Per formare il popolo sacerdotale
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Con queste parole prende l’avvio la Preghiera di Ordinazione che, dopo il rito della Imposizione delle mani, il Vescovo pronuncia per consacrare un nuovo presbitero.
Prendo spunto da queste parole per offrire un breve pensiero che come sempre introduca il presente numero di UacNotizie. Perché questa scelta? La Chiesa italiana sta pensando molto ai ministri ordinati, tanto che i nostri Vescovi hanno deciso di dedicare a questo tema una sessione straordinaria dell’Assemblea Generale, che si svolgerà in novembre ad Assisi.
Queste parole, messe all’inizio della preghiera di Ordinazione ci aiutano a recuperare con chiarezza e forza la identità del ministero ordinato. Identità che nei decenni seguiti al Concilio sembrava essersi resa a dir poco problematica e confusa.
E allora quando le convinzioni di fede si fanno confuse e rischiano di essere smarrite, bisogna ricorrere a fonti sicure, nel nostro caso, alle formule della liturgia di ordinazione, in ossequio alla grande regola della teologia: “Lex orandi, lex crederteli”.
Proviamo dunque a costruire la nostra riflessione partendo da una ipotetica domanda: Ma in fin dei conti, a che serve un prete? Ecco, la liturgia ci dice con chiarezza adamantina, senza tentennamenti né incertezze: II ministero ordinato serve a “formare il popolo sacerdotale”.
Detto in altri termini, noi non siamo preti per noi, il Signore affidandoci questo ministero, non ha inteso conferirci un onore, un ruolo di prestigio che ci costituisce in casta, separandoci dal resto del corpo ecclesiale e rin Per questo anno che viene abbiamo pensato a come declinare il “col mondo”, dove il “con” esprime compagnia, attenzione e condivisione delle gioie e dei dolori, delle fatiche e delle speranze, degli uomini, proprio come dice la Gaudium et Spes. In questo quadro di riferimento ci proponiamo di esprimere una particolare attenzione alle nuove povertà che affliggono larghi strati del popolo di Dio affidato a noi preti, nuove povertà generate dalla diffusa crisi economica e di valori che si respira oggi.
Per quanto riguarda il prossimo anno associativo, torniamo a pregare tutti i confratelli iscritti ad essere più solleciti nell’invio delle iscrizioni entro i primi mesi dell’anno. Tante, tantissime ci sono pervenute durante il tempo estivo…
Nonostante i tempi difficili, abbiamo deciso di non aumentare la quota di iscrizione, che resta così fissata a Euro 25.00. Soltanto abbiamo pensato di eliminare la facoltà per i direttori diocesani di trattenere 2 euro per ogni iscrizione per le spese del circolo diocesano. Per coloro che, insieme all’iscrizione annuale, fanno anche l’abbonamento a Presbyteri, la quota è fissata a Euro 65.00, da inviare all’UAC (non a Presbiteri!!), specificando la causale. Sarà la segreteria UAC ad inoltrare a Presbyteri la quota di competenza.
Quando vi arriverà questo numero della nostra UACNotizie, saremo ormai alle porte del Convegno Annuale. L’inserto centrale di questo numero vi racconta tutto quello che accadrà in quei giorni. Inutile dirvi che aspettiamo tante, tante iscrizioni.
Infine, su sollecitazione della casa editrice TAU, abbiamo deciso di rinnovare questa nostra Rivista, definendo un progetto editoriale che abbracci l’intera annata e ridisegnando anche la sua veste grafica. Ci auguriamo che incontri il vostro gradimento. A tutti il mio più cordiale saluto e augurio di buon lavoro.
Don Luigi Mansi
Presidente Nazionale U.A.C.
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