Mi chiamo Maxime II
Questo articolo è stato già letto1930 volte!
Ogni volta che assumevo droga mi sentivo capace di fare cose che non avrei avuto altrimenti il coraggio di fare, come ad esempio superare le mie timidezze e chiusure. Mia madre ha scoperto subito che mi drogavo e aveva paura che facessi la sua stessa fine. Mi parlava delle conseguenze della droga, litigavamo sempre e il clima in casa era diventato insopportabile, tanto che scappavo sempre più nella droga.
Litigare con mia madre mi faceva male e l’unica cosa che mi aiutava a scappare dalla sofferenza era la droga. A sedici anni ho iniziato una scuola di cucina e mi sono ritrovato con delle persone più grandi di me; per farmi accettare da loro ho iniziato a spacciare la droga. Avevo tanti amici, mi sentivo finalmente “grande”, importante; ero sempre con loro nelle strade e mi sentivo “invincibile”.
Il mio rapporto con la famiglia andava sempre peggio: mia madre mi “buttava” spesso fuori di casa, io ero diventato aggressivo e violento sia con lei che con mia sorella. Scaricavo in quel modo tutta la rabbia che continuavo ad accumulare. Un giorno ho dovuto fare i conti con la vita: avevo perso tutto, la polizia mi aveva arrestato e mi avevano condannato.
In quel momento mi sono reso conto che era tutta un’illusione e che senza la droga non avevo gli più amici. Ma l’amore è eterno: mia madre in quel momento mi ha salvato offrendomi il suo aiuto e facendomi conoscere la Comunità. All’inizio sono entrato solo per scontare una pena, ma poi mi sono reso conto che avevo bisogno di cambiare vita.
È stato difficile perché si viveva anche la preghiera ed io rifiutavo il contatto con Dio. Ho sempre percepito dentro di me che c’era “qualcuno”, ma ritenevo Dio responsabile delle mie sofferenze. Inoltre ero consapevole che seguire Dio voleva dire rinunciare ai piaceri sbagliati che propone il mondo. Oggi, grazie all’amicizia vera dei fratelli, posso testimoniare che quel Dio che rifiutavo non ha rifiutato me; l’ho incontrato e l’ho accolto nella mia vita.
Ho imparato ad accettare le sofferenze della mia storia e a non scappare dalle mie povertà, accogliendomi e amandomi così come sono. Ho ritrovato un rapporto pulito e sincero con la mia famiglia, e sono particolarmente felice che qualche mese dopo di me anche mia sorella, caduta anche lei nella droga, è entrata al Cenacolo; sono stato per la prima volta per lei un esempio nel bene, un vero fratello maggiore.
Nella Pasqua di quest’anno ho chiesto e ricevuto il sacramento del Battesimo, e sono stato felice di poter ricevere il dono grande della fede insieme con mia sorella. E stato un momento molto forte: ora sento che faccio parte di una famiglia che è ancora più grande, la Chiesa, e sento che l’amore che ho sempre cercato nello sguardo degli altri e nelle cose materiali, ora l’ho veramente trovato: ho conosciuto l’amore di Dio Padre.
Ringrazio Dio per tutto quello che ho vissuto nella mia vita, perché senza questo probabilmente non lo avrei mai incontrato. Oggi sono felice di vivere e di credere!
Maxim
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.