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Pianeta Droga – Testimonianze

4 Febbraio 2011 | Filed under: Dipendenze
     

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Si parla sempre di droga e non mancano mai quelle che auspicano la liberalizzazione della droga, almeno delle droghe leggere. Ma chi ha vissuto l’esperienza degli stupefacenti sa bene che, quando si assumono gli stupefacenti, anche se leggeri, diventa difficile separarsene. Ci vuole la grazie di Dio, l’aiuto delle persone di buona volontà e una buona dose di coraggio. Vi portiamo la testimonianza di una ragazza che ha vissuto la triste esperienza.

Mi chiamo Katerina e voglio rin­graziare tanto la Comunità Cenacolo per­ché mi ha fatto incontrare quel Dio che ha guarito una paralisi peggiore di quella fisica, quella che il peccato ha procurato alla mia vita. Ho vissuto anch’io un passato di tenebre e droga. Non avevo mai accettato il fatto di es­sere rimasta senza genitori. Da sempre mia nonna si è presa cu­ra di me e oggi mi rendo conto di quanto sono stata ingrata per tutti i suoi sacrifici.
Nella mia fa­miglia si respirava ancora l’aria della mentalità comunista e non c’era spazio né tempo per espri­mere i sentimenti. Era importan­te essere forte e fare carriera nel­la vita. Tutto si risolveva sempre con un po’ di vestiti nuovi e qualche soldo in tasca in modo da stare “tranquilli”, ognuno nel proprio interesse. Purtroppo le cose materiali sono diventate la forza e la sicurezza nella mia vita. Le maschere che indossavo per arrivare a quello che volevo era­no tante e cambiavano a secon­da di chi avevo davanti.
Perfino io ho cominciato a credere nelle falsità che dicevo e così, come tanti giovani di oggi, mi sono persa anch’io in un mondo irrea­le e pieno di piaceri illusori. Sono entrata in Comunità molto giovane non sapendo più chi ero. Una semplice domanda mi ha fatto rendere conto della mia falsità; la domanda era quale co­lore preferivo. Non sapevo più ri­spondere perché avevo cinque risposte pronte per ogni persona diversa: ero stufa di vivere così, avevo disperatamente bisogno di trovare qualcosa di vero e di sta­bile per la mia vita.
Osservando l’ambiente pulito e ordinato della Comunità, spazzato anche dietro i mobili dove io non pulivo mai per menefreghismo, vedendo le ragazze vesti­te in modo semplice ma dignitoso, se­rene e sorri­denti, veden­do l’amicizia che avevano tra loro libera dal sentimen­talismo e dall’interesse, sono rimasta colpita e la speranza che pensavo di aver perso è rinata nel mio cuore. Non era facile dir­mi la verità e ancor di più sce­glierla e viverla tutti i giorni. La paura degli altri e di quello che potevano pensare mi bloccava e scappavo nelle falsità.
Ogni bu­gia mi portava a dirne un’altra e poi ancora, pensando di non es­sere capace di cambiare. Mi ri­cordo un episodio piccolo ma forte: dopo aver sentito Madre Elvira dire che la vera libertà non è scappare sempre ma è af­frontare la verità che ci fa liberi, mi sono decisa e per la prima volta nella vita, tra le lacrime, ho ammesso tutte le falsità che ave­vo raccontato a tutti. Mi aspetta­vo una punizione e invece ho ri­cevuto il perdono gratuito delle ragazze che con un sorriso mi hanno teso nuovamente la ma­no. Il loro amore mi ha sorpreso! Pregando mi sono resa conto che era l’amore misericordioso di Dio che mi voleva toccare at­traverso di loro.


Pensavo che Dio non esistesse: il primo mese in Comunità non sa­pevo neppure cosa era l’Eucari­stia. Stare in ginocchio era fati­coso; ero lì, ferma, ma con la te­sta viaggiavo. Ma intanto Lui mi guariva e lentamente faceva chiarezza nella mia vita confusa. Dopo poco tempo è nato il desiderio di confessarmi e chiedere scusa alla mia famiglia, special­mente a mia nonna. C’erano an­che le conseguenze del peccato che con la mia volontà e con l’aiuto degli altri dovevo ancora guarire. Ero orgogliosa, infantile, egoista e irresponsabile, facevo tante cose per essere vista e ap­prezzata dagli altri.
Ancora oggi, quando non prego, mi ritrovo tanto povera ma ho incontrato e credo nella fedeltà di Dio che è più grande delle mie fragilità, che mi risolleva ridan­domi la volontà di essere vera e di camminare nel bene. Ho ricevuto tantissimi doni in Comunità: mia nonna si è con-vertita, ci siamo perdonate e adesso va in Chiesa e prega. Ul­timamente ho ricevuto la fiducia di condividere un pezzo di cam­mino a servizio dei bambini e delle loro mamme nella frater­nità dove vivo. Lo scomodarmi e il donarmi agli altri sono il modo concreto per restituire il bene im­menso che ho ricevuto e sto rice­vendo ancora. Grazie alla Comu­nità ho potuto scoprire la bellezza della fede cristiana che è una crescita continua.

Katerina
Comunità Cenacolo


     

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come il suo e possa aiutarci
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