Purgatorio nella rivelazione dei Santi – 46°
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Scienza delle anime del Purgatorio
« La mente conserva tutta la sua attività in Purgatorio; l’intelligenza ha anzi un campo più aperto al sapere e una considerevole mèsse di cognizioni vi matura. E prima di tutto vi si raccoglie la messe dei ricordi. Difatti, come abbiamo dimostrato parlando degli eletti, anche nel Purgatorio si conserva la facoltà della memoria. Per qual ragione invero potrebbe essere soppressa?
L’anima ha recato seco, anzi mantiene in se stessa le tracce della sua vita terrena : ogni giorno è descritto sulla pagina della coscienza a caratteri incancellabili, come sopra un foglio che non può perire; ogni pensiero, ogni volere, tutte le parole, tutte le azioni vivono nella memoria. Bisognerebbe che l’anima si separasse da se stessa e cambiasse la propria essenza, se dovesse distruggere ogni residuo della vita passata » (Op. cit., pag. 157).
Dopo la condanna da parte del Papa Leone X della dottrina di Luterò, che riteneva essere incerte le anime del Purgatorio della loro eterna salvezza, tutti i teologi sono d’accordo nell’insegnare, e la dottrina è certa, che le anime purganti sono sicure della loro salute eterna, ed è probabile che esse conoscano altresì la durata della loro medesima pena, come siamo indotti a credere dalle molte rivelazioni a questo proposito.
Del resto quando l’anima è stata giudicata, ci sembra naturale che Iddio le faccia conoscere la sua sentenza. La durata della pena potendo variare da un tempo minimo a lunghissimi anni, non vediamo come mai il divin Giudice dovrebbe ritenersi come un segreto una cosa di sì grande interesse per le anime.
Ora ci possiamo domandare quale conoscenza abbiano le anime del Purgatorio delle cose di questa terra. Conoscono esse le nostre condizioni, sono al corrente di quanto facciamo per loro ! Ecco come risponde lo Chollet : « Fra le fiamme o nella luce del cielo, in Purgatorio o in Paradiso, l’anima possiede la stessa natura; mantiene colla terra gli stessi rapporti di conoscenza e se gli avvenimenti di questa vita possono essere noti agli abitatori del cielo, lo sono ugualmente per gli eletti trattenuti in Purgatorio.
Quelli che noi abbiamo perduto e che piangiamo, non ci hanno del tutto abbandonato. Divenuti immateriali, non essendovi per loro questione alcuna di luogo o di distanza, essi ci sono vicini ; fatti chiaroveggenti, poiché non ha luogo per essi questione alcuna di ostacolo a conoscere o di ignoranza, ci riconoscono, ci seguono in ogni passo, e con la delicatezza d’un amore che diviene sempre più puro, con l’attenzione d’uno sguardo che si fa sempre più chiaro, ne circondano della loro sollecitudine e affezione.
Come volentieri farebbero passare in noi quell’ardore di carità che li divora e li trasporta, quella sicurezza della salute che li fa beati! (Op. di., pag. 163).
Padre Pietro Louvet
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