Preparazione alla consacrazione al C.I. di Maria
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Esaù figura dei riprovati
Prima di commentare questa storia tanto bella, è necessario notare, con tutti i Padri e gli interpreti della sacra Scrittura, che Giacobbe è la figura di Gesù Cristo e dei predestinati, ed Esaù quella dei riprovati. Non c’è che da esaminare il modo di comportarsi dei due per capirlo.
Esaù, il maggiore, era forte e di costituzione robusta, bravo ed accorto nel tirar d’arco e nel catturare parecchia selvaggina in caccia; non era quasi mai in casa e, poiché poneva tutta la sua fiducia nella sua forza e nella sua capacità, non lavorava che fuori casa; non si preoccupava eccessivamente di piacere a Rebecca, la madre, e non faceva nulla per questo scopo; era tanto goloso ed era tanto amante della tavola che vendette la primogenitura per un piatto di lenticchie; era, come Caino, pieno di invidia contro il fratello Giacobbe e lo perseguitò fino all’impossibile.
Ecco come si comportano ogni giorno i riprovati: si fidano della loro forza e della ingegnosità negli affari; sono fortissimi, capacissimi e edottissimi nelle cose terrene, ma debolissimi ed ignorantissimi delle cose celesti.
Per questo non restano mai o quasi mai in casa, nella loro casa, cioè nell’interno di sé che è l’abitazione intima ed essenziale data a ciascuno da Dio perché ci rimanga a sua imitazione, poiché Dio è sempre in se stesso. Gli enpi non amano il ritiro né, la spiritualità né la devozione interiore, e considerano meschini, bigotti e selvaggi quanti fan vita interiore e ritirata dal mondo e lavorano più nell’interno che all’esterno.
I riprovati non si curano affatto della devozione alla Madonna, la madre de predestinati; è pur vero: non la odiano, le fanno talvolta espressamente delle lodi, affermano di amarla, e praticano anche di quando in quando qualche devozione in suo onore; ma praticamente non sopportano che la si ami affettuosamente perché essi non hanno per lei le tenerezze di Giacobbe.
Hanno da ridire sulle pratiche devozionali alle quali i buoni figli e servi sono assidui per conquistarne l’amore, perché non credono che tale devozione sia necessaria a loro per salvarsi, e dacché decisamente non odiano la Madonna, o non disprezzano apertamente la sua devozione, ne hanno abbastanza, sono convinti di averne guadagnato le buone grazie, di esserne servi recitando e borbottando qualche preghiera in suo onore, senza affetto per lei né emendamento per se stessi.
I riprovati vendono il loro diritto di Primogenitura, cioè le gioie del paradiso, per un piatto di lenticchie, cioè per i piacéri della terra. Sghignazzano, bevono, mangiano sidivertono, giocano, ballano, ecc… senza preoccuparsi, come Esaù, di rendersi degni della benedizione celeste.
In breve: non pensano che alla terra, non amano che la terra, e non han parole e non agiscono che per la terra ed i suoi piaceri, vendendo per un breve momento di piacere, per una vana fumata di vanità e per un piccolo pugno di solida terra dorata o di argento, la grazia battesimale, l’abito dell’innocenza, l’eredità celeste.
Infine, i riprovati odiano e perseguitano quotidianamente i predestinati, apertamente o segretamente : li aggravano, li disprezzano, li criticano, li burlano, li ingiuriano, li derubano, li ingannano, li depauperano, li sfrattano, li mandano in malora; mentre essi fan fortuna, colgono ogni soddisfazione, vanno con il vento in poppa, arricchiscono, si ingrandiscono e vivono negli agi…
S. Luigi Grignon de Montfort
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