Nella via del Redentore divino
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I Magi, primizie dei pagani chiamati alla fede e primizie nostre, ci tracciano il cammino che ci conduce al Redentore, e ci indicano come dobbiamo raggiungerlo. Essi furono illuminati da una stella, capirono che era una chiamata celeste e, senza frapporre indugio, affrettarono il loro cammino verso Gerusalemme, guidati dalla medesima stella.
Così dobbiamo camminare noi verso la Gerusalemme celeste: obbedendo al Signore che ci invita a sé, e camminando con lo sguardo al Cielo, nella luce soprannaturale della fede.
Non si va da Gesù Cristo con la luce umana, non ci si può andare per un calcolo di opportunità materiale o politica; la luce che ci guida a Lui spunta nel cielo, e dal Cielo ci guida fino alla Patria eterna.
Ma, oltre alla luce del Cielo, c’è anche quella dell’Autorità che pur rappresenta Dio, e l’anima che non riceve lumi speciali può ricorrere a chi rappresenta Dio per essere guidata.
I Magi ricorsero ad Erode ma non ebbero luce, perché non è il potere civile che poteva guidarli al Redentore. È inutile, per noi, aspettare luce dal mondo nel nostro cammino, ed è presunzione appellarsi ai propri lumi: bisogna andare dai sacerdoti e attendere da loro la guida.
Erode non aveva altro interesse che il suo regno, e non poteva in nessun modo desiderare il regno del Messia. È una sintesi di quello che è per la Chiesa il potere laico del mondo, anche quando le si mostra ossequiente ed ha qualche manifestazione di fede esterna: finge per politica, cerca il proprio tornaconto, facilita apparentemente la missione della Chiesa, ma ha sempre pronto l’agguato e la sopraffazione per troncarle la vita.
Le opere di Dio non si fanno mai all’ombra della politica, perché la politica è lo spirito del mondo e sta agli antipodi del Vangelo. I santi hanno sempre rifiutato la protezione del potere laico nelle loro grandi opere, perché quel potere equivale quasi sempre ad un’ingerenza e alla mescolanza di vedute umane nei disegni di Dio.
Le aule del mondo soffocano la vita dello spirito; è necessario appartarsene per respirare soprannaturalmente; in mezzo alle grandezze terrene non è possibile intendere le voci di Dio e, tra i frastuoni del mondo, la fede par che non abbia più fascino di luce nell’anima nostra. È necessario andare da Gesù, solo da Gesù, e persuadersi che il cristiano non può aver nulla in comune col mondo.
don Dolindo Ruotolo
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