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Quella fila interminabile per fare la comunione…

4 Maggio 2016 | Filed under: Attualità
     

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Riceviamo e pubblichiamo

Sono fermamente convinto che se la gente avesse una minima percezione di cosa significa arrecare offesa a Dio – quello che comunemente la teologia definisce “Peccato” – non ci sarebbe più alcun bisogno dei ministri straordinari della comunione e non ci sarebbe stato bisogno di sinodi o di petizioni per discutere sulla possibile riammissione dei divorziati risposati alla Comunione. Sono convinto di questo perché molta gente dovrebbe rimanere seduta al momento della comunione! Molti non sono nelle condizioni di poter ricevere l’Eucaristia! I divorziati risposati sembra che siano i più grandi peccatori, mentre tutti gli altri possono fare la comunione senza problemi, ma non è cosi! Un tempo, i più vecchi se lo ricorderanno, la comunione non la facevano tutti! Quasi tutti andavano a Messa ma pochissimi osavano accostarsi alla comunione. Perché? Perché c’era il senso del peccato. C’era il senso di Dio!

“La perdita del senso del peccato è dovuta all’eclissi di Dio (…) La perdita del senso di Dio provoca la perdita del senso del peccato” (Papa Benedetto XVI).

Purtroppo la situazione in cui si trovano centinaia – per non dire migliaia – di cattolici nel mondo è disastrosa! Assolutamente disastrosa! Se chiedi loro di elencarti i comandamenti neanche sanno come iniziare. Se provi a chiedere loro se sono in grazia di Dio la risposta migliore se tutto va bene è “speriamo” altrimenti ti dicono: “Siamo tutti peccatori” il che è verissimo ma almeno il peccato mortale va eliminato dalla nostra vita per poterci accostare alla comunione. E’ necessario!Tutto questo oggi non è cosi chiaro nelle menti dei fedeli! La sciagurata nonché sacrilega pratica della comunione in mano ha affievolito ancora di più quel che restava della fede dei fedeli nella presenza del Signore nel pane e nel vino consacrati. Diciamocelo francamente: si è perso il senso di Dio, del vero Dio! Se il sacerdote al momento dell’Omelia decidesse di leggere ciò che i santi o la Chiesa insegnano sui comandamenti, la gente scapperebbe a gambe levate dalla chiesa! Altro che farsi la comunione!!! Se ad esempio il sacerdote si mettesse a dire che chi si azzarda ad andare a letto con la fidanzata prima del matrimonio va dritto all’inferno, succederebbe un pandemonio.

Ma cosi è!

Oggi il peccato che porta più anime all’inferno è il peccato della carne! Lo ribadì la Vergine Maria a Fatima ed è dottrina, ad esempio, di S. Alfonso, patrono dei confessori e dei moralisti. Oggi la gente si mette la purezza sotto le scarpe ma senza purezza non esiste possibilità di andare in Paradiso! Questo i cattolici non vogliono sentirlo neanche per sbaglio! Si vedono persino discutibili comici andare in televisione a insegnare dottrine di inferno dicendo che il peccato impuro sarebbe semplicemente l’adulterio e che il resto se lo sarebbe inventato la Chiesa (Perché diciamocelo, la Chiesa ha sempre amato fare la parte del grillo parlante che tutti odiano perchè richiama all’ordine) applaudito da tutto e da tutti, anche da preti (!!!). La realtà è ben diversa, che piaccia o no!

Per comunicarsi occorre vivere in castità! I divorziati risposati vivono in stato di pubblico adulterio (che è uno scandalo elencato nei peccati contro il V comandamento) ma anche il marito che tradisce la moglie poi la domenica va a comunicarsi pensando “lo fanno tutti”, sappia che dovrebbe starsene seduto, possibilmente legato con le catene! Altri esempi:

Il ragazzo che si diverte a mandare in giro nelle chat le sue foto “intime” o la ragazza che su facebook mette sue foto in cui sta mezza nuda e le sbandiera sulla pubblica piazza del web, devono tutti starsene seduti! Tutti! La signorina che entra in chiesa con la gonna al di sopra del polpaccio o con la scollatura fin troppo evidente, deve starsene seduta si, ma fuori dalla chiesa e il sacerdote responsabile della chiesa che la vede entrare in quelle condizioni, se non la richiama come deve, fa peccato lui stesso! Vogliamo parlare dei matrimoni in comune? Degli aborti che hanno raggiunto cifre stratosferiche? Dell’abbandono degli anziani negli ospizi? Sono tutti peccati che impediscono di ricevere la comunione perché chi commette il peccato NON è in comunione con Dio. Non può mettersi in fila per la comunione e neanche chiedere una benedizione, perché come può Dio benedire i peccatore impenitente? Chi non vuole lasciare il peccato – e bisogna avere intenzione di lasciare tutti i peccati, anche veniali – non è benedetto da Dio! A S. Bernadette chiesero chi andava all’inferno e lei rispose con una precisione teologica impressionante: “Tutti quelli che amano il peccato!” Ma chi ama il peccato?
Chiunque non vuole lasciare il peccato. La Misericordia di Dio agisce su chi desidera la salvezza, non su chi desidera dire un “amen” al demonio. E’ necessario perciò, ed esorto a farlo chiunque avesse a cuore le sorti della propria anima, studiare la dottrina della Chiesa; cosa è il peccato, cosa significa vivere senza grazia di Dio e cosa richiedono i comandamenti. Se non si conosce, come si può affermare di amare? Dio che è amore è anche Ragione (Logos) e se un cristiano dice di amare Dio, come minimo desidera conoscerLo. Se non lo conosce, segno è che di amore non ne ha. Mi duole scrivere tutte queste cose, ma in coscienza e davanti a Dio, sento il bisogno di smuovere qualche coscienza e, con il suo aiuto e quello dell’Immacolata, di portare magari qualcuno a interrogarsi e a prendere qualche decisione risolutiva sulla propria conversione al vangelo di Cristo (Quello vero!). Qualcuno anche ai piani alti della Chiesa ha detto che “la Comunione non è per i perfetti ma per i peccatori!” Considerando che di perfetti su questa terra ce ne sono stati soltanto due (Gesù e la Madonna) e che loro la comunione se la sono fatta almeno nell’ultima cena, la Comunione è per i peccatori, si, ma non per gli impenitenti! Il peccatore che si confessa e che cerca di vivere le virtù si comunichi e si comunichi spesso; l’impenitente stia seduto, altrimenti “Mangia e beve la propria condanna!” (S. Paolo).

Cristiano M. G.


     

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