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Pianeta droga

12 Giugno 2011 | Filed under: Dipendenze
     

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Quando ripenso all’Antony che è arrivato in Comunità il primo giorno, mi ricordo che era vecchio dentro, tanto triste e pieno di rabbia. Per anni non mi sono mai guardato allo specchio, odiavo la mia vita, i miei genitori e Dio, odiavo tutti. In Comunità ho avuto la fortuna di avere il tempo di scavare in me stesso e di capire perché ho deciso di distruggermi: mi ricor­do quando avevo quindici anni, poco prima che iniziassi a dro­garmi per la prima volta, ero chiuso in camera e sul il mio let­to piangevo e sentivo, come dice Madre Elvira tante volte, un bambino che piangeva dentro di me e gridava; quel bambino che già da tanto tempo schiacciavo dentro di me e che io non volevo ascoltare.

Sono nato da una mamma che viveva una vita molto triste, si drogava con l’e­roina e da un papa uscito dalla droga che però era molto giova­ne, e per questo sono stato ab­bandonato a cinque anni. Nel tempo mi hanno affidato a sette, otto famiglie: avevo problemi di bulimia, sono sempre stato rifiu­tato dagli altri e mi sono chiuso nel mio mondo. La mia prima droga è stato il sogno: sognavo di diventare una grande star, es­sere amato, ammirato. Fuggivo dal mio dolore sognando.

Mi ricordo che quel giorno che piangevo sul mio letto ero arrabbiatissimo e ho detto: oggi basta, oggi non soffro più. Ho deciso di non soffrire più. Da quel giorno ho iniziato a fare le prime espe­rienze con la droga pensando che fosse la medicina che zittiva quel bambino che piangeva in me. Con la droga non mi sentivo più solo, riuscivo ad accettarmi, non avevo più paura degli altri: mi sentivo “realizzato”. Pensavo di aver trovato quello che mi serviva ma ad un certo punto la realtà ha bussato alla mia porta, l’illusione è svanita e mi sono reso conto di chi ero veramente.

Quando avevo diciassette anni mio papa mi ha ripreso a casa cercando di aiu­tarmi, standomi vicino ma lo ri­fiutavo violente-mente. Avevo paura di cambia­re. Negli anni successivi sono caduto sempre più in basso, ho perso totalmente me stesso, ho tentato varie volte il suicidio, so­no stato in tanti ospedali psichia­trici ma andavo sempre e solo più giù. Una sera, esausto della mia vita, ho gridato, senza sape­re a chi: “Non ce la faccio più!”. Due giorni dopo ho saputo del­l’esistenza del Cenacolo e sono salito sulla collina della casa di Lourdes.

Appena entrato mi so­no sentito subito come a casa, mi commuoveva vedere con che amore mi trattavano gli altri ra­gazzi. Anche nei momenti più difficili l’unica cosa che mi fer­mava era l’amore dei fratelli. Ho fatto tanta fatica a riconciliar­mi con il mio passato, avevo tan­ti ricordi che nei momenti di pre­ghiera mi venivano alla mente e mi spaventavano, avevo paura di lottare. Ogni giorno in cappel­la durante il rosario e guardando il Crocifisso sulla parete mi face­vo numerose domande, tanti perché su tutto quello che era successo nella mia vita.

Un gior­no ho capito che proprio in quei momenti di preghiera la verità entrava nel mio cuore e iniziavo a non sentire più quel peso soffocante sulla mia vita. In quel momento ho sentito nascere in me la speranza, la fiducia che anch’io avrei potuto cambiare la vita e vivere nel bene.La fiducia che mi ha dato la Co­munità mi ha aiutato ad amarmi di nuovo, a rispettarmi e a rispet­tare le persone che mi sono a fianco. Con il passare degli anni mi sono innamorato della Co­munità, ma dovevo ancora af­frontare una grande sofferenza: perdonare mia madre.

Ci è volu­to molto tempo e tanta preghie­ra, mi ha aiutato tanto la confes­sione. Due anni fa sono andato a trovarla e l’ho ringraziata, le ho chiesto scusa e l’ho ringraziata per non avere abortito. Quel giorno lì ho scoperto la gioia, l’a­more e la voglia di vivere. Tutto quello che ho cercato nel vizio l’ho trovato in Comunità.

Quel bambino abbandonato bussa ogni giorno alla mia porta, però la Comunità mi ha insegna­to e mi insegna che devo decide­re io ogni giorno chi sono, che devo abbracciare Antony, l’Antony abbandonato e orgoglioso, l’Antony disordinato e che delle volte fa ancora le cose per farsi vedere, però anche l’Antony che ha voglia di amare, che ha voglia di donarsi; questo è stato il più grande dono che Dio mi ha dato attraverso la Comunità. Oggi soffro però sono un ragazzo felice: non voglio più scappare, voglio amare e servire!

Antony

Comunità Cenacolo

     

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aiutaci, o Padre buono,
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
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Aiutaci a rimanere insieme
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Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
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Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
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rimani sempre con noi,
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AMEN

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