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Medjugorje raccontata da un frate bosniaco

13 Giugno 2011 | Filed under: Medjugorje, Testimonianze
     

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Io sono padre Marinko, cappellano a Medjugorje dal settembre dello scorso anno. Sono nato in un paese vicino a Medjugorje. Quando la Madonna è apparsa io avevo 13 anni. Noi abbiamo sentito subito la notizia, subito il secondo giorno e già il terzo giorno ero sulla collina delle apparizioni con tanti altri e con i veggenti. In questo modo ho seguito Medjugorje sin dall’inizio fino ad oggi. A causa di Medjugorje io ho sentito la vocazione francescana. Grazie a Medjugorje cerco di vivere il Vangelo. Medjugorje per me è la scuola del Vangelo. Medjugorje, quindi, non porta nulla di nuovo; non porta un insegnamento nuovo.

Ci aiuta a vivere adesso ciò che ci era già stato dato. Quindi Medjugorje è un risveglio. Noi conosciamo il Vangelo anche senza Medjugorje; conosciamo bene l’invito alla preghiera; conosciamo l’invito a vivere la santa Messa; la confessione; la conversione; la pace…, ma noi non viviamo questo. E questo è il nostro problema. Noi sappiamo questo: bisogna pregare, digiunare, confessarsi. Noi conosciamo bene i comandamenti del Signore; il comandamento di Gesù: ama il tuo Dio, ama il tuo prossimo, ama il tuo nemico, perdona…

Tutto questo lo sappiamo già. Ma, lo viviamo? Viviamo queste parole? Noi dimentichiamo. Perché lo sappiamo soltanto e tutto questo che sappiamo non è penetrato nella profondità del nostro essere; si è fermato sulla superficie. Come quel seme di cui Gesù parla. Se la parola di Gesù sul perdono non è penetrata profondamente nel mio essere vuol dire che io non vivo di questa parola. Se la parola “ama il tuo Dio” non è penetrata profondamente nel mio essere io non vivo di questa parola.
Io amo Dio? Io conosco questa parola, ma chiediamoci: Io amo Dio o no? Ho il tempo per Dio o no? Quando ci troviamo nella situazione di andare a Messa o poter fare qualcos’altro chiediamoci: per che cosa ci decidiamo? Chiediamoci se veramente amiamo Dio. Siamo capaci a dire: adesso spengo la tv e dedico il tempo alla preghiera? Amo Dio o no? Cosa significa Dio per me? Amo il mio prossimo o no? Io conosco questa parola, questo comandamento… Ma amo il mio prossimo, o no? Ho il tempo per il mio prossimo oppure tutto il resto è sempre più importante? Vedo tutto ciò che è positivo nel mio prossimo? Amo il prossimo?
Da tutto questo possiamo capire che noi sappiamo bene tutte queste cose, però non le viviamo. Noi uomini abbiamo portato alla perfezione la tecnica e il progresso, ma abbiamo trascurato lo spirituale. Ecco perché Maria ci risveglia. Ci risveglia dal sonno. Come Gesù ha fatto coi suoi discepoli nell’Orto degli Ulivi. Loro sono lì vicino a Lui, ma si sono addormentati. E Gesù li sveglia. Ecco: noi abbiamo bisogno di questo. Un continuo risveglio. E questo è Medjugorje.

E noi abbiamo bisogno di questo. Comprendere che io non sono soltanto un essere materiale; sono anche un essere spirituale. Non devo soltanto pulire la mia camera e il mio corpo, ma anche la mia interiorità. E non soltanto nutrire il corpo, ma anche l’anima. Non soltanto lavorare e sviluppare le cose esteriori, ma crescere anche interiormente, spiritualmente. Ecco: questa è Medjugorje.
Adesso desidero condividere un po’ le mie esperienze su Medjugorje. I messaggi della Madonna per me sono un aiuto per vivere ciò che ho saputo già. Dunque io sapevo che dovevo perdonare, ma come farlo? Io sapevo già che bisogna digiunare… La Madonna ci invita a digiunare col cuore. Ma come farlo? E perché farlo? Io conoscevo le parole di Gesù quando dice: Prendi la tua croce. Ma perché prenderla? E come? Qual è il senso della croce? La Madonna dice: La croce diventi la gioia per voi. La croce è la gioia.

Non sono forse contraddizioni? Una volta, quando avevo un conflitto con una persona, un mio amico con cui non abbiamo parlato per un paio di giorni, ho letto un libro scritto da padre Slavko Barbaric dove erano scritte le parole che la Madonna ha rivolto al gruppo di preghiera del veggente Ivan: Pregate per l’amore verso la persona che vi ha offeso. Pregate finchè non vedete tutto ciò che è positivo in quella persona. Questo mi ha aiutato a capire come perdonare. E io ho fatto così. Ho pregato così: Signore donami l’amore verso questa persona. Così ho pregato per tre giorni. Dopo tre giorni ho esperimentato la liberazione.

Dopo tre giorni ho potuto avvicinare quell’amico e stringergli la mano. In questa esperienza ho capito tante cose e da allora sempre prego così. Con le persone che mi offendono, mi feriscono, che sono pesanti per me, che non mi piacciono, prego sempre così: Signore dammi l’amore per questa persona. In questa esperienza ho capito perché Gesù ha detto: Amate i vostri nemici. Ho capito perché Gesù ha detto: Pietro devi perdonare 70 volte 7. Attraverso questo ho capito tutto: il senso del perdono.

Ho capito che perdonare è la guarigione dell’anima, la liberazione. Non dobbiamo neppure più usare la parola “perdono”, ma “guarigione”, “liberazione” dell’anima. Ho capito anche che non siamo giusti nei nostri confronti. Siamo giusti nei confronti del corpo e non siamo giusti nei confronti della nostra anima. Senza riflettere troppo andiamo subito a guarire qualsiasi ferita del corpo e dimentichiamo le ferite dell’anima. Le dimentichiamo per giorni, mesi, anni. Portiamo le ferite dentro e non siamo felici… E non c’è pace.

Non riusciamo a dialogare gli uni con gli altri… E siamo infelici. Perdonare significa proprio questo: guarire l’interiorità. Quando qualcuno mi offende, mi ferisce, nella mia interiorità comincia ad esserci l’inverno: tutto è gelido. Quindi il gelo è dentro di me. Usiamo spesso questa espressione: I nostri rapporti sono gelidi. Sono diventati freddi, ghiacciati. Sappiamo che durante l’inverno nella natura non cresce nulla.

Tutto è tranquillo, tutto è presente sotto terra, negli alberi, ma non ci sono le condizioni per la crescita: non c’è calore. Invece durante la primavera comincia ad arrivare il calore, il sole e tutto comincia a crescere e germogliare. Quando prego per l’amore, “donami Signore l’amore per la persona che mi ha offeso”, io prego per il sole, per il calore. E allora il ghiaccio dentro di me comincia a sciogliersi e dentro di me comincia a svegliarsi l’amore.

Quando qualcuno mi ferisce questa ferita chiude i miei occhi per vedere il bene che esiste nell’altro. E non vedo nulla di positivo nell’altro; vedo solo le sue negatività. Perché la ferita mi apre gli occhi per le negatività e il mio cuore diventa chiuso: cuore di pietra. Invece quando prego per l’amore i miei occhi si aprono. La Madonna dice: Pregate per l’amore finchè non vedete il positivo nell’altra persona. Prego per l’amore e i miei occhi cominciano ad aprirsi e vedo il positivo nell’altra persona e io comincio a liberarmi. Esco dal mio carcere. Divento libero. Guarisco. Divento capace di vivere la pace. Certo che su questo argomento ci sono tante domande.
Tutti dicono: Ma come faccio a perdonare qualcuno che ha commesso gravi ingiustizie nei miei confronti? Oppure: io perdono quella persona, ma lei non vuole parlare più con me. Oppure: Posso perdonare, ma non posso dimenticare. Oppure: Come faccio a perdonare il male che è stato commesso nei miei confronti? Tutte queste domande ci portano nella direzione sbagliata. Perché noi dimentichiamo che perdonare significa la guarigione della mia interiorità. E non ha nulla a che fare con l’ingiustizia. L’ingiustizia rimane ingiustizia e bisogna lottare contro. Ma io devo guarire la mia interiorità; non portare questo dentro di me. Perché questo mi pesa. Non si è più capace ad incontrare gli altri. Non c’è più pace interiore.

Oppure quando si dice: Posso perdonare, ma non posso dimenticare. Perché dimenticare? E’ contro la ragione. Non dobbiamo parlare di “dimenticare”, ma dobbiamo usare un termine diverso: “guarire i ricordi”. Come una ferita del corpo: quando guariamo rimane la cicatrice, ma non fa più male. Quando vedo la cicatrice mi ricordo: qui c’è stata una ferita, ma non mi fa più male.


Tutto questo viene insegnato nella Bibbia. Nella Bibbia è scritto tutto. Nulla è saltato. Ci sono tantissime cose importanti. Le cose terribili, ma anche questo è ottimo. Nulla è stato saltato nella Bibbia. Pietro ha rinnegato Gesù. Aveva un’immagine sbagliata di Gesù. Ma lui è guarito. San Paolo stesso dice: Io sono stato persecutore dei Cristiani. Lui non ha taciuto questo fatto. Lui metteva i Cristiani in prigione o li uccideva. Era presente alla morte di Stefano. Ma san Paolo è guarito. I suoi ricordi sono guariti. Lui ha capito: Gesù mi ama. Ecco, cari amici. Questo è il senso del perdono. Guarire dentro.

P. Marinko Sakota

     

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