Per me hai voluto soffrire tanto
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Chi mai soffrì come Te, o amabile Gesù, Giudice Eterno, e quindi valutatore mirabile di ogni ingiustizia che ti colpì? Chi come Te provò lo spasimo di sentirsi derelitto ed indifeso in mezzo al mugghiare di tanta spaventosa tempesta? Con quale sguardo addolorato dovesti Tu vedere i tuoi nemici che cantavano vittoria, vedendo in quel trionfo manomesso l’onore e la gloria di Dio?
Piansero gli Angeli intorno alla Croce, pianse Maria piansero i tuoi più cari, piansero i cieli oscurati, piansero i monti spezzati, perché mai videro un’ingiustizia più grande. Per me hai voluto soffrire tanto, o mio Gesù, per consolarmi, per farmi sentire che il trionfo dell’empietà e dell’ingiustizia non deve turbarmi.
Che importa a me che trionfano i perversi nel mondo, che è misera valle di pianto? Che cosa potrebbe trionfare nel letamaio se non il letame? E che cosa trionfa nel nido degl’insetti se non l’insetto? Potrebbe mai trionfare nella tana delle iene l’uccello di paradiso, o nelle caverne dell’urango un tenero bambino innocente?
Tutto il trionfo degli empi si riduce alla tua grande parola, o Gesù: Questa è l’ora vostra e la potestà delle tenebre; il mondo è l’ambiente delle tenebre, è logico che in esso trionfino le tenebre nell’ora che hanno. Io perciò, mio Signore, non mi farò affascinare dalla potenza dei perversi, ma dirò: Sia lungi da me il consiglio degli empi; mi unirò a Te nella via del Calvario, mi reputerò beato quando gli uomini mi maledicono, ed aspetterò con fiducia l’ora tua ed il tuo eterno trionfo.
don Dolindo Ruotolo
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