Pellegrini nel nome di Gesù
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Che cos’è il pellegrinaggio? È il simbolo della nostra vita che a volte è lunga, a volte è breve, non sappiamo quanto dura ma è comunque un itinerario verso Dio: camminiamo verso il Signore perché è Lui la stella polare, il punto di attrazione della bussola che guida il nostro cammino; se perdiamo l’orientamento sbandiamo a destra o a sinistra, il nostro andare vacilla. Pellegrinare vuoi dire avere lo spirito dei poveri, perché il pellegrino è un povero: pensate quando si andava a piedi con un pezzo di pane nella bisaccia e finito quello bisognava stendere la mano.
Avere lo spirito di povertà vuoi dire riconoscere che siamo povera gente, che abbiamo bisogno di tutto, soprattutto della grazia del Signore che ci riempie il cuore. Poi il pellegrinaggio è anche sentire il bisogno l’uno dell’altro. Quando si cammina insieme uno ha bisogno dell’altro: quando qualcuno si stanca ha bisogno che gli altri lo sostengano, quando qualcuno corre troppo ha bisogno che lo fermino. Questo vuoi dire essere pellegrini nel nome del Signore: scoprire che l’altro è un dono, una ricchezza nella nostra vita.
Vorrei dirvi una parola semplice sul perché di questo nostro pellegrinaggio. Andiamo perché abbiamo bisogno di trovare qualcosa, abbiamo bisogno di incontrare Qualcuno. È vero che lo abbiamo incontrato tante volte, ma ne sentiamo sempre di più il bisogno. Ci recheremo insieme alla Porta Santa; due cose sono centro d’attrazione a Roma: la Porta Santa e il Santo Padre. Cominciamo dalla Porta Santa. La Porta Santa è Gesù Cristo, credo che un po’ ve ne siate già accorti nella vostra vita.
Se uno trova Gesù Cristo ha risolto tutti i suoi problemi, tutti! Andare a quella Porta Santa significa aderire a Cristo, dirgli: “Gesù ci sto, sto dalla tua parte, ti ringrazio che mi hai preso con te”; passare per quella porta vuoi dire rinnovare la nostra adesione profonda, forte, chiara a Gesù Cristo Salvatore e Signore della nostra vita, arrenderci a Lui, stare nella sua squadra, in una parola rinnovare la nostra fede. Nella bolla che indice l’Anno Santo il Santo Padre dice che dobbiamo fissare gli occhi sul mistero dell’incarnazione, su Gesù.
Questo è il vero Giubileo! Cosa sarebbe la nostra vita se non ci fosse Gesù? Sarebbe senza speranza, senza gioia nel cuore, senza perdono. L’altra cosa di cui sentiamo il bisogno, almeno io lo sento tanto, è quello di essere perdonati, purificati, rinnovati, lavati, rimessi a nuovo, rimessi bene in piedi, perché se guardiamo alla nostra vita onestamente e facciamo i conti con noi stessi, ci accorgiamo che ci sono tante pagine’ fallimentari. Ma la sorpresa è che Gesù non ci condanna, ci accoglie, ci perdona, ci rimette a nuovo, ci abbraccia, basta che andiamo a Lui con cuore aperto e sincero.
Ecco, questo è il secondo motivo per cui andiamo: per accogliere il perdono grande, generale; perdono che riceviamo attraverso il sacramento della confessione e l’indulgenza della Porta Santa. Il Signore vuole rinnovarci di dentro, ridare forza al nostro cammino, farci sperimentare la vita nuova che nasce dal sentirsi amati da Lui. Il Giubileo ci invita poi a riconciliarci con tutti. Guardate Gesù: non ha mandato via mai nessuno, non ha mandato via il lebbroso e neppure Zaccheo che era ricco e carico di soldi guadagnati ingiustamente, li ha accolti tutti e a tutti ha dato il perdono e la pace. Se Gesù ha fatto così anche noi dobbiamo seguire il Suo esempio, ritrovarci fratelli più fratelli, soprattutto con quelli che sono più deboli, che hanno bisogno di una mano. Questo è il significato del nostro pellegrinaggio.
Non abbiate paura, vivete bene questa attesa di incontrarvi con Gesù per ritrovarvi in una fraternità riconciliata. La Comunità che cos’è se non questa grande famiglia? E poi incontreremo il Papa, gli potrete dire la vostra fedeltà, il vostro grazie per il coraggio che questa persona straordinaria ha di annunciare Gesù Cristo in tutto il mondo, dove lo ascoltano e dove non lo ascoltano. È un dono grande quello che stiamo vivendo. Buon pellegrinaggio a tutti!
Madre Elvira Petrozzi
Comunità Cenacolo
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