Perchè speriamo nella famiglia
Questo articolo è stato già letto1095 volte!
Dire famiglia significa dire vita, futuro, quindi speranza. Ogni uomo che viene al mondo tende al suo sviluppo, alla sua crescita ma anche alla costruzione del nuovo attorno a sé nella storia, nel mondo. Tutto questo ha un’origine ben precisa e necessaria sia biologica che umana in senso pieno: la comunione di due persone, un uomo e una donna, una famiglia appunto.
Questa realtà è delineata non da semplice volontà umana; sta scritto infatti: «Dio creò l’uomo a Sua immagine; maschio e femmina li creò» (Gen 2,27). Esiste dunque una società voluta direttamente dal Creatore, segno e riferimento obbligato per ogni altra società più ampia, Chiesa compresa. La famiglia costituisce inoltre la realizzazione parziale ma autentica dell’umanità che è chiamata a diventare tutta una famiglia di figli e fratelli in Dio nel suo Regno.
Proprio per questo l’Introduzione del Direttorio di pastorale familiare inizia dicendo che «La Chiesa stima grandemente il valore perenne della famiglia fondata sul matrimonio, perché istituita dal Creatore e costituisce una pietra fondamentale per l’edificazione della Chiesa e della società» (n. 1). Ora sperare comporta necessariamente attendere con fiducia, mista sempre a trepidazione, che sì compia per noi il progetto di Dio.
Questa speranza va posta innanzitutto in Dio ma anche negli “strumenti” che Lui ha voluto per mettere in atto il suo disegno di vita e di amore. E qui occorre richiamare una verità elementare, ma troppo spesso dimenticata: la vita eterna è subordinata alla vita terrena e cioè nessuno può “rinascere” se prima non è nato; il dono dell’esistenza è la premessa indispensabile per poter diventare figli di Dio. Ogni volta perciò che gli sposi donano la vita compiono un gesto di fede e di speranza non solo umana, ma anche nell’eternità, in Dio.
Nel Direttorio si parla del vangelo del matrimonio e della famiglia (Cf nn. 4-22), ponendolo come contenuto primo e principale della pastorale familiare. Vangelo in duplice significato: come il “buon annuncio” che la Parola di Dio ha sul matrimonio e sulla famiglia, ma pure nel senso che questi sono in sé stessi “un buon annuncio ” per gli uomini di ogni tempo (Ci n. 8). Quale annuncio? Che Dio attraverso il continuo dono di nuove vite umane ci dice ancora che non è stanco di noi, ma ci ama, ci attende, ci segue con grande affetto e rispetto, ci offre la sua amicizia, la sua comunione, la sua stessa vita.
Dio ci dice dunque che il suo amore è più grande delle nostre piccole vedute, dei nostri calcoli meschini anche e soprattutto nel donare la vita. Ci ricorda che il futuro è nelle sue mani, non nelle nostre, né di coloro che noi riteniamo “i grandi”. La famiglia è il “luogo” per eccellenza in cui questa presenza misteriosa ma reale di Dio opera e si manifesta. Famiglia dunque per sperare? Per grazia di Dio, sì, anche oggi.
+ Sebastiano Dho
Vescovo di Alba
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.