Monito del Cardinale Bagnasco: I cattolici vadano a votare
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Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, lancia un forte appello ai cattolici: Prendere posizione e passare al voto. Il porporato sostiene che: “A un cattolico quest’atmosfera di disimpegno non è consentita e partecipare con il voto è già un modo concreto per non disertare la scena pubblica”, ha spiegato il cardinale. La raccomandazione ai candidati che vogliono esprimere in politica la loro appartenenza religiosa, resta quella di essere coerenti. Ma di scegliere comunque di votare.
In questo momento storico così decisivo per il nostro Paese il presidente della Conferenza Episcopale Italiana parla di lavoro, politica, economia e problemi sociali. Votare è un diritto fondamentale e nessuno dovrebbe sottrarsi a questa importante possibilità.
“In concreto” ha osservato il cardinal Bagnasco “un cattolico che sta a destra dovrà farsi riconoscere proprio quando si tratta di fare pressione per i valori della solidarietà. E se sta a sinistra, verrà allo scoperto proprio quando sono in gioco i temi della bioetica. Così entrambi diventano coscienza critica all’interno del loro mondo di riferimento e il Vangelo più che essere diluito diventa fermento”.
Il cardinale Bagnasco riflette anche su questioni “cruciali” come quella dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. “Gli attacchi alla famiglia non sono, in primo luogo, una questione religiosa. Sottrarre ai figli la possibilità di avere un papà e una mamma vuol dire manipolare l’elementare forma di ingresso nel mondo” afferma il cardinale riflettendo sull’importanza del concetto di famiglia caratterizzato dall’unione di un uomo e una donna.
“Il nostro è un Paese disamorato, privo di prospettive, quasi in attesa dell’ineluttabile”, ha spiegato il cardinale che ha argomentato sui temi sociali più urgenti dell’Italia tra i quali la difesa della vita e la tutela della famiglia: “Nel nostro Paese per altro è vistosa, specie a confronto con altri Paesi europei, l’assenza di politiche familiari adeguate e durature. La crisi economica e sociale è però il sintomo drammatico di uno spaesamento più profondo. L’effetto è un ripiegamento sul privato e una fuga nella demagogia che allontana la possibilità di un cambiamento”.
Sugli immigrati Bagnasco auspica che si arrivi presto a una chiarificazione della loro condizione. “E’ necessario che la presenza di esponenti cattolici in schieramenti differenti si accompagni a una concreta convergenza sulle questioni eticamente sensibili”. Secondo Bagnasco, “l’insignificanza, infatti, si produce quando all’appartenenza dichiarata non segue un’azione centrata sui valori di riferimento dell’antropologia cristiana e si perseguono logiche più vicine al proprio tornaconto che al perseguimento del bene comune. Se non si dice nulla di significativo, perché non si conosce o per convenienza, si diventa irrilevanti”.
Sulle tasse e l’Imu il cardinale ammonisce chi sceglie di evadere le tasse: “La vera distinzione da salvaguardare è quella tra realtà non profit e realtà commerciali. Chi svolge un’attività a sfondo sociale è giusto che sia riconosciuto in questa sua funzione e venga dunque esentato. Al contrario, per le attività che hanno una finalità lucrativa, è giusto prevedere una tassazione. Non esiste alcuna legge ad ecclesiam”.
Per i giovani e il lavoro il cardinale crede che la disoccupazione sia il vero limite della nostra società. Un banco di prova per il prossimo governo. “La mancanza di lavoro è la grave urgenza del nostro Paese. Se si pensa ai giovani che sono in larga misura condannati a questa situazione si capisce che la fragilità dei legami è dovuta pure a questo stato di cose. La Chiesa fa tutto ciò che può inventandosi anche canali nuovi di aiuto, ma è ovviamente troppo poco rispetto ai bisogni. Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta il rischio è di sacrificare intere generazioni”.
“E’ falso ritenere che i valori non negoziabili siano ‘divisivi’ mentre quelli sociali sarebbero unitivi. In realtà stanno o cadono insieme.” conclude Bagnasco “E questo per una semplice ragione: perché i valori sociali stanno in piedi se a monte c’è il rispetto della dignità inviolabile della persona”. Quindi “in concreto, un cattolico che sta a destra dovrà farsi riconoscere proprio quando si tratta di fare pressione per i valori della solidarietà. E se sta a sinistra, verrà allo scoperto proprio quando sono in gioco i temi della bioetica. Così entrambi diventano coscienza critica all’interno del loro mondo di riferimento e il Vangelo più che essere diluito diventa fermento”.
Di Arianna Adamo
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