Meravigliosamente donna
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Quando sono entrata in Comunità ero un cumulo di macerie, delusioni e ferite. Pochi mesi dopo è arrivata Madre Elvira nella fraternità dove mi trovavo. Mi ha abbracciata, poi si ègirata verso la ragazza che si prendeva cura di me e le ha detto: «Lei è una donna ma non sa di esserlo, perché le circostanze della vita l’hanno fatta diventare un “budino”; dille la verità!».
Aveva ragione, ero proprio “molle”: per me l’Immagine vera della donna era lontanissima. Pensavo che la donna valesse solo per quello che faceva oppure per la sua bellezza fisica. Grazie alle parole di Madre Elvira, che mi hanno dato una scossa, ho incominciato a cambiare sguardo: dall’apparenza al “di dentro”, ai veri valori come l’amore che si scomoda, lo sguardo verso chi soffre più di me, un abbraccio a chi ne ha bisogno, una parola di speranza, un sorriso fatto col cuore.
Tutte cose che oggi sono il “motore” delle mie giornate. Ringrazio la Comunità che mi ha aperto non solo le porte, ma mi ha spalancato davanti un orizzonte nuovo insegnandomi a pregare, a portare la mia croce senza sbatterla di qua e di là come facevo prima.
Oggi fisicamente non riesco a fare grandi cose, sono su una carrozzella per la distrofia muscolare e mi trovo nella condizione di dover rispettare e amare un fisico malato, che ha dei ritmi diversi rispetto alle altre donne. Ma nel cuore sento un’esplosione di vita, di colori e di voglia di vivere a mille! Questa per me è la realizzazione più grande: stare bene con me stessa e far stare bene gli altri intorno a me, gioire nella semplicità.
Questo è per me come una carezza da parte di Dio che mi dice: «Emilia, ti ho creata donna: genera vita, porta frutto!». E voglio tirarmi su le maniche, far girare le ruote della sedia a rotelle e correre, correre, correre! Dare il cento! Chiedo alla Madonna di sostenermi quando mi trovo in salita e di aiutarmi a diventare sempre di più una donna di fede, che sa tirare fuori il positivo da ogni situazione.
Emilia
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