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Omelìe “interminabili e noiose”

17 Febbraio 2014 | Filed under: Clero, Notizie, UAC
     

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WCENTER 0WFEBANEOJ NOMEORIG IMGBAFGG -  (TOIATI POSOCCO - SAN PAOLO 01) - PER SPINELLI

La domanda (posta via e-mail) era: “Dite La vostra risonanza all’invito fatto da papa Francesco il 4 ottobre scorso nella Cattedrale di Assisi: “Via quelle in­terminabili, noiose omelie, delle quali non si capisce niente”.

Bravo, papa Francesco! Hai ragione, papa Francesco. Dobbiamo tutti, sempre più, impegnarci a par­lare direttamente ai fedeli, senza tanti foglietti tra le mani, con parole semplici e con riferimenti anche all’attualità.

Non è sempre facile, soprattutto quando si è di fronte ad anziani, adulti e fanciulli del catechismo; non dobbiamo, però, arrenderci.

Un piccolo sforzo e tutto diventa, con la grazia del Signore, più facile.

Potremo, infatti, far tesoro di tanti studi fatti in preziosi anni di preparazione e di molteplici esperienze pastorali. Non comportandoci, però, da “professori”, ma da innamorati della pa­rola di Dio, fonte della vita spirituale di rutti, ministri ordinati, religiosi e laici.

d. Sergio Andreoli, Foligno

Omelia, non predica che spegne la lampada, anziché accenderla

L’esortazione del papa deve essere recepita nel giusto senso. La voce di chi parla potrebbe essere anche roca o poco gradevole, ma sul contenuto non si deve transigere, perché ogni omelia è e deve essere attualizzazione della Parola af­finchè raggiunga il cuore e diventi legge di vita. La “comprensibilità” racco­mandata (o l’incomprensibilità rimproverata) sta a significare: rendere viva e at­tuale la Parola, e insegnare a viverla.

Di fronte a “prediche” che sono sciatte ripetizioni di testi letti e per nulla at­tinenti alla vita, scontati rimproveri, improduttive polemiche, prolisse raccoman­dazioni o pensierini infantili, chi ascolta si stanca, è soffocato dalle “parole” mentre dovrebbe uscire dalla chiesa confortato nella fede, incoraggiato nel modo di viverla, pronto ad affrontare l’oggi e il domani alla luce del Vangelo.

Spesso, proprio lì dove la Parola viene proclamata e commentata, – “lampada ai miei passi la tua Parola”- Troppe volte 1′ omelia spegne la lampada anziché accenderla.

prof.ssa Clara Burini De Lorenzi, Roma

Coniugare scienza teologica e sapienza spirituale – Quest’esortazione di papa Francesco suscita in me, a pelle, almeno due con­siderazioni: la prima è relativa al fatto che per mettere in pratica tale sollecita­zione papale è necessario che il predicatore abbia fatto in se stesso una sintesi completa ed efficace del mistero cristiano, per poterlo annunciare ed esprimere in modo compiuto, completo e conciso; la seconda considerazione è relativa al fatto che non si può e non si deve pretendere che l’omelia supplisca o si so­stituisca alla restante opera educativo-catechetica che inerisce alla pastorale nella sua globalità. Da queste due considerazioni epidermiche ricavo due rifles­sioni.

La prima riguarda il fatto che è precisa responsabilità del ministro ordinato curare la propria spiritualità e la propria assidua frequentazione e assimi­lazione del mistero cristiano, offertoci mirabilmente dalla e nella liturgia, per poter donare cibo ben digeribile al proprio gregge. In tal modo la scienza teolo­gica è sempre più da coniugarsi con la sapienza spirituale, che ha il proprio ver­tice nella carità pastorale.

La seconda riflessione riguarda la necessità, senza mai arrenderci davanti alle delusioni, di sviluppare sempre più e sempre meglio nelle nostre comu­nità una catechesi capillare e inter-generazionale, perché non si pretenda di far stare il molto nel poco, ma si coordini e si collochi il momento mistago-gico dell’omelia nei tria munera (liturgia, catechesi e carità), praticabili anche alla luce dei cinque ambiti del Convegno della Chiesa Italiana a Verona.

d. Fernando Bellelli, Modena-Nonantola


     

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Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
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S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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