“Para que no muera la esperanza, mamá, cuéntamelo de nuevo”
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“Para que no muera la esperanza, mamá, cuéntamelo de nuevo” (Perché non muoia la speranza; mamma raccontamelo di nuovo). Così il Venerdì santo di quest’anno, pregava un sudamericano.
Stava con il corpo leggermente piegato, mentre le sue mani accarezzavano il volto del simulacro del Cristo morto, come la madre il proprio figlio. Poi si è raccolto in silenzio, ma lo sguardo lasciava trasparire il dialogo implorante che avveniva nel suo cuore: “Madonna Santa, parlami di Lui, quando la tua anima si aprì ad accoglierlo nel grembo. Parlami di Lui, quando venne alla luce a Betlemme. Parlami di Lui, straniero in terra d’Egitto. Raccontami della sua vita a Nazareth.
Raccontami di Lui, quando cominciò a dire a tutti di convertire a Dio il proprio cuore e il proprio sguardo, quando riunì attorno a sé i discepoli, quando nell’ultima cena prese il pane e la coppa di vino e comandò ai suoi di fare questo in sua memoria. Raccontami del catino che gli servì per lavare i piedi dei discepoli e della notte al Getsemani dove si consumò il tradimento. Parlami di Lui, della flagellazione e della condanna. Parlami di lui inchiodato mani e piedi alla croce, con una corona di spine sul capo. Raccontami le sue ultime parole… Parlami della speranza che dalla tomba vuota cominciò a correre per le strade del tempo e lungo i secoli della storia”.
La supplica implorante di quell’uomo mi accompagna… “Para que no muera la esperanza, mamá, cuéntamelo de nuevo”. E con lui ripeto: «Raccontami di Cristo, nostra Pasqua. Raccontami del Risorto, vivo per sempre e sempre con noi. Raccontami di Lui, perché il mondo, oggi, è in debito di speranza. Sulle labbra di tanti sta lo sconforto dei discepoli di Emmaus: “Noi speravamo”…».
La rarefazione della speranza si sente nell’aria e quando manca il respiro, il passo rallenta e gli orizzonti si annebbiano. “Mamá, cuéntamelo de nuevo”: «Parlami di Lui, pellegrino sulle strade di tutte le Emmaus del mondo. Parlami di Lui perché la sua parola torni a ravvivare il nucleo incandescente della fede, come accaduto ai due discepoli che se ne tornavano a casa tristi. L’incontro con il Risorto ha cambiato la loro vita e cambia la nostra. La vita trasformata da Cristo, come onda benefica, avvolge la vita di chi ci ascolta».
Maria, madre di Gesù e madre nostra, ottieni a tutti e a ciascuno il dono della gioia di credere e di annunciare la gioia del risorto. Ha scritto Madeleine Delbrêl, grande guida spirituale del secolo scorso: “Poiché le parole non sono fatte per rimanere inerti nei nostri libri, ma per prenderci e correre il mondo in noi, lascia, o Signore, che di quella lezione di felicità, di quel fuoco di gioia che accendesti un giorno sul monte, alcune scintille ci tocchino, ci mordano, c’investano, ci invadano. Fa’ che da essi penetrati come “faville nelle stoppie” noi corriamo le strade di città accompagnando l’onda delle folle contagiosi di beatitudine, contagiosi di gioia. Perché ne abbiamo veramente abbastanza di tutti i banditori di cattive notizie, di tristi notizie: essi fan talmente rumore che la tua parola non risuona più. Fa’ esplodere nel loro frastuono il nostro silenzio che palpita del tuo messaggio”.
Don Arturo Bellini
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