Richiesto il Processo per Padre Stefano Manelli
Questo articolo è stato già letto1249 volte!
Riceviamo da P. Scozzaro e pubblichiamo
Tre richieste di rinvio a giudizio per truffa e falso.
A circa un anno e mezzo dall’avvio dell’indagine congiunta con la Guardia di Finanza, la Procura di Avellino chiede il rinvio a giudizio per padre Stefano Manelli, fondatore dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata, per Pietro Luongo (padre Pietro Maria), presidente del Consiglio di Amministrazione dell’associazione “Missione dell’Immacolata” di Frigento, e componente del Consiglio direttivo dell’associazione “Missione del Cuore Immacolato” con sede a Benevento.
Rinvio a giudizio anche per Maurizio Abate (padre Bernardino Maria), tesoriere della prima associazione (Missione dell’Immacolata) e presidente del Consiglio direttivo della seconda, nonché economo dell’Istituto dei Francescani dell’Immacolata.
di Loredana Zarrella – Il Mattino
La Procura: Processo a Padre Stefano Manelli
La Procura di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa e falso sia per Padre Stefano Manelli da noi chiamato “Boia di Frigento”, sia per Pietro Luongo (padre Pietro Maria), sia per Maurizio Abate (padre Bernardino Maria).
Un anno e mezzo fa erano partite le indagini della Procura di Avellino che grazie al lavoro della Guardia di Finanza aveva compiuto sequestri nel marzo 2015 di trenta milioni di euro di proprietà delle due società. Si tratta di 59 fabbricati, 17 terreni, un impianto radio-tv, 5 impianti fotovoltaici dislocati su tutto il territorio nazionale, 102 autovetture, più saldi giacenti su numerosi rapporti di natura finanziaria.
Beni poi rimessi, sì, in libertà ma sulla cui liceità di acquisizione e gestione è sempre pesato il dubbio degli inquirenti. Il gup ha accolto le richieste del pm Fabio Massimo Del Mauro, ed ora scatta il procedimento penale a carico degli indagati.
I tre –come scrive Loredana Zarrella su Il Mattino– che ora diventano imputati, dovranno rispondere dei reati di truffa e falso ideologico.
Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificato agli indagati nel luglio scorso, si parlava del “disegno criminoso, con più azioni commesse anche in tempi diversi in violazione di più norme di legge”.
Un disegno che sarebbe stato attuato per sottrarre beni all’Istituto religioso che ha sede a Frigento, in via Piano della Croce, in quel convento intorno a cui si sono concentrate anche altre indagini.
Ci sono infatti inchieste su presunti abusi sessuali e maltrattamenti subiti dalle suore in diversi conventi dell’Istituto commissariato dalla Santa Sede nel 2013.
Reati questi per cui l’83enne Padre Manelli, nato a Fiume, è stato iscritto nel registro degli indagati dal pm Adriano Del Bene.
Ad oggi intanto sotto i riflettori sarà l’operato di padre Stefano Manelli, individuato dalla Procura come “istigatore e determinatore dell’attività dei correi”, ossia come l’orchestratore della truffa.
di Edoardo Izzo – Il faro di Roma
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.