Popolo della famiglia: restiamo uniti!
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È nato il partito della famiglia ed è già un trionfo sul web. In meno di ventiquattro ore sono state più di diecimila le iscrizioni alla pagina ufficiale di Facebook. La domanda però che si stanno facendo in molti è: questo nuova (e per certi versi prevedibile ed auspicabile) scelta cambia lo spirito e il fine del Family Day?
Personalmente credo proprio di no. Credo di no, poiché la necessità di unire gli sforzi del popolo del Family Day
oltre l’idea di una lobby che possa spingere il campo della politica è diventata, dopo il cedimento di NDC al Governo Renzi, una priorità.
Sbaglia chi non riesce più a vedere la politica come il luogo dell’incontro e del dibattito pubblico, luogo che, solo esso, può concretamente garantire un’istanza di cambiamento del Paese. È necessario andare oltre l’idea di una politica così come si è realizzata a causa di “azzeccagarbugli” al servizio di lobby mondialiste e odorosi di poltrone ben remunerate.
La politica è cosa seria ed è il luogo per eccellenza dove si può e si deve tentare di far sentire la propria voce. La piazza rischia di non bastare. E sbagliano anche coloro che richiamano i fantasmi di stagioni ormai passate di partiti “cattolici” che col tempo hanno svenduto, anche loro, principi e valori per giochi di potere.
Questo movimento non nasce nelle sagrestie del potere, ma dal basso, nasce da quel popolo che unitamente convinto, sostiene che la famiglia sia una sola e che i diritti dei bambini vengano sempre e prima di quelli degli adulti. Un partito che si ispira alla famiglia non è un partito monotematico, in quanto la famiglia è il luogo per eccellenza dove si realizza la vita umana, perno naturale della società.
Questo partito vuole rappresentare un popolo che non sia necessariamente solo cattolico, ma che si riconosca nella difesa e nella promozione dei valori della legge Naturale e attraverso essi rifondare il Paese. La recente delusione dei partiti, così detti, di ispirazione cattolica hanno dimostrato il limite e l’impossibilità di compiere questo cammino con le forze politiche oggi in campo. C’è bisogno di una nuova spinta e questa spinta si chiama “Popolo della famiglia”.
Questo non esclude né deve per forza inglobare necessariamente tutti i movimenti che hanno permesso la realizzazione del Family Day. Si tratta di compiere un cammino su diversi fronti che possa generare, insieme ai movimenti, un rinnovamento anche e necessariamente sul piano politico. Si combatte tutti per lo stesso fine. Restiamo uniti!
Matteo Carletti
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