Mese di Maggio – 19°
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Diciannovesimo giorno
MEDITAZIONE SUI DUE PADRONI – Chiediamoci francamente se vogliamo servire Dio o il demonio. Pensiamoci bene, perché non è possibile trovare un compromesso e accontentarli tutti e due. Non è possibile essere buon cristiano per un giorno, e abbandonarci al male il giorno dopo. Partecipare alla messa la domenica, recitare qualche preghiera, magari fare il mese di maggio, e poi… fare i nostri comodi. Questo vuoi dire prendere in giro il Signore, e fare il gioco del suo nemico il diavolo.
Se ci mettiamo al servizio di Dio, forse patiremo delle sofferenze per qualche anno, ma la felicità durerà in eterno. Qualche decina d’anni di mortificazioni e un’eternità di gioia. E non dobbiamo dimenticare poi che il Signore nostro è un padrone buono, ci aiuterà, ci conforterà, e ci consolerà anche in questa vita. Se poi per servire Dio dobbiamo portare una croce, questa non sarà mai pesante e dolorosa come quella portata da Gesù.
Se invece ci mettiamo al servizio del demonio, il piacere sarà breve e le sofferenze dureranno in eterno. È poi vero che il demonio riesce ad accontentare i suoi seguaci in questo mondo? No, lo sappiamo per esperienza. Dobbiamo sapere che il diavolo è un signore che ci odia come i peggiori nemici Non ci si può quindi aspettare niente di buono d lui.
È tempo di scegliere fra i due padroni, tra il Signore e il diavolo, tra il bene e il male. È tempo di seguire gli esempi della nostra madre celeste. La Madonna è sempre stata tutta dalla parte di Dio solo di Dio. Fin dall’inizio della sua vita, si è consacrata tutta al servizio del Signore, e non ha mai cambiato la sua decisa volontà. Tutta e sempre di Dio nella immacolata concezione e negli anni che ha trascorso con i suoi genitori; tutta e sempre di Dio, n suo matrimonio con Giuseppe; tutta e sempre di Dio, nell’avventura della sua vita con Gesù.
Anche noi mettiamoci seriamente al servizio di Dio, senza riserve, osservando i comandamenti, praticando i precetti della chiesa e nella pratica d sacramenti. Rifiutiamo il male, mortifichiamo i nostri sensi, pratichiamo la purezza della mente, d cuore e del corpo. Solo così potremo godere la pace in vita, morire sereni, e poi essere felici con Gesù Maria per tutta l’eternità.
ESEMPIO
Santa Caterina Fieschi – Figlia di nobili genovesi, Caterina voleva farsi religiosa a soli tredici anni. I genitori la costrinsero a rimandare la decisione in età più matura, e Caterina continuò a vivere in casa. Intanto erano sorti dei contrasti tra la famiglia di Caterina, i Fieschi, e quella degli Adorno. Per ristabilire la pace, si decise allora che Caterina avrebbe sposato Nicola Adorno.
La ragazza dovette acconsentire; ma cominciò subito per lei una vita di sacrifici, perché il marito, violento e vizioso, la maltrattava e consumò presto tutto il patrimonio nel gioco. Caterina cercava di riportarlo sulla buona strada con la dolcezza e la bontà; ma tutto fu inutile. Dopo cinque anni di una vita infernale, la sua salute ne fu scossa seriamente. I parenti la curarono amorevolmente e poi, pensando che la vita ritirata contribuisse a indebolirla, la spinsero in tutti i modi a distrarsi con occupazioni mondane.
Caterina seguì quei consigli e per alcuni anni frequentò i salotti e le vanità, abbandonando le pratiche religiose. Non trovò tuttavia la serenità che cercava, e passò il tempo nello sconforto e nell’amarezza. Un giorno andò a trovare una sua parente suora, e le confidò le sue pene interiori. La religiosa la rimproverò seriamente per la sua vita frivola che conduceva, e le consigliò di rivolgersi alla Madonna e di fare una buona confessione. Scossa da quelle parole, Caterina supplicò Maria di aiutarla, fece il proposito di cambiar vita e disse al Signore: “Mai più peccati, o mio Dio, mai più”.
Da quel momento non solo riacquistò la pece, ma fu favorita molte volte dalle attenzioni di Gesù e di Maria. Tutta dedita alle virtù e alle opere di carità, ottenne anche la grazia di vedere la conversione del marito, che si fece terziario francescano.
Se vogliamo la pace, non la troveremo seguendo la logica del mondo, che la promette e non la da, ma mettendoci al servizio di Dio.
FIORETTO
Cerchiamo di ricordare, se necessario con l’aiuto di un sacerdote, le promesse fatte nel battesimo: ripetiamole con fede e convinzione profonda, non dimenticando che abbiamo rinunciato al demonio e alle sue opere.
GIACULATORIA
Sono tuo servo – o Madre mia a te affido – l’anima mia.
PREGHIERA
O Maria immacolata, tu hai vinto il male fin dal primo istante della tua vita; fa’ che anche noi superiamo ogni tentazione e lusinga del mondo, e non dimentichiamo mai quale è il nostro ultimo fine: l’amore di Dio sopra ogni altra cosa. Amen.
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