Primo Sabato del mese – Devozione Cuore Immacolato di Maria
Questo articolo è stato già letto1331 volte!
La grande promessa della Madonna di Fatima
Il 10 dicembre 1925, quando già il nome di Fatima correva per il mondo, la Vergine santissima, apparendo a Lucia divenuta Suor Maria dell’Addolorata, disse: «Guarda, figlia mia, il mio cuore tutto trafitto da spine, che gli uomini vi conficcano ogni momento, con le loro bestemmie e ingratitudini. Tu almeno cerca di consolarmi e fa’ sapere al mondo che io prometto di assistere nell’ora della morte con le grazie necessarie alla salvezza tutti quelli che nel primo sabato di cinque mesi consecutivi si confesseranno, riceveranno la S. Comunione, reciteranno la terza parte del Rosario e mi terranno compagnia durante un quarto d’ora meditando sui misteri del Rosario, con l’intenzione di farmi riparazione».
Condizioni
1 . La S. Comunione deve essere ricevuta in stato di grazia
2 . La confessione può essere fatta anche nella settimana antecedente o successiva
Per fare una buona confessione si richiedono cinque cose: 1º esame di coscienza; 2º dolore di avere offeso Dio; 3º proponimento di non peccare più; 4º accusa dei propri peccati; 5º soddisfazione o penitenza. (Catechismo Maggiore di San Pio X, 694)).
Per fare una buona confessione si richiedono cinque cose: 1º esame di coscienza; 2º dolore di avere offeso Dio; 3º proponimento di non peccare più; 4º accusa dei propri peccati; 5º soddisfazione o penitenza. (Catechismo Maggiore di San Pio X, 694)).
Per la Meditazione
Primo Mistero Gaudioso – L’Annunciazione
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei. (Lc 1,26-38)
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei. (Lc 1,26-38)
Riflessione
Il grande mistero invocato da secoli si compie, la Vergine diviene il tabernacolo vivente di Dio e nel mondo, intorpidito nel gelo della colpa, si accende la fiamma dell’amore infinito.
L’Arcangelo Gabriele è venuto, come ambasciatore celeste, ad offrirle la dignità sovrumana di Madre di Dio, e ne attende il supremo responso. Maria trema di umiltà, ma accetta. Il suo fiat schiude le porte del cielo e fa trasalire di gioia tutta la terra.
Il grande mistero invocato da secoli si compie, la Vergine diviene il tabernacolo vivente di Dio e nel mondo, intorpidito nel gelo della colpa, si accende la fiamma dell’amore infinito.
L’Arcangelo Gabriele è venuto, come ambasciatore celeste, ad offrirle la dignità sovrumana di Madre di Dio, e ne attende il supremo responso. Maria trema di umiltà, ma accetta. Il suo fiat schiude le porte del cielo e fa trasalire di gioia tutta la terra.
Anche il suo Cuore esulta. D’ora innanzi esso si struggerà, come fiaccola palpitante, davanti al tabernacolo vivo del suo seno. Quel cuore verginale, traboccante di grazia, è in giubilo, perché la divina presenza verrà a deporre il sigillo sulla sua perenne consacrazione. Quel cuore di Madre tripudia, al pensiero che il suo sangue sarà sangue e vita di Gesù. Esulta sapendo che è vicina la redenzione per tutte le anime per le quali Maria già prova quell’immenso palpito materno che Iddio vivente in lei ha acceso nel suo petto. Diventando Madre di Gesù, Maria è diventata anche madre nostra.
Uniamo il nostro gaudio a quello della Vergine e ringraziamo il Signore per aver così altamente onorato la nostra umanità da assumerla nel seno di Maria; per averci donato una madre così tenera e così adorna di privilegi divini.
Imitiamo il grande esempio di umiltà che ci porge il suo Cuore Immacolato. Proclamata Madre di Dio, Maria si protesta sua umile ancella.«Se piacque al Signore la sua verginità, è la sua umiltà che ha attirato Iddio nel suo seno» assicura san Bernardo; e sant’Agostino aggiunge che «l’umiltà di Maria è diventata la scala celeste per cui Iddio discese sulla terra». Preghiamo ardentemente questa nostra buona Madre ad ottenerci l’umiltà del cuore, la disponibilità alla volontà divina, una fedeltà incrollabile al nostro dovere, fino alla morte.
La Redazione
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.