Mese di Maggio – Ottavo giorno
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IL GIUDIZIO DI DIO – Dopo la morte dovremo comparire davanti a Cristo giudice. Ci troveremo di fronte al padre che non abbiamo amato, allo sposo che abbiamo abbandonato, al Salvatore che abbiamo disprezzato. Allora capiremo la nostra ingratitudine, la nostra infedeltà, la nostra trascuratezza. Come avremo il coraggio di rivolgerci a Maria, se con i nostri peccati abbiamo crocifisso suo Figlio? Con che coraggio ci raccomanderemo al nostro Angelo custode, che tanto spesso non abbiamo ascoltato? Abbiamo seguito i suggerimenti del demonio, che in quel giorno sarà il nostro accusatore.
Nel giudizio, i nostri peccati saranno smascherati e resi pubblici. Di fronte agli amici e agli altri uomini, che ci credevano dei bravi cristiani; di fronte ai genitori, ai quali ci mostravamo tanto giusti; di fronte al confessore, al quale abbiamo taciuto le nostre miserie. E sarà rivelato tutto, anche i pensieri più nascosti, i desideri più occulti, le compiacenze più segrete.
Nel giudizio sarà pronunciata la nostra sentenza. Gesù ci benedirà o ci condannerà. E poi andremo con lui in paradiso o con i demoni all’inferno. Sarà un sentenza che non ammette sospensioni, neppure per un momento; una sentenza che non potrà essere più revocata, per tutta l’eternità. Sarà bello sentirsi dire: «Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi». Ma sarà spaventoso sentirsi intimare da Gesù: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno». Quale sarà la nostra sentenza? Poveri noi, se andiamo incontro al giudizio senza neppure pensarci e prepararsi. È terribile il giudizio di Dio: anche i santi più grandi lo temevano. Il pensiero della sentenza di Dio incute un sacro timore in ogni cuore cristiano: dobbiamo infatti comparire davanti a un giudice che sa tutto e che ha condannato perfino degli angeli.
Questo pensiero non deve tuttavia spingerci a disperare della nostra salvezza eterna. Innalziamo invece il cuore verso la Madonna e rifugiamoci sotto il suo manto. In quel giorno, terribile, Maria sarà la nostra protettrice, e ci otterrà una sentenza favorevole. Non sarebbe la corredentrice del genere umano, la madre nostra, il rifugio e l’avvocata dei peccatori, la consolatrice degli afflitti e l’aiuto potente dei cristiani, se non facesse di tutto per ottenere pernoi un giudizio favorevole dal suo divin Figlio. Da parte sua, il Signore non verrà meno alle sue promesse, se ci pentiamo, se cambiamo la nostra condotta e ripariamo al male passato con una opportuna penitenza. Affidiamo la nostra speranza a Maria; invochiamola e amiamola in vita, e lei non ci abbandonerà nel giorno del giudizio. Amiamo Maria e lei sarà per noi l’arca della salvezza e l’arcobaleno della pace dopo la tempesta.
ESEMPIO.
Santa Giacinta Manicotti– Oh se Dio mi concedesse ancora un anno di vita, quanta penitenza farei! Come mi spaventa il giudizio di Dio!
Così diceva Giacinta, del Terz’ordine Francescano di Viterbo. E aveva ragione di parlare in questo modo e di temere il giudizio di Dio.
Figli di nobili genitori, s’era fatta suora. Ma invece di vivere secondo l’austera regola francescana, elevando la sua mente e il suo cuore nella contemplazione delle cose celesti, passava il tempo nel lusso e in vane conversazioni nel parlatorio del convento. Era stata avvertita più volte dalla superiora, ma non cambiava condotta.
Dio però la voleva salva e per questo la colpì con una malattia mortale. Fu in tale occasione che suor Giacinta, vedendo approssimarsi la morte e sentendosi rimordere la coscienza, disse:
– Come mi spaventa il pensiero del giudizio di Dio!
La sue consorelle, che sapevano bene come avesse vissuto con leggerezza la sua vita religiosa, temevano per la sua salvezza e pregavano la Madonna per la salute del corpo, ma molto più per la sua conversione. La Madonna ascoltò quelle preghiere e Giacinta guarì inaspettatamente. Allora la suora, attribuendo alla Madonna la guarigione del suo corpo, si alzò dal letto e tra le lacrime chiese perdono alle consorelle per i cattivi esempi dati, promettendo di riparare con l’aiuto di Dio e la protezione di Maria.
Giacinta mantenne la promessa. Da quel giorno condusse una santa vita, tanto da meritare più volte l’apparizione della Madonna. E oggi la veneriamo come santa.
Nel riflettere sulla vita di Giacinta Mariscotti, dobbiamo sentirci incoraggiati a pensate che se l’abbiamo imitata nella vita spensierata, dobbiamo seguirla anche nella conversione e nella vita santa. Così non avremo più da temere il giudizio di Dio.
FIORETTO
Per amore di Maria, evitiamo accuratamente di parlar male di chiunque, ricordandoci che nel giudicarci Dio ci tratterà come noi abbiamo trattato il nostro prossimo.
GIACULATORIA
Nell’ultimo giorno – nel giorno del pianto Maria coprimi – con il tuo manto.
PREGHIERA
O Vergine santissima, accogli oggi tutti noi sotto il tuo manto, perché, protetti da te in questa vita, assistiti da te nella morte, non abbiamo niente da temere nel giorno del giudizio, e possiamo essere accolti tra gli eletti del ciclo, ai quali Gesù dirà: «Venite, o benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi». O Maria, accoglici, difendici, salvaci. Amen.
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