Nate per dare la vita
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Tu, donna, per le tue caratteristiche fisiche tipicamente femminili, per la tua capacità fisiologica di portare in te la vita, sei consapevole nel profondo che non puoi essere padrona di te stessa, della tua vita, del tempo? Che non puoi progettare tutto nella tua vita? Tu sei chiamata a diventare collaboratrice di Dio per dare la vita, vita che non si esaurisce nell’attimo del concepimento o del parto. A te donna Dio ha dato il dono di saper alimentare, far crescere e promuovere il dono della vita, quella vita che nasce in te ma che è destinata all’immortalità, perciò all’eternità. Donna, questa è la tua vera carriera. La donna è nata per dare la vita! La donna deve generare vita per sentirsi pienamente realizzata. Il Signore ha messo nel cuore, nella testa, nel corpo della donna la vita dell’umanità, e lei non può rifiutare questo ruolo. La donna è fatta per dare la vita a costo del sangue e della sua stessa vita. È lì che si realizza, che si toglie di dosso i limiti, le paure, l’egoismo, le chiusure, le timidezze. La donna ha il fuoco dell’a more dentro, un fuoco che la brucia. La maternità è dentro il suo essere, il suo sangue, i suoi occhi, il suo cervello: tutto in lei è maternità! Dio ha voluto la donna così, per essere questo fuoco di bene, di vita nell’umanità. Dentro la donna c’è questa splendida realtà che va annunciata e vissuta.
Grembo che accoglie l’umanità
Domandiamoci: “Perché non ho ancora il coraggio di dare la vita per gli altri?”. Penso a tante mamme, a tante donne che hanno vissuto la pazienza, la speranza, l’attesa, la fedeltà, l’amore nel nascondimento. Che donne! Dio si fa visibile a chi ha il coraggio di perdere la sua vita e la donna ha questo compito; la donna che si tiene la vita per sé sarà una perenne sterile. Dare la vita vuoi dire viverla nella fedeltà, nel rispetto, nella stima, nella promozione, giorno dopo giorno, di chi Dio ti ha affidato. Non si da la vita per sei mesi, per un anno, oppure solo in quei giorni in cui sei tanto contenta e serena: così non dai un bel niente, è un “bluff”! Noi donne non possiamo permetterci di dare retta ai nostri piaceri e di cullare i nostri capricci, le nostre “lune”, i nostri sentimentalismi, le nostre voglie. Non possiamo permetterci di non saper controllare i nostri umori, incapaci di autogestirci e dominarci. Se la donna è chiusa nel suo guscio e limitata alla sua famiglia, non è neppure più sposa, perché la donna è un grembo che accoglie l’umanità e, quindi, deve chinarsi su ogni realtà umana con quella tenerezza, quella disponibilità, quell’amore, quella generosità, quell’altruismo che è proprio di una madre.
Tante donne oggi hanno paura e non vogliono diventare madri. La donna sposata che rifiuta la maternità per egoismo uccide se stessa, ed infatti quelle che non vogliono figli non sono serene, gioiose, ottimiste. Una donna che non dona la vita sminuisce se stessa, si dichiara fallita davanti a tutti, perché è nata per essere questo dono a tutti.
Madre Elvira
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