Preparazione alla Consacrazione al C. I. Di Maria – Pratiche speciali della perfetta devozione
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PRATICHE ESTERNE – Benché l’essenziale di questa devozione stia nell’interiorità, non può essa stessa non avere parecchie pratiche esterne che non bisogna trascurare : “Queste cose è bene farle e non ometterle”, sia perché le pratiche esterne fatte per bene aiutano le interne, sia perché fanno ricordare all’uomo, di solito abbandonato alla guida dei sensi, ciò che ha fatto o ciò che deve fare, sia perché sono adatte all’edificazione del prossimo che assiste, ciò che non possono provocare quelle semplicemente interne.
Che nessun mondano, allora, che nessun intelligentone ci metta il becco per insinuare che la vera devozione sta nel cuore, che bisogna evitare la esteriorità, che ci può essere della vanità, che bisogna saper nascondere la propria devozione, ecc…
Posso loro rispondere con il mio Maestro : « Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli! ». Direbbe san Gregorio: non perché si debbano compiere le proprie azioni e devozioni esterne per piacere agli uomini, ed averne delle lodi, che sarebbe vanità; ma le si devono compiere talvolta davanti agli uomini con lo scopo di piacere a Dio e di farlo glorificare per mezzo di quelle, senza preoccuparsi del disprezzo o delle lodi degli uomini.
Citerò prossimamente – soltanto in riassunto – qualche pratica esterna, che io chiamo “esterna” non perché priva di interiorità, ma perché ha qualcosa di esteriore, per distinguerla da quelle puramente interne.
S. Luigi Grignon de Montfort
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