Nulla è Impossibile a Dio
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“Chi mangia questo pane vivrà per sempre”
Gesù si trova nella sinagoga di Cafarnao e nel discorso sul “pane di vita”, manifesta che la moltiplicazione dei cinque pani d’orzo, nutrimento dei poveri, era stato un segno indicativo di un fatto più grande e importante.Egli rivela che è il pane vivo che può e deve essere mangiato, affinché gli uomini abbiano la vita. Sì, Gesù è pane di vita.
Egli è pane per tutti, pane che non perisce, è dono sostanziale per ogni uomo.Gesù stesso afferma: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo” (v. 51a), “Io sono il pane della vita” (v. 48); parole sconsiderate, assurde , motivo di scandalo, di violenti critiche da parte dei presenti avversi e astiosi nei suoi confronti. Ma Egli lascia cadere le loro critiche, contestazioni e continua dicendo: “E il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (v. 51b).
È sbalorditivo, assurdo, ripugnante per quanti l’ascoltavano, per i suoi interlocutori mangiare la carne umana era nell’Antico Testamento azione abominevole e segno di maledizione di Dio, bere il sangue degli animali, e maggiormente degli esseri umani, era proibito dalla legge; essi non riconoscono la sua origine divina: “Dio da Dio, Luce da Luce”, in quanto è un uomo come tutti; non comprendono che Gesù è la Parola fatta carne e che la vita dell’uomo sta nella comunione con Lui.
La carne di Gesù è dono totale d’amore, è manifestazione di quel Dio-Abbà, che nessuno ha visto mai. La sua carne: corpo dato, sangue versato è la salvezza. E chi mangia la sua carne e beve il suo sangue ha la vita eterna, vive da figlio e sarà risuscitato nell’ultimo giorno (cfr vv. 40.54) Chi mangia e beve di Lui rimane in comunione d’amore con Lui, vive di Lui; la sua fame e sete è saziata, neppure la morte interromperà la comunione, e partecipa al suo mistero pasquale.
“Chi mangia questo pane vivrà per sempre” (Gv 6,58).
Colui che ha il potere di moltiplicare i pani, di camminare sulle acque, avrà anche il potere di cambiare il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue. “Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: ‘Ho desiderato ardentemente di mangiare la Pasqua con voi, prima della mia passione’. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: ‘Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me’. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: ‘Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi’ ” (Lc 22, 14-15.19-20).
Ho avuto la grazie di predicare gli esercizi spirituali ai mie fratelli sacerdoti, e condivido a questo punto la Parola che ho spezzato con loro: “In questo modo viene istituita l’Eucaristia: come segno del corpo dato e del sangue versato, e cioè del sacrificio totale di sé che Gesù compie per noi e per la nostra salvezza. Corpo dato, sangue versato, offerti in sacrifico per la redenzione dell’umanità. Dio che nel Suo amore si dà!
Dio Presente, che “freme in noi come una corrente ad alta tensione” (Paolo VI). Mistero infinito! Mistero indicibile che soltanto in cielo ne capiremo tutta la sconvolgente realtà. L’Eucaristia “ è fonte e apice di tutta la vita cristiana” (Lumen Gentium, n. 11), è l’atto fondamentale della vita della Chiesa, è il centro in cui batte il cuore della stessa Chiesa. L’Eucaristia è amore pieno , fonte di ogni pensiero, parola, azione d’amore puro, sorgente di carità, dono di sé, offerta senza misura, totale, della propria vita consegnata fino in fondo, fino alla fine.
Eucaristia “Mistero immenso … mistero di misericordia! Gesù avrebbe potuto fare per noi qualcosa di meglio? Nell’Eucaristia ci dimostra un amore che va fino in fondo. Un amore smisurato” (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia). L’Eucaristia è il Sacramento dell’Amore, di tutto l’amore; contiene Gesù vivo e vero che è “Dio-Amore” (cfr. 1 Gv 4,8) e che ci ha amato fino all’eccesso (cfr. Gv 13,1), contempliamo – adoriamo-aderiamo dunque a Dio-Amore che sulla croce si donò sino all’estremo, abbracciando ed eliminando ogni lontananza.
Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici (cfr. Rm 5,8; 1Gv 4,10).
L’Eucaristia è il “Corpo dato” e “Sangue versato” di Cristo per la vita del mondo; è dono che ci trasforma per prendere la forma di Cristo”.
“Chi mangia questo pane vivrà per sempre” (Gv 6,58).
Mistero immenso d’amore, d’infinita misericordia, Mistero della fede! “Con questa espressione pronunciata immediatamente dopo le parole della consacrazione, il sacerdote proclama il mistero celebrato e manifesta il suo stupore di fronte alla conversione sostanziale del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore Gesù, una realtà che supera ogni comprensione umana. In effetti, l’Eucaristia è per eccellenza “mistero della fede”: “è il compendio e la somma della nostra fede”. La fede della Chiesa è essenzialmente fede eucaristica e si alimenta in modo particolare alla mensa dell’Eucaristia” (Benedetto XVI, Verbum Domini, n. 3).
Mangiare l’Eucaristia è mangiare l’Amore che ci assimila a Lui e rende idonei ad amare con lo stesso amore con cui siamo amati; è partecipazione alla vita dei Tre. È grazia, dono, gioia. È l’ora in cui, resi “concorporei”, consanguinei di Gesù, riceviamo il comando di donarci fino alla fine, fino al culmine, come Gesù.
Eppure quanta superficialità per vivere la Santa Messa, nel mangiare il Corpo di Cristo, e pensare che “Vengono offerte somme favolose perché rubino ostie da destinare a queste messe nere. D’altra parte, gli adepti comprendono immediatamente se un’ostia è consacrata o no. Qualcuno ha cercato di ingannarli, ma hanno subito compreso che non si trattava di Gesù. È una prova a contrario che Satana è più lucido di noi.. comprende perfettamente dove Gesù è realmente presente” (Daniel Ange, Gesù il tuo Amore, Elledici, 1998).
“Chi mangia questo pane vivrà per sempre” (Gv 6,58).
Mangiare l’Amore, essere con Gesù per gli altri ogni altro. “Allora a mia volta diventerò anch’io presenza reale per gli altri. A forza d’essere presente alla Presenza, sarò totalmente presente a colui/colei ch’Egli metterà sulla mia strada. Anzi, di più: lascerò che Lui mi doni agli altri… Mi lascerò offrire, mangiare… Diventerò insomma ciò che ricevo. Lascerò che attraverso me Lui sia per gli altri ciò che in me è per me. Lui è presente a me come se io fossi solo al mondo… oggi sarò presente a ognuno come se non avessi nessun altro da incontrare. Poserò su di lui uno sguardo che lo farà esistere. Cosi diventerò eucaristia vivente, la gioia sua e di tutti” (idem).
“Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv 13, 15).
Colui che mangia il pane della vita s’immerge nel mistero pasquale e la sua esistenza viene completamente afferrata dal mistero stesso ed è a quel punto idoneo a fare della sua vita un dono, offerta, sacrificio. “Il discepolo di Cristo è un testimone. La testimonianza cristiana – scriveva don Pino Puglisi- va incontro a difficoltà, può diventare martirio. Il passo è breve, anzi è proprio il martirio che dà valore alla testimonianza. Ricordate San Paolo: “Desidero ardentemente persino morire per essere con Cristo” .
Ecco, questo desiderio diventa desiderio di comunione che trascende persino la vita.
don Tiziano Soldavini
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