Paravati Clinica dello spirito e oasi della pace
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Sono andato in Calabria a fine ottobre por vivere qualche giorno di pace e serenità staccandomi temporaneamente dal mio lavoro esasperato e soprattutto, per essere a Paravati in occasione del 2° anniversario della salita al ciclo di mamma Natuzza.
Sono decenni che vengo in questo luogo per me Santo; prima, c’era il bisogno di incontrare mamma Natuzza e ricevere i suoi preziosi consigli, oggi sento ancora il suo richiamo e l’esigenza di incontrare gii amici della Fondazione: padre Michele, don Pasquale e don Maurizio che, con i tanti ricordi, mi aiutano a sentirla sempre presente e viva,
Questi sacerdoti che da decenni incontro, sono per me un balsamo Spirituale; il tempo passato insieme a loro è un lusso per la mia anima.
Il venerdì, ho partecipato alla bella preghiera pomeridiana, intensa e coinvolgente; poi ho pregato in solitudine sulla tomba di Natuzza, aprendo il mio cuore e scaricando i miei pesi e quelli dei miei numerosi amici, che mi avevano affidato le loro intenzioni.
Sono contento di fare questo per i miei conoscenti, perché ricordo che questo piaceva a mamma Natuzza; le piaceva quando leggevo lettere, chie¬devo consigli e preghiere per ammalati o giovani disagiati; lei un giorno mi disse: “tu sei un messaggero dì carità”. Queste sue parole mi caricano ancora di indimenticabile gioia.
Sabato, dopo un po’ di meditazione alla Fondazione, sono partito per Nicotera, un luogo marino che mi ricorda la mia infanzia d’estate e la mia famiglia. Amo camminare scalzo sul bagnasciuga del mare, riesco ad alternare la preghiera alla lettura e questo mi rilassa molto. Verso la una ho pensato di andare a trova¬re dei vecchi amici che gestiscono una famigliare trattoria a Ncotera alta: i coniugi Leone, molto devoti dì mamma Natuzza.
La cosa bella e straordinaria che mi è capitata è che, mentre mi arrampicavo sugli scogli per raggiunge¬re la meta per sfamarmi, ho sentito un forte bisogno dì pregare, e così, risalendo la collina sassosa, ho iniziato a recitare i misteri del Rosario,
sentendomi immerso in tanta pace. Non so cosa capiti alla mente umana in alcuni momenti, ma posso assicurare che mi è venuta lucidamente presente mamma Natuzza e che più volte mi ha raccomandato di pregare, di pregare in famiglia, con i figli superando ogni vergogna e di insegnare a pregare.
Ho pensato all’Opera grandiosa di Paravati e al richiama forte che sento, capace di farmi mollare temporaneamente il lavoro, gli impegni e volare per Lamezia.
Paravati un luogo per me santo, dove migliaia dì persone ogni anno e da ogni luogo d’Italia e del mondo vi giungono portando le proprie pene, offrendo preghiere, digiuni per poi chiedere grazie per i propri ammalati e familiari.
Paravati luogo Benedetto dove ha vissuto mamma Natuzza, dove calcando quei luoghi ha incontrato Gesù e Maria, Paravati luogo dove sì distribuiscono migliaia di S. Comunioni, dove si respira una Fede popolare, una Fede contagiosa e ci si sente migliori.
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