto aveva avuto infatti una particolare devozione ed in loro onore aveva costruito sontuose basiliche.
Quanto all’intervento della Vergine, molte sono le rivelazioni avute dai Santi, e qui basterà riferire quanto racconta Sant’Alfonso de’ Liguori nella Parafrasi della Salve Regina. Una santa religiosa, per nome Suor Caterina e S: Agostino, aveva la bella abitudine dì pregare per tutti i defunti da lei conosciuti su questa terra. Or nel suo paese viveva una donna di cattivi costumi, per nome Maria, i cui scandali erano tali che gli abitanti del vicinato, indignati dalla sua condotta, la cacciarono dal paese.
Ella si diede allora alla vita dei boschi, e dopo qualche mese morì senza assistenza e senza sacramenti. Il suo corpo fu trattato come quello di una bestia e sepolto in un campo, senza una preghiera. Nessuno dubitava che quella vecchia peccatrice, dopo una simile fine, fosse immediatamente perduta, e per conseguenza nessuno pregava per lei, neppure Suor Caterina. Passarono così quattro anni, alla fine dei quali la pia religiosa vide un giorno un’anima del Purgatorio, che gemendo le disse: – Quanto sono infelice, Suor Caterina! Voi che avete il pio costume di raccomandare al Signore tutti i conoscenti trapassati, per me sola non pregate.
– E chi siete? – domandò la suora. – Io sono la povera Maria, che morì abbandonata nella grotta. – Come, voi siete salva? – Si, io sono salva per intercessione della Vergine, allorchè mi vidi presso a morire, sola e senza aiuti, considerando il numero e l’enormità dei miei peccati, mi rivolsi con fiducia alla Madre dì Dio, dicendole: O mia Regina, voi che siete il rifugio dei peccatori e dei derelitti, vedete in questo momento il mio supremo abbandono e venite in mio aiuto; voi siete l’unica mia speranza, voi sola potete soccorrermi.
La Vergine santissima esaudì le mie preghiere e mi ottenne la grazia di una perfetta contrizione, sicchè morendo fui salva. Ma la divina Madre non limitò a questo le sue misericordie, poichè quando fui al divino giudizio, mi ottenne dal suo Figlio divino che il mio purgatorio fosse notevolmente abbreviato, e siccome la giustizia di Dio non può nulla cedere al suoi diritti, così volle che soffrissi in intensità quel che avrei dovuto soffrire di più in durata. In questo momento non ho più bisogno che di qualche Messa, e appena queste saranno celebrate, io verrò liberata dalle mie pene. Siate dunque pietosa verso di me facendornele applicare, ed io vi prometto che quando sarò in cielo non cesserò di pregare Iddio e la Vergine Santa per voi. – Suor Caterina si affrettò a far celebrare le Messe implorate da quell’anima, e pochi giorni dopo la vide salire al cielo e ringraziarla della sua carità.
Questi esempi da noi riportati sono, è vero; convincenti, ma posti a riscontro con gli insegnamenti della teologia non si può fare a meno di sentirsi scemare quella fiducia, che sembrerebbe dovessero ispirare. È certo che la sorte eterna dell’uomo è irrevocabilmente fissata nel punto della sua morte, e chi credesse che le preghiere dei vivi e l’intercessione della Vergine e dei Santi possano ottenere la salvezza a colui che muore in peccato mortale, s’ingannerebbe. Bisogna perciò interpretare le visioni or ora riferite e quelle dello stesso genere, come una espressione simbolica delle grazie ottenute per intercessione dei Santi al peccatore moribondo per condurlo alla penitenza e alla salute.
Can. Luigi Coccolo
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