La Sacra Famiglia
Informazione religiosa, spiritualità, apparizioni mariane, cultura, società, famiglia, Chiesa
La Sacra Famiglia

Sito di informazione religiosa, spiritualità, mariofanie, cultura, società, famiglia, Chiesa.

You are here: Home › Alimentazione Dietetica › Né carne, né pesce per i cristiani?

Né carne, né pesce per i cristiani?

1 Settembre 2015 | Filed under: Alimentazione Dietetica
     

Questo articolo è stato già letto1178 volte!

 carne e pesce

Nasce nel 2009 l’Associazione Cattolici Vegetariani. «Amiamo così tanto il Creato da rispettarlo, amiamo così tanto la vita da non toglierla a nessuno» è il motto che appare nel sito web, corredato di numerose citazioni dalla Sacra Scrittura e dalle vite dei santi «che nella bimillenaria storia della Chiesa hanno fatto della benevolenza per le creature un carisma di carità».

Scopo dell’associazione è diffondere «i principi di compassione e carità verso ogni essere vivente», presentati come motivo sostanziale dell’eredità cristiana. In ambito protestante, movimenti che propugnano una dieta “cristiana” di stampo vegetariano sono attivi da oltre un secolo. Li sostiene un mix di suggestioni centrato sui vantaggi del consumatore – sul piano della salute, della “purezza” e, in fin dei conti, della salvezza – oltre che (più che) sulla “compassione” per gli animali.

 Sono gli esiti di una storia che viene da lontano, dagli inizi dell’esperienza cristiana, dipanandosi lungo i secoli in modo particolarmente problematico. Perché è particolarmente problematico l’atteggiamento dei cristiani verso il consumo di carne. Il neoplatonico Porfirio, discepolo e biografo di Plotino, attorno al 270 d.C. scrive un lungo trattato sull’Astinenza dagli animali, sviluppando una serie di argomentazioni “animaliste” a cui hanno fatto riferimento anche filosofi e pensatori del nostro tempo, in particolare Peter Singer, il teorico della “liberazione animale” e dei diritti degli animali, primo fra tutti quello di non essere considerati cibo.

 Una durissima polemica contro Porfirio fu sostenuta da Agostino, che, nel De civitate Dei, rigettò l’idea che il comandamento «Non uccidere» si potesse «estendere anche alle bestie selvatiche e domestiche, sicché non sarebbe lecito ucciderne alcuna». Lasciamo perdere queste «teorie deliranti» (deliramenta), taglia corto Agostino:

 «Quando si legge “Non uccidere” non si deve intendere che sia stato detto degli alberi da frutto, che non sono senzienti, né degli animali irragionevoli che volano, nuotano, camminano, strisciano: essi non sono simili a noi nella ragione, che non è stato loro dato di avere in comune con noi. Per questo con giustissimo ordinamento del Creatore la loro vita e morte è stata subordinata alla nostra utilità. Rimane dunque che il detto “Non uccidere” s’intende riferito solamente all’uomo».

 Ma ecco il paradosso. Mentre Agostino combatte Porfirio recuperando le riflessioni aristoteliche sulla differenza sostanziale fra uomini, animali e piante, un altro Padre della Chiesa, Girolamo, lo utilizza a piene mani per costruire un pamphlet a sostegno della dieta vegetariana. È il trattato contro Gioviniano (Adversus Jovinianum), un monaco romano che, richiamando la lettera del messaggio evangelico e dei testi paolini, sosteneva l’erroneità di scelte come la castità, la pratica del digiuno, l’astinenza dalla carne.

 A parere di Gioviniano, fare distinzioni tra un cibo e l’altro e rinunciare alla carne significava rifiutare i doni della Provvidenza e offendere il progetto divino di un mondo organizzato in funzione dell’uomo. La requisitoria di Girolamo contro Gioviniano fu scritta nell’estate 393, quando già il monaco romano era stato condannato da papa Siricio e da un gruppo di vescovi italiani raccolti attorno ad Ambrogio. Essa colpisce per la vastità, ma anche la farraginosità delle ragioni addotte. L’obiettivo è chiaro e assiomatico: «Se vuoi essere perfetto, è bene non mangiare carne».

 La diversità di posizioni fra Girolamo, padre della spiritualità monastica, e Agostino, padre del modello vescovile, rispecchia le due facce di un cristianesimo orientato ora fuori, ora dentro il mondo. Anche sul piano delle scelte alimentari, la contrapposizione fra le due prospettive è sempre netta. Mentre per Girolamo la perfezione consiste nell’astenersi dalla carne, per Agostino è esattamente il contrario: la perfezione consiste nel non avere bisogno di astenersi dalla carne per attingere uno stato di perfezione spirituale.

 Il modello vincente e culturalmente trainante è quello monastico, quello di Girolamo. Il modello della penitenza, del rifiuto del corpo, dell’astinenza dalla carne. Propagandando il loro modello di vita, i sostenitori dell’astinenza non mancano di precisare che si tratta di un modello “perfetto” non alla portata di tutti. Eppure, mirano a estenderlo a tutti i cristiani.

 La possibilità di spiegare in termini di “non-violenza” la rinuncia monastica alla carne potrebbe essere confortata dall’apprezzamento che quella tradizione mostra verso i cibi di derivazione animale (formaggio, uova) intesi come sostituti funzionali della carne. Più che (nonostante i proclami) un rifiuto dietetico per i “sostanziosi” prodotti animali, che noi diremmo “proteici”, ciò configura una volontà di distacco dagli alimenti che non provengono da animali vivi.

 «Nessuno osi assaggiare cibi animali, eccetto i latticini, o di volatili, eccetto le uova»: era questa la regola nel cenobio di Condat, ci informa un testo agiografico del primo Medioevo. Lo stesso tabù del sangue (identificato, secondo la tradizione ebraica, con la vita dell’animale) potrebbe essere letto in questo senso. «Delle creature che hanno sangue e calore di vita», leggiamo nella Storia lausiaca a proposito di una santa donna di nome Candida, «ella non volle assolutamente far cibo, ma si limitò a prendere del pesce e delle verdure condite con olio nei giorni di festa».

 Quasi che il pesce, frigido e (in apparenza) privo di sangue, non condividendo il «calore di vita» degli altri animali, fosse in qualche modo assimilabile ai cibi inanimati come le verdure. Lo stesso forse vale per i volatili, meno “sanguinolenti”, meno “vivi” dei mammiferi terrestri: un passaggio di Rabano Mauro propone un parallelo, quasi un transfert linguistico fra «sangue» e «quadrupedi».

 L’ideale di una dieta rispettosa della vita animale traspare anche altrove. In una poesia di Prudenzio (IV-V secolo) il regime alimentare del cristiano è descritto come tipicamente vegetariano e perciò «innocente», innocuus, opposto alla dieta “violenta” di coloro che per imbandire la tavola fanno strage di animali.

 È il mito del Paradiso che ritorna; lo stesso che suggerisce la connotazione ambiguamente naïf conferita dalla cultura medievale al consumo di verdure, gli olera che, scrive Isidoro di Siviglia, «sono così chiamati giacché furono per gli uomini il primo cibo [fantasioso accostamento di olera ad alere = nutrire], prima che si iniziasse a mangiare carne»: il cibo vegetale si trova così arricchito di una connotazione morale, diventa simbolo delle erbe e dei frutti di cui l’uomo si nutriva in Paradiso prima della caduta.

 Le Vite dei Padri raccontano che il vescovo di Cipro una volta invitò a pranzo l’abate Ilarione e gli fece servire un piatto di volatili. L’ospite rifiutò di mangiarli, dichiarando con orgoglio che, da quando aveva preso l’abito monacale, non aveva più toccato cibo «proveniente da esseri uccisi». Ne seguì una discussione sul valore di tale scelta, alla fine della quale entrambi convennero sul fatto che bontà e carità erano più apprezzabili dell’astinenza dell’abate.

 In tal modo il paradigma cristiano era salvo. Ma le parole di Ilarione, che professava rispetto per ogni genere di vita, ci fanno capire, o meglio intuire, che accettare con tranquillità l’uccisione degli animali era un imperativo ideologico con cui molti cristiani faticavano a convivere. La cosa è durata fino a oggi, ampliando progressivamente il “pubblico” di questo dibattito e ribadendo, nei secoli più vicini a noi, la diversità di prospettive (ma anche le oggettive coincidenze di obiettivi) tra pensiero cristiano, scienza e filosofia.

Massimo Montanari
Dal suo  libro “ Mangiare da cristiani” 


     

Lascia un commento Annulla risposta

Devi essere connesso per inviare un commento.

Collegati tramite Facebook e Twitter

Cerca nel sito

Archivi

PREGHIERE DEL MATTINO

PREGHIERE DELLA SERA

Francesco
Benedetto XVI
Giovanni Paolo II

VATICANO

DEMONOLOGIA

ANGELI

APPARIZIONI MARIANE

BIBLIOTECA

CATECHESI

CRISTOLOGIA

DIPENDENZE

DONNA

FATIMA

GIOVANI

GIUSEPPE

MARIOLOGIA

MORALE CRISTIANA

ROSARII E CORONCINE

SACRAMENTI

SALUTE

SPIRITUALITA’

I TESTIMONI DI GEOVA

Categorie




Recupera la password

Accedi

Collegati tramite Facebook e Twitter

LITURGIA – PAROLA DI DIO

 

Recitiamo insieme il Rosario

Canti Liturgici

Stampa Cattolica

Avvenire
Fides
L'Osservatore Romano
Zenit
Clicca sul Giornale

RSS L’OSSERVATORE ROMANO

RSS ZENIT

  • La priorità della famiglia e il DDL Cirinnà
  • Eutanasia: no all'utilitarismo che uccide
  • Becciu: "Il Vaticano? Non è un covo di ladri..."
  • I Fatebenefratelli vendono l’ospedale San Giuseppe di Milano
  • Parolin: "Non lasciarsi paralizzare dalla paura. È ciò che vogliono i terroristi"

Siamo presenti su


server emule

Preghiera per la Famiglia


Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
prega per noi.
S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

© 2010-2021 La Sacra Famiglia

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy cliccando sul tasto "Impostazioni Cookie"
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie
Impostazioni CookieACCETTO
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

Questo sito Web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza durante la navigazione nel sito Web. Di questi cookie, i cookie classificati come necessari vengono memorizzati nel browser in quanto sono essenziali per il funzionamento delle funzionalità di base del sito Web. Utilizziamo anche cookie di terze parti che ci aiutano ad analizzare e comprendere come si utilizza questo sito Web. Questi cookie verranno memorizzati nel tuo browser solo con il tuo consenso. Hai anche la possibilità di disattivare questi cookie. La disattivazione di alcuni di questi cookie può influire sulla tua esperienza di navigazione.
Necessary
Sempre abilitato
I cookie necessari sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito Web. Questa categoria include solo cookie che garantiscono funzionalità di base e funzionalità di sicurezza del sito Web. Questi cookie non memorizzano alcuna informazione personale.
ACCETTA E SALVA