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Mese di Maggio – 28° giorno

27 Maggio 2013 | Filed under: Devozioni, Meditazione P. Muzzarelli, Mese di Maggio
     

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L’ESEMPIO DI GESÙ NEL DESERTO – Gesù nel deserto ci insegna la necessità di ave­re dei momenti ed anche dei periodi sufficientemen­te lunghi di ritiro e di silenzio. Il Figlio di Dio non temeva le attrattive e il chiasso delle realtà terrene, le seduzioni degli uomini, le distrazioni delle chiac­chiere inutili. Eppure se ne andò nella solitudine. Noi invece, così fragili nell’ambiente in cui viviamo ogni giorno, siamo spaventati al solo pensiero di poter rimanere soli con noi stessi e la nostra co­scienza.
Gesù nel deserto ci insegna la necessità di mor­tificare i nostri sensi e il nostro corpo. Per quaranta giorni, Gesù ha digiunato e non ha preso cibo, e ha dormito sulla terra, anche se il suo corpo non poteva fare alcun male perché era perfettamente soggetto allo spirito. Noi invece, che siamo nati peccatori e siamo inclini al male, non osserviamo neppure più quei pochi giorni di digiuno e di astinenza che la chiesa ci chiede di fare, e se lo facciamo cerchiamo di osservarli con il minor rigore possibile.

3.  Gesù nel deserto ci insegna che dobbiamo pre­gare spesso, e che dobbiamo trovare anche dei pe­riodi abbastanza lunghi di preghiera e di riflessione. l Signore non aveva certo bisogno di chiedere la grazia che già aveva e non poteva perdere, non aveva bisogno di chiedere la virtù che possedeva in tutta la pienezza, non aveva bisogno di chiedere la cono­scenza perché è la sapienza stessa di Dio. Noi inve­ce, che abbiamo necessità della grazia, della virtù e della conoscenza, preghiamo così poco, per obbligo, distrattamente.

Sono tante le lezioni che ci vengono dai quaranta giorni passati da Gesù nel deserto, nel digiuno e nella preghiera. Lui era davvero il santo: non poteva temere di essere vinto dalle tentazioni, non aveva passioni da controllare o vizi da estirpare. Gesù è andato nel deserto per darci un esempio, per conti­nuare i suoi insegnamenti di vita pratica cristiana. Ha pregato e digiunato per insegnarci come possia­mo vincere le insidie e le tentazioni del mondo, per mostrarci che non possiamo fare a meno della peni­tenza e della preghiera.

Solo così possiamo vincere il mondo; solo chi prega e controlla i sensi supera le suggestioni e le tentazioni del demonio, signore del mondo. La soli­tudine del cuore, la preghiera e la meditazione, la mortificazione sono i soli mezzi per non ricadere nel peccato. Se non li adoperiamo, dovremo piangere la disgrazia di essere vittime del male.

Maria, nostra cara madre, pur non andando nel deserto, ha sempre vissuto secondo l’esempio del deserto. L’intera sua vita è il modello di una esisten­za tutta impiegata nel lavoro, nella preghiera, in una continua mortificazione, nel raccoglimento e nella serenità della sua famiglia. Noi invece, fragili e de­boli, esposti ad ogni sorta di tentazioni, rifiutiamo i mezzi che ci allontanano dalla perdizione eterna, e pratichiamo volentieri quelli che ci portano alla mor­te. Ricordiamoci che Gesù è il nostro vero maestro, e Maria è vera madre nostra.

ESEMPIO

Il beato Jacopone da lodi – Jacopone apparteneva ad una delle più rispetta­bili famiglie di Todi; ma alla nobiltà dei natali non univa una vita esemplare. Fidanzato con una giovane della sua città, una sera andò insieme a lei ad una festa. Si ballava da un po’ di tempo, quando im­provvisamente crollò il pavimento della sala. Jacopone, salvo per miracolo, cercò la fidanzata, e la trovò sanguinate e in fin di vita sotto le macerie.

Con un pugnale le tagliò le vesti e il busto che la stringe­vano: con grande meraviglia si accorse che la ragaz­za portava ai fianchi un cilicio. Pregò il Signore che gli conservasse la fidanzata che tuttavia morì, dopo avergli raccomandato di essere onesto e di fuggire gli onori del mondo. Jacopone la guardò impietrito, poi lasciato quel luogo di dolore, si recò in una chie­sa dove si prostrò davanti a una statua della Madon­na, pregandola di dargli conforto e pace.

-“E pace avrai – gli disse la Madonna – ma lascia il mondo”. Jacopone ascoltò il consiglio, distribuì i suoi beni ai poveri, di fece Francescano, visse nella più rigoro­sa penitenza e morì da santo.Ricordandosi sempre della protezione di Maria, Jacopone l’amò teneramente e le dedicò quell’inno sublime che è lo Stabat Mater. Quando recitiamo lo Slabat Mater, ricordiamoci che Jacopone fu infelice finché seguì la logica del mondo, ma che ottenne la pace quando amò Maria e abbandonò le attrattive terrene.

FIORETTO

Facciamo una mortificazione di gola, rinuncian­do a qualche cibo che ci piace particolarmente, in penitenza del nostro attaccamento alle comodità.

GIACULATORIA

Al mio cuore – metti un freno perché di te Madre – io sia sempre degno.

PREGHIERA

O Gesù, che hai passato quaranta giorni nel de­serto, facendo preghiera e digiuno, infondi nei no­stri cuori un grande amore per la penitenza, che è la strada che porta in ciclo. O Gesù, concedici questa grazia per l’amore che hai per la tua cara madre, Maria. Amen.

     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
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S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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