Regina Coeli di Papa Francesco, nella Solennità dell’Annunciazione
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Durante il Regina Coeli, Papa Francesco, parlando dallo studio del Palazzo apostolico di fronte a decine di migliaia di fedeli radunati in Piazza San Pietro, ha commentato la Solennità dell’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua. “Gli Atti degli Apostoli – ha detto – raccontano questo episodio, il distacco finale del Signore Gesù dai suoi discepoli e da questo mondo (cfr At 1,2.9). Il Vangelo di Matteo, invece, riporta il mandato di Gesù ai discepoli: l’invito ad andare, a partire per annunciare a tutti i popoli il suo messaggio di salvezza (cfr Mt 28,16-20). “Andare”, o meglio, “partire” diventa la parola chiave della festa odierna: Gesù parte verso il Padre e comanda ai discepoli di partire verso il mondo”.
Quindi ha proseguito: “Gesù parte, ascende al Cielo, cioè ritorna al Padre dal quale era stato mandato nel mondo (….) Ma non si tratta di una separazione, perché Egli rimane per sempre con noi, in una forma nuova. Con la sua ascensione, il Signore risorto attira lo sguardo degli Apostoli – e anche il nostro sguardo – alle altezze del Cielo per mostrarci che la meta del nostro cammino è il Padre (…) Tuttavia, Gesù rimane presente e operante nelle vicende della storia umana con la potenza e i doni del suo Spirito; è accanto a ciascuno di noi: anche se non lo vediamo con gli occhi, Lui c’è! Ci accompagna, ci guida, ci prende per mano e ci rialza quando cadiamo. Gesù risorto è vicino ai cristiani perseguitati e discriminati; è vicino ad ogni uomo e donna che soffre” (…).
“Gesù – ha detto – è presente anche mediante la Chiesa, che Lui ha inviato a prolungare la sua missione. L’ultima parola di Gesù ai discepoli è il comando di partire: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). È un mandato preciso, non è facoltativo! La comunità cristiana è una comunità “in uscita”, uan comunità “in partenza”. (…) E voi mi direte: ma le comunità di clausura? Sì, anche quelle, perché sono sempre “in uscita” con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio. E gli anziani, i malati? Anche loro, con la preghiera e l’unione alle piaghe di Gesù. Ai suoi discepoli missionari Gesù dice: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (v. 20).
Da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell’opera apostolica non bastano le nostre forze, le nostre risorse, le nostre strutture, anche se sono necessarie, ma non bastano. Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta inefficace. (…) E insieme con Gesù ci accompagna Maria nostra Madre. Lei è già nella casa del Padre, è Regina del Cielo e così la invochiamo in questo tempo; ma come Gesù è con noi, è la Madre della nostra speranza”.
Notizie Vaticane
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