Non perdere il "treno"
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Penso spesso a come sia importante saper vivere il momento del dolore, della sofferenza, dell’emarginazione, della solitudine, il momento del fallimento, della delusione, dell’infedeltà; momenti che fanno parte del vissuto umano perché fanno parte della realtàumana. Qualche volta il Signore vuole farci partecipi del dolore umano, e dobbiamo maturare questa capacità di soffrire e contemporaneamente offrire, e per fare questo è necessario dire, urlare a Dio la nostra sofferenza, inginocchiarci fissando lo sguardo al crocifisso.
Dobbiamo formarci questa mentalità in modo che nel momento della croce, non andiamo a fare del pettegolezzo, vanificando e dissipando questo momento prezioso in cui Gesù ci compartecipa il dolore della sua croce dandocene una briciola. Il dolore fa parte della vita umana: non emarginiamolo, non banalizziamolo raccontandolo superficialmente! Questa è la mia esperienza di donna debole e fragile e so che quei momenti spesso anch’io li ho persi.
Poi medito, rifletto, rivedo il quadro di quanto è successo e mi dico: «Ma guarda che cosa ho perso, come sono stata immatura!». Noi abbiamo uno slogan che ci accompagna nei momenti di sofferenza e di provocazione fatto di tre parole “Tacere, ingoiare, e sorridere”. Quando qualcuno viene rimproverato e si giustifica, gli altri ragazzi gli dicono: «Hai perso anche questo treno!», il treno della maturità, del dominio di sé, della capacità di tacere e di soffrire nella dignità e nel silenzio.
Queste cose le insegno ai ragazzi perché, quando andranno fuori, il datore di lavoro non vorràavere torto, la moglie non vorrà avere torto, i figli li contesteranno, e qualcuno dovrà pure perdere perché regni la pace. Sì, perché la pace è più importante e il saper perdere è la nostra sicurezza. È la scuola misteriosa della croce, di un Dio che non l’ha spiegata ma l’ha accolta passandoci dentro con la carne del Figlio crocifisso.
Gesù ci invita a guardare a Lui, a chiedergli la fede e l’amore perché il nostro sguardo non perda la speranza, perché dietro al buio del venerdì santo sappiamo cogliere la luce splendente del mattino di Pasqua. Gesù Risorto è la nostra vera speranza perché in Lui il dolore e la morte sono stati sconfitti, ed è l’esperienza che in Comunità tocchiamo con mano ogni giorno, vedendo rifiorire la vita sui volti un tempo segnati dalla disperazione della strada, che tornano a brillare della luce del Risorto.
Madre Elvira Petrozzi
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