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Mese di maggio – 19° giorno – Il Vicario di Cristo

18 Maggio 2012 | Filed under: Devozioni, Meditazione P. Manelli, Mese di Maggio
     

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IL VICARIO DI CRISTO

II primo figlio di Maria, dopo Gesù, è il Papa. Nessuno può togliere al Vicario di Cristo questo primo posto nel cuore della Madonna. Se noi vogliamo amare molto il Papa, quindi, dobbiamo  chiedere  questa grazia  alla  Madonna, perché chi può amare il Papa come lo ama Lei?

Il Papa è la nostra roccia, una roccia evangeli­ca, una roccia divina, perché creata dalla Parola viva di Gesù, Verbo incarnato: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mi16, 18). Giustamente S. Francesco di Sales diceva che “Gesù Cristo, la Chiesa e il Papa sono tutt’uno”. E’ impossibile dividerli. Essi sono la “testata d’ango­lo” (Le 20, 17) dell’umanità, del mondo, dell’uni­verso da salvare. Per questo c’è tanta superficialità nelle parole di chi dice che accetta Gesù Cristo e la Chiesa, ma non il Papa.

Quando Napoleone tenne prigioniero il Papa Pio VII, per decidere alcune questioni sulla Chiesa, radunò egli stesso a Parigi molti vescovi di Francia e di Italia, e voleva che deliberassero sui punti in questione. Ma i Vescovi rimasero in assoluto silenzio. Napoleone insistette e fece forti pressioni. Nulla. Allo­ra cominciò a impazientirsi e a minacciare. A que­sto punto il più anziano dei Vescovi si alzò e disse con molta calma: “Sire, aspettiamo il Papa. La Chiesa senza il Papa non è la Chiesa! “.

Non può sbagliare – II Papa è l’unico maestro sulla terra che non possa mai sbagliare nell’insegnamento della fede e della morale. “La fede romana — scriveva S. Girolamo — è inaccessibile all’errore”. Ed è per questo che S. Cipriano poteva affermare: “La Chiesa di Roma è radice e madre di tutte le Chiese”. Soltanto chi si trova unito al Papa è sicuro di essere nella verità infallibile di ciò che deve credere e operare per salvarsi. E’ Gesù stesso che volle l’infallibilità di S. Pietro: “Ho pregato perché non venga meno la tua fede” (Le 22, 32). E’ Gesù stesso che lo volle no­stra guida infallibile: “Tu conferma i tuoi fratelli” (Le 22, 32).

Per questo il Papa è l’unico maestro universale e indefettibile; anzi, è l’unico che può“confermare la fede” dei cristiani, garantendola infallibilmente da ogni errore dottrinale e morale. In questo senso, sulla terra il Papa, ogni Papa, è il sommo teologo, il sommo biblista, il sommo moralista. Soltanto la sua parola di maestro universale è parola divina­mente garantita da Cristo “Via, Verità e Vita” (Gv 14, 6). Per questo S. Tommaso d’Aquino, chiamato “maestro del mondo”, era pronto a rinunciare a qualsiasi pensiero dei grandi Santi Padri, di fronte al pensiero del Papa.

Il fiasco dell’inferno – Contro il Papato faranno fiasco non solo tutti gli uomini che volessero lottarlo, ma anche tutto l’inferno. E’ sempre Gesù che lo garantisce: “Le porte dell’inferno non prevarranno mai” (Mi 16, 18). E non solo i nemici non prevarranno, ma si sfracelleranno su questa “testata d’angolo, roccia contro cui si sbatte e pietra di rovina. Difatti, con­tro di essa andranno ad urtare coloro che non han­no voluto credere al Vangelo… ” (I Pt 2, 7-8).

Contro di essa andò a sbattere Luterò, l’impe­nitente eresiarca, che offendeva e malediceva il Pa­pa come un forsennato: “O Papa, io sarò la tua morte! … Sì, io, papa Luterò I, per comandamento di Nostro Signore Gesù Cristo e dell’Altissimo Pa­dre, ti mando all’inferno! …“. Povero e infelice Lu­tero! Contro il Papa si scagliò anche il terribile Na­poleone. Il Papa, inerme, gli disse: “Il Dio d’altri tempi vive ancora. Egli ha sempre stritolato i perse­cutori della Chiesa… “. Sull’isolotto di S. Elena, Napoleone ricordava queste parole, e diceva a un amico: “Ah, perché non posso gridare da qui, a quelli che hanno qual­che potere sulla terra: “Rispettate il rappresentante di Gesù Cristo! Non toccate il Papa: altrimenti sarete annientati dalla mano vendicatrice di Dio. Anzi, proteggete la Cattedra di Pietro! “.

“I falsi maestri” – Scrivendo a Timoteo, S. Paolo insegna questa importante verità: quando non si sopporta più la sana dottrina, ci si procura “una folla di maestri” che consentano di“assecondare le proprie passio­ni”, e che parlino di fantasie anziché di verità (Cfr. 2 Tm 4, 3-4). Ci siamo. Basta leggere certi libri di teologi ritenuti “grandi e celebri” per dare ragione a S. Paolo a occhi chiusi. E questi teologi sono davvero “una folla” e hanno messo su un mercato enorme di libri e riviste che sono pressocchè tutti simili a cibi guasti, avariati o sospetti. Poveri gli incauti che ci cascano a comprarli!

Questi teologi sono “i falsi maestri” di cui parlano con parole terribili, anzi, spaventose, S. Pietro e S. Paolo (cfr. 2, Pt 2, 2-11; 1 Tm 1, 3-7; 4-1-11; 6, 3-5; 2 Tm 3, 1-7; 4, 1-5). Questi “falsi maestri” vengono chiamati dal Papa Paolo VI “teo­logi da camera” e “autoteologi”, e di essi — dice ancora il Papa — è necessario “diffidare”, perché fanno fare “naufragio nella fede” (1 Tm, 1, 19).

Pregare per il Papa – La piccola Giacinta di Fatima, prima della morte ebbe dalla Madonna una visione in cui vide il Papa in mezzo a gravissime sofferenze. La piccola veggente raccomandò con tutte le forze, da parte della Madonna, di pregare per il Papa, di soffrire con lui e per lui, che deve pascere il gregge universale (Gv 21, 15-17). Si sa che sempre ci sono state anime generose che hanno offerto e immolato la loro vita per il Papa. S. Vincenzo Strambi, ad esempio, confessore del Papa Leone XII, si offrì come vittima per far vivere più a lungo il Papa. E così avvenne: il Papa visse per altri cinque anni, mentre S. Vincenzo morì cinque giorni dopo la sua offerta.

Guido Negri, intrepido soldato, morì al fronte dopo aver offerto la sua vita per il Papa. Noi tutti possiamo dimostrare al Papa il nostro filiale attaccamento, come lo dimostrava il B. Massimiliano M. Kolbe, che considerava ogni volta una grazia entusiasmante poter vedere il Papa, accostar­si vicino, baciargli la mano; come lo dimostrava P. Pio da Pietrelcina, che voleva avere sempre l’immagine del Papa accanto a quella della Madonna, e poco prima di morire scrisse una lettera al Papa per rinnovargli la sua dedizione totale.

Fioretti

Offrire la giornata per il Papa – Recitare un Rosario per il Papa – Fare una mortificazione per il Papa.

Padre Stefano Manelli

     

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