Non è mai vano il ricordo di Maria
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O Maria, vita mia, o Maria, mamma mia, quando Tu sei nel cuore cristiano chi può ardire di vincerlo? Chi può frenare l’esplosione di una fede forte sorretta dalla tua misericordia? Spiri novellamente il profumo del tuo nardo, o Maria, e siano dissipati per Te i fetori pestiferi dell’apostasia; s’ingentiliscano i cuori nella soavità del tuo amore, e rifulga la verità nelle menti ottenebrate, per Te, che annienti tutte le eresie!
Il Sacerdote deve trovare nella devozione a Maria il segreto di una grande santità interiore, e deve riaccendere questa devozione nelle anime. Dovunque passa, deve ispirare un tenero amore verso la Mamma Divina, e come il vento porta con sé le piccole sementi facendo fiorire così anche le dirute macerie, egli deve far germinare almeno un fiore di tenerezza verso Maria nelle anime devastate e refrattarie a qualunque grazia ed a qualunque richiamo. Non è mai vano, infatti, il ricordo di Maria anche per i cuori più induriti, poiché il suo Nome santo è ricco di benedizione ed il suo ricordo è risveglio di fede e di salutari rimorsi.
La vita del Sacerdote sia come un Santuario di Maria; questa dolcissima Mamma risplenda da lui come se fosse in un trono di amore; la sua devozione a Maria parli continuamente di Lei alle anime, e susciti in loro profondi sentimenti di filiale tenerezza; la sua vita, modellata su quella di Maria, ne ricordi le virtù e ne proclami la gloria. Egli, separato dal mondo, consacrato a Dio, legato dal suo voto di castità, deve risplendere della luce verginale di Maria, e poter ripetere con Lei: non conosco creature terrene, amo Dio solo!
Tutti lo credono un uomo come gli altri, e pensano ch’egli non possa prescindere dalle miserie della natura; è così che giungono spesso fino a tentarlo, sperando di vincerlo. Egli deve tener lontano le insidie del male con la sua modestia, convincendo così i più scettici che non solo è possibile la castità, ma è ammirabile segreto di fecondità spirituale.
don Dolindo Ruotolo
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