Non si può dimenticare Dio
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La dimenticanza del Creatore rischia di rinchiudere l’uomo in se stesso, in un egocentrismo che genera un’incapacità d’amare e d’impegnarsi in modo durevole, provocando una frustrazione crescente dell’aspirazione uni-I versale all’amore e alla libertà. Perché l’uomo creato a immagine di Dio e per la comunione con lui non può pienamente ritrovarsi se non attraverso il dono sincero di sé.
Lo sviluppo della sua persona passa attraverso questo dono di se stesso che significa apertura all’altro, accoglienza e rispetto della vita. Ma l’uomo d’oggi non accetta i limiti posti alla sua capacità di governare la trasmissione e la fine della vita. La manomissione incontrollata di questo potere di vita e di morte, tecnicamente possibile, minaccia pericolosamente ! l’uomo stesso.
Perché, secondo la dura espressione di Giovanni Paolo II, una «cultura di morte» s’impone in molte società secolarizzate. La morte di Dio nella cultura, porta con sé, quasi inevitabilmente, la morte dell’uomo. La santa Eucaristia contiene il nucleo essenziale della risposta cristiana al dramma di un umanesimo che ha perso il suo riferimento costitutivo al Dio creatore e salvatore.
Essa è la memoria di Dio che salva. Memoriale della morte e della risurrezione di Gesù Cristo, essa porta al mondo il Vangelo di quella pace definitiva che, tuttavia, nella vita presente, resta un oggetto di speranza.
Padre E. Scognamiglio
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