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Progetto Bibbia – Giuseppe

19 Ottobre 2010 | Filed under: Bibbia
     

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Giuseppe è il penultimo dei dodici figli di Giacobbe e il primo dei due figli della moglie Rachele. Il secondo è Beniamino. Il suo nome vuol dire “colui che è stato aggiunto”. Giuseppe è il prediletto di Giacobbe in quanto il primo figlio della amata Rachele, ma non solo. E’ anche mansueto, obbediente e intelligente. Tale preferenza del padre scatena le ire dei suoi fratellastri, in specie quando, all’età di 17 anni, riceva da Giacobbe una splendida tunica, regale, intonsa. Giuseppe è un “sognatore” e questo alimenta la gelosia fraterna; anche perché in tali sogni sia i fratelli che il padre e la matrigna si inchinano davanti a lui.


Così, un giorno, i fratelli decidono di dare esecuzione al loro complotto contro Giuseppe ma Ruben riesce ad ottenere di non ucciderlo e, pertanto, viene “solo” gettato in fondo a un pozzo. Giuda, poi, riesce a ottenere parere favorevole vendendolo a mercanti ismaeliti di passaggio per venti monete d’argento. Giuseppe diviene schiavo in Egitto. I fratelli fanno credere al padre che il fratello sia stato sbranato da lupi.

Giuseppe è schiavo di Potifar, un ufficiale del faraone. E’ bravo nella contabilità e nell’organizzazione dei commerci, così gli affari aumentano. La moglie di Potifar, un giorno, lo adocchia e vuole possederlo ma Giuseppe si rifiuta e, dunque, per vendicarsi, lo fa rinchiudere in prigione con l’accusa, diremmo oggi, di tentata violenza sessuale. In cella Giuseppe interpreta i sogni di due altri prigionieri, il coppiere e il panettiere. Le sue predizioni si avverano: il primo viene riconosciuto innocente e il secondo sarà decapitato.

Il coppiere poi si ricorda di Giuseppe quando il faraone fa due sogni. Giuseppe viene scarcerato e interpreta i sogni che fino ad allora nessuno era riuscito ad interpretare. Il primo riguarda le note “sette vacche grasse e sette vacche magre” e significa, dice Giuseppe, che ci saranno abbondanti raccolti e poi un tempo di sette anni di carestia; il secondo riguarda le “sette spighe piene e sette vuote” e l’interpretazione è uguale. Dunque bisognerà mettere da parte carne e grano per poi averne in tempi di carestia. Il faraone crede a Giuseppe e lo fa capo del paese. Giusppe si sposa con Asenat e ha due figli, Efraim e Manasse.

Dopo i sette anni di abbondanza dove vengono riempiti di capannoni di cibo, l’aridità si abbatte in Egitto e nei Paesi vicini che vengono in Egitto per comprare scorte alimentari. Anche Giacobbe fa in questo modo e invia tutti i suoi figli eccetto Beniamino per comparare del grano. Giuseppe riconosce i fratelli ma loro non riconoscono lui. I fratelli li fa accusare di spionaggio e imprigiona Simeone che sarà liberato solo se gli altri torneranno col fratello minore, Bniamino. Così avviene e Giuseppe si rallegra alla vista del fratello più piccolo.
Decide di lasciarli partire e fa mettere di nascosto una coppa nella sacca di Beniamino. Così lo accusa di furto e lo mette in prigione. Giuda si offre al suo posto. A questo punto, finita la lezione, rivela ai fratelli la sua identità e li perdona. Tutti i suoi familiari vengono in Egitto e, tra le lacrime, reincontra il padre e lo porta dal faraone. Giuseppe muore in tarda età e , secondo l’usanza egiziana, il suo corpo viene imbalsamato ma sarà riportato in terra di Canaan durante l’Esodo.
Il personaggio di Giuseppe è davvero singolare per intelligenza al servizio del bene e per la sua morigeratezza. Infatti, tali doti spiccano facilmente se si considera il comportamento dei suoi familiari e dei suoi avi, tranne alcune eccezioni come Abramo. Egli è anche il simbolo in qualche modo del perdono di Dio ma anche di una provvidenza che, con i suoi tempi, si prende cura del suo popolo e sa trasformare il male in occasione di bene.

Il Redattore


     

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