Omelia di S.E. Mons Henryk Hoser Visitatore Apostolico per la Parrocchia di Medjugorje
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Al termine del Festival dei giovani
“Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio? Ecco la domanda che ci poniamo alla fine del nostro Festival, ricco d’esperienze, momenti intensi, vissuti nei vostri moltissimi incontri, nelle conoscenze fortificate anche per il futuro: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”
Oggi, come in ogni Messa, il Signore ci invita a prendere i Suoi doni esposti su due tavole, cioè sulla tavola della Sua Parola e sulla tavola della Sua Eucaristia. Ambedue sono assolutamente indispensabili per continuare il nostro cammino di vita, la nostra via che conduce all’obiettivo finale.
In Africa la saggezza dice che, “Se hai perso la tua strada e tu non sai più dove andare, ricordati allora da dove tu sei venuto”. Voi siete venuti dal mondo intero, dai differenti continenti e dai molti paesi. Le differenze tra di voi sono enormi.
Il Documento preparatorio del Sinodo dedicato ai giovani, che si svolgerà in Roma in ottobre, dice:
«Le forti disuguaglianze sociali ed economiche che generano un clima di grande violenza e spingono alcuni giovani nelle braccia della malavita e del narcotraffico;
un sistema politico dominato dalla corruzione, che mina la fiducia nelle istituzioni e legittima il fatalismo e il disimpegno;
situazioni di guerra ed estrema povertà che spingono a emigrare in cerca di un futuro migliore.
In alcune regioni pesa il mancato riconoscimento delle libertà fondamentali anche in campo religioso, e delle autonomie personali da parte dello Stato, mentre in altre l’esclusione sociale e l’ansia da prestazione spingono una parte del mondo giovanile nel circuito delle dipendenze (cioè droga e alcool in particolare) e dell’isolamento sociale.
In molti luoghi povertà, disoccupazione ed emarginazione fanno aumentare il numero dei giovani che vivono in condizioni di precarietà, tanto materiale quanto sociale e politica».
Dall’altra parte, tutti conosciamo i drammi di tanti profughi ed immigrati che ci sono nel mondo, e il loro numero arriva a milioni.
Ci sono i paesi cosiddetti sviluppati, dove si vive la sazietà dei beni materiali, un iperconsumismo, la vera dittatura del mercato, la moda di lusso come ideale di vita egoista ed insensibile verso gli altri.
Le famiglie si decompongono e ricompongono facilmente, senza preoccupazione della sorte dei bambini, sottomessi ad uno sconforto ed alla miseria psichica e spirituale.
Queste zone divengono purtroppo come il deserto spirituale, dove la solitudine, la perdita di senso e del valore della vita gettano i giovani verso la tristezza, verso la depressione e a volte al suicidio. Una tale vita è proprio pagana.
San Paolo non aveva dubbio a proposito di tale comportamento. Abbiamo sentito oggi le sue parole: «Vi dico, dunque, e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come pagani con i vani pensieri». E ci esorta: «ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità».
Cari giovani, siete arrivati dal mondo, che da una parte vi attira ma dall’altra parte vi ripugna. Attira per tanti suggerimenti, per la pubblicità presente dappertutto, per tante proposte dello stile di vita. Ripugna – i dubbi e le incertezze sono numerose: chi dice la verità e chi mente? Quale proposta ed offerta è buona e quale è pericolosa? A chi credere e di chi aver fiducia?
Il tempo della giovinezza è relativamente breve, dopo l’infanzia e prima dell’ età adulta, e poi vi è l’età senile. Il tempo è breve ma forse è il più importante, cioè questo è il periodo presente, il periodo delle scelte e delle decisioni fondamentali, che sono determinanti per tutta la vita futura.
In quanto a noi, come cristiani invece scopriamo il nostro Maestro, Gesù Cristo che dice di se stesso, quando uno dei Suoi discepoli Gli pone una domanda fondamentale sulla via da prendere: «Come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Io sono il pane della vita».
La risposta è succinta, ma contiene tutto. Spero dunque che durante questo Festival avete intravisto almeno l’inizio della strada da percorrere. La persona di Cristo è davvero affascinante, ma prima bisogna incontrarlo e conoscerlo.
Ascoltate dunque questo dialogo. Due giovani, sentendo parlare di Lui – di Cristo – seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava, e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Oggi, alle sette di sera (orario della S. Messa), Gesù si volta verso di noi e ripete la stessa domanda: «Che cosa cercate, chi cercate e perché lo cercate?».
Gesù è un Maestro sicuro. Non tardate ad iscrivervi alla Sua scuola. Alla stessa scuola troverete una Maestra: Maria Madre di Dio, Maria Educatrice e Regina della Pace! Una tale scuola vale di più delle migliori università del mondo! Maria non si stanca di ribadire, a proposito di Suo Figlio «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!». Tale è la risposta alla domanda iniziale: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”.
Amen.
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