Medjugorje – La storia delle apparizioni – P. Slavko
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Dopo l’arresto di Padre Jozo, la Parrocchia si ritrova senza un Parroco “ufficiale” (perché il Vescovo non ha nominato un sostituto). Si devono comunque portare avanti gli impegni pastorali, indipendentemente dalle difficoltà del contesto politico-poliziesco. Si cerca di operare, alla meglio, sotto la guida di fra Zirinco (il cappellano) e di P. Tomislav, che si offre come “amministratore parrocchiale”.
Sta per giungere, però, un altro frate che diventerà un grandissimo punto di riferimento per la Parrochia e specialmente per tutti i pellegrini che affluiranno a Medjugorje. E’ Padre Slavko Barbaric, un sacerdote di circa trentacinque anni, laureato in psicologia di gruppo in un’ importante università tedesca. Molto versato per le lingue straniere, era in grado di parlarne correntemente almeno cinque.
P. Slavko arriva a Medjugorje ai primi di gennaio del 1982, pochi mesi dopo che era stato arrestato P. Jozo. Dopo un breve saluto a fra Tomislav Vlasic, di cui era vecchio amico, va ad incontrare alcuni veggenti per una prima indagine. Dopo alcune ore ritorna in canonica,pensando di stendere i primi appunti e di riposarsi un po’, ma l’attende una spiacevole sorpresa: sul tavolo trova un biglietto che gli ha lasciato P. Vlasic. Poche parole: «Mi hanno arrestato e non so quando potrò tornare. Prepara la Messa!».
Per il povero P. Slavko è una vera e propria doccia fredda:non è mai stato in quella chiesa, è ancora “tempo di Natale”, lui non conosce il programma liturgico della Parrocchia. Che fare? Decide rapidamente di pubblicare un fascicoletto e farlo distribuire a tutti i fedeli della parrocchia, invitando i laici di buona volontà, ad organizzarsi sotto la guida della Madonna per una gestione dell’organizzazione parrocchiale. Senza il Parroco e senza tanti sacerdoti, la comunità si potrebbe bloccare. La risposta arriva puntuale: si formano subito dei gruppi che si attivano per i compiti più importanti e per i servizi essenziali.
P. Slavko celebra le sue SS. Messe e, ovviamente, tiene le necessarie omelie. Da persona accorta qual è, sa bene che ogni sua parola viene ascoltata e vagliata dalle spie del Regime e, per conseguenza, sta bene attento a misurare ogni espressione. La polizia, però, vuole intimidirlo e decide di convocarlo al Comando contestandogli, per alcune ore, di aver criticato le autorità durante una predica sull’Assunta. Alla fine, lo lasciano andare. Non altrettanto buona è la sorte di fra Ferdo Vlasic – già nel mirino della polizia – che viene arrestato con l’accusa di aver risposto sgarbatamente alla polizia e condannato ad una lunga pena detentiva.
La pressione delle autorità sulla Parrocchia è costante: non è possibile far nulla senza speciali permessi che la burocrazia rende lunghissimi e difficili. Giunta l’estate, poiché la chiesa è sempre superaffollata ed il caldo diventava insopportabile, si decide di far impiantare un sistema si ventilazione. In breve si presentano i funzionari ed elevano una pesante multa perché, a loro avviso, può essere pericoloso per il popolo. Certamente non sono queste le cose che possono fare scoraggiare i figli della Regina della Pace che, anzi, si prodigano per rendere sempre più bello il culto al Signore ad alla S. Vergine con ceri, fiori profumati, canti pieni di sentimento, musiche bellissime.
P. Slavko cerca di prodigarsi come può per l’accoglienza dei fedeli ma, intanto, è molto attento a seguire i veggenti cercando di rimanere sempre in contatto con loro e, specialmente, di essere presente quando essi hanno l’apparizione. “D’altronde, dice P. Barbaric, è pure necessario che ci sia un sacerdote con loro”. Quando non guida il rosario, partecipa comunque alla loro preghiera e, per molti anni (fino al 1987) organizza per loro dei ritiri spirituali di uno o due giorni. Spesso va a trovare Ivanka. Si rende disponibile, inoltre, per costituire un gruppo di preghiera che “accompagni” Mirjana quando ha l’apparizione della Madonna, il due di ogni mese.
P. Slavko si stabilisce ad Humac, località vicinissima a Medjugorje, che raggiunge quotidianamente. Nel 1983 riceve l’invito di occuparsi ufficialmente di Medj, per raccogliere, registrare e custodire tutto quanto avviene in questo luogo, con particolare rifer4imento ai messaggi della Madonna, la testimonianze dei pellegrini, le guarigioni miracolose, le conversioni. Riferisce, tra l’altro, che” a Medjugorje ci sono molte buone cose. Ricordo che in Venerdì Santo ho incontrato una donna, sul Krisevac, che aveva fatto la Via Crucis per nove giorni di seguito. Tutta contenta, mi dice: “Per tutti e nove giorni c’è stato il sole, solo adesso che ho finito la novena, si è messo a piovere!”
Don Manlio
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