Quaresima – Tempo di preghiera, di penitenza e di meditazione
Questo articolo è stato già letto1311 volte!
Ogni anno la Quaresima ci si propone come tempo propizio per intensificare la preghiera e la penitenza, aprendo il cuore alla docile accoglienza della volontà divina. In essa ci è indicato un itinerario spirituale che ci prepara a rivivere il grande mistero della morte e risurrezione di Cristo, soprattutto mediante t’ascolto più assiduo della Parola di Dio e la pratica più generosa della mortificazione, grazie alla quale poter venire più largamente in aiuto del prossimo bisognoso.
È mio desiderio proporre quest’anno alla vostra attenzione, carissimi Fratelli e Sorelle, un tema quanto mai attuale, ben illustrato dai seguenti versetti del Deuteronomio : « È Lui la tua longevità» (30, 20). Sono parole che Mosè rivolge al popolo per invitarlo a stringere alleanza con Jahvè nel paese di Moab,«perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui» C30, 19-20).
La fedeltà a quest’alleanza divina è per Israele garanzia di futuro, «per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Àbramo, Isacco e Giacobbe» (30, 20). Giungere all’età matura, nella visione biblica, è segno di benedicente benevolenza dell’Altissimo. La longevità appare così uno speciale dono divino.
Su questo tema vorrei invitare a riflettere durante la Quaresima per approfondire la consapevolezza del ruolo che gli anziani sono chiamati a svolgere nella società e nella Chiesa, e di disporre così l’animo all’amorevole accoglienza che ad essi va sempre riservata. Nell’odierna società, anche grazie al contributo della scienza e della medicina, si assiste ad un allungamento della vita umana e a un conseguente incremento del numero degli anziani.
Ciò implica un’attenzione più specifica al mondo della cosiddetta «terza» età, per aiutarne i componenti a vivere appieno le loro potenzialità, ponendola al servizio dell’intera comunità. La cura degli anziani, soprattutto quando attraversano momenti difficili, deve stare a cuore ai fedeli, specialmente nella Comunità ecclesiali delle società occidentali, ove il problema è particolarmente presente……….
………….. La vita dell’uomo è un dono prezioso da amare e difendere in ogni sua fase. II comandamento «Non uccidere!» domanda di rispettarla e promuoverla sempre, dal suo inizio al suo naturale tramonto. E un comando che vale pure in presenza di malattie, e quando l’indebolimento delle forze riduce l’essere umano nelle sue capacità di autonomia. Se l’invecchiamento, con i suoi inevitabili condizionamenti, viene accolto serenamente nella luce della fede, può diventare occasione preziosa per meglio comprendere il mistero della Croce, che da senso pieno all’umana esistenza.
L’anziano ha bisogno di essere compreso ed aiutato in questa prospettiva. Desidero qui esprimere il mio apprezzamento a quanti si adoperano per venire incontro a queste esigenze ed esorto anche altri volenterosi a voler profittare della Quaresima per recare anche il loro personale contributo. Ciò consentirà a tutti gli anziani di non sentirsi un peso per la comunità e talora perfino per le proprie famiglie, in una situazione di solitudine che li espone alla tentazione della chiusura e dello scoraggiamento.
Occorre far crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza che gli anziani costituiscono in ogni caso una risorsa da valorizzare. Vanno, pertanto, potenziati i sostegni economici e le iniziative legislative che permettano loro di non essere esclusi dalla vita sociale. Per la verità, negli ultimi decenni la società si è fatta più attenta alle loro esigenze, e la medicina ha sviluppato cure palliative che, con un approccio integrale al malato, risultano particolarmente benefiche per i lungodegenti.
3. II maggior tempo disponibile in questa fase dell’esistenza offre alle persone anziane l’opportunità di affrontare interrogativi di fondo che forse erano stati trascurati prima a motivo dì interessi stringenti o ritenuti comunque prioritari. La consapevolezza della vicinanza del traguardo finale induce l’anziano a concentrarsi su quanto è essenziale, dando importanza a quello che l’usura degli anni non distrugge.
Proprio per questa sua condizione l’anziano può svolgere un suo ruolo nella società. Se è vero che l’uomo vive del retaggio di chi lo ha preceduto e il suo futuro dipende in maniera determinante da come gli sono trasmessi i valori della cultura del popolo a cui appartiene, la saggezza e l’esperienza degli anziani possono illuminare il suo cammino sulla strada del progresso verso una forma di civiltà sempre più completa.
Quanto è importante riscoprire questo reciproco arricchimento tra diverse generazioni ! La Quaresima, con il suo forte invito alla conversione e alla solidarietà, ci conduce quest’anno a focalizzare queste importanti tematiche che interessano tutti.
Cosa succederebbe se il Popolo di Dio si arrendesse ad una certa mentalità corrente che considera quasi inutili questi nostri fratelli e sorelle, quando sono ridotti nelle loro capacità dai disagi dell’età o della malattia? Come, invece, sarà diversa la comunità, a partire dalla famiglia, se cercherà di mantenersi sempre aperta e accogliente nei loro confronti !
4. Carissimi Fratelli e Sorelle, durante la Quaresime, aiutati dalla Parola dì Dio, riflettiamo su quanto sia importante che ogni Comunità accompagni con amorevole comprensione quanti invecchiano. Occorre, inoltre, abituarsi a pensare con fiducia al mistero della morte, perché l’incontro definitivo con Dio avvenga in un clima di pace interiore, nella consapevolezza che ad accoglierci è Colui «che ci ha tessuto nel seno materno» (cfr Sai 139, 13b) e ci ha voluti «a sua immagine e somiglianza» (cfrGn 1,26).
Maria, nostra guida nell’itinerario quaresimale, conduca tutti i credenti, specialmente gli anziani, a una conoscenza sempre più profonda di Cristo morto e risorto, che è la ragione ultima della nostra esistenza. Lei, la fedele serva del suo divin Figlio, insieme con i Santi Anna e Gioacchino, interceda per ciascuno di noi «adesso e nell’ora della nostra morte».
Giovanni Paolo II
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.