Medjugorje – La posizione della Chiesa – 1°
Premessa
Mons. Paolo Zanic (prouncia: Scjanic) Vescovo della locale diocesi di Mostar (il quale aveva fatto seguire attentamente le vicende legate agli avvenimenti da vari sacerdoti in borghese e, infine, aveva avuto anche un colloquio personale con qualche veggente), ha dimostrato di credere fermamente alle apparizioni. Il presule recatosi personalmente a Medjugorje per la celebrazione delle Cresime nel mese di luglio, dichiara pubblicamente:
Mons. Paolo Zanic (prouncia: Scjanic) Vescovo della locale diocesi di Mostar (il quale aveva fatto seguire attentamente le vicende legate agli avvenimenti da vari sacerdoti in borghese e, infine, aveva avuto anche un colloquio personale con qualche veggente), ha dimostrato di credere fermamente alle apparizioni. Il presule recatosi personalmente a Medjugorje per la celebrazione delle Cresime nel mese di luglio, dichiara pubblicamente:
“Sono profondamente convinto che nessun ragazzo, tra quelli che dicono di aver visto la Madonna, nessuno di loro è stato istigato. Se si trattasse di un ragazzo si potrebbe dire: ha la testa dura e neppure la polizia può farci nulla. Sei innocenti, sei semplici ragazzi nel giro di mezz’ora direbbero tutto se qualcuno li avesse convinti. Nessuno dei sacerdoti, lo garantisco personalmente, ha mai avuto intenzione o fatto in modo di convincere i ragazzi… Quindi sono convinto: i ragazzi non mentono!
I ragazzi dicono esattamente quello che sentono nei loro cuori… E’ sicuro: I ragazzi non mentono.” (Omelia a Medjugorje in occasione della festa di S. Giacomo, protettore della parrocchia di Medjugorje, 25 luglio 1981). Al “Glas Koncila” (La Voce del Concilio) il giornale cattolico croato il 16 agosto 1981 dichiara: “E’ sicuro che i ragazzi non siano stati spinti da nessuno, e tanto meno dalla Chiesa, a dire bugie”. Vedendo Padre Jozo alquanto scettico, cerca di convincerlo con vari argomenti e alla fine esclama: «fidati del tuo Vescovo!». Aggiunge: «se tutto questo è di origine umana svanirà come neve al sole, ma se viene da Dio, nessuna forza potrà distruggerla».
Bisogna ricordare che nel 1981 vige il regime comunista ateo del Dittatore Tito che non crede affatto alle apparizioni ma ritiene piuttosto che sia tutta una macchinazione politica per danneggiare il regime. Comincia dunque a prendere misure repressive nei confronti dei “soggetti interessati al fato” e, ovviamente, minaccia il Vescovo. Così una sera il Vescovo Zanic si reca a Medjugorje, da P. Jozo, e gli racconta:
“Mi hanno chiamato là (al Comando i Polizia): Sono molto arrabbiati con me perché continuo a difendere Medjugorje. Mi hanno fatto una lavata di capo, per un giorno intero. Mi hanno detto che, se persisto nel mio atteggiamento, mi metteranno in prigione e sai che loro mantengo quelle promesse. Ma io non sono pronto per andare in carcere!”. Da quel giorno, le apparizioni diventano un tormento continuo per il povero Vescovo.
Ben presto il Presule viene convocato al comando di polizia, minacciato di arresto e di terribili sanzioni a carico del seminario e dei vari istituti religiosi. Per contro, se fosse rimasto tranquillo, avrebbe potuto godere di particolari vantaggi. Sta di fatto che, dopo tutto questo, il comportamento del Vescovo cambia radicalmente e, in breve, diventa palesemente ostile verso i veggenti, i frati e le apparizioni.
Il 23 marzo del 1984, Mons. Zanic, quale Vescovo di Mostar, riceve dalla S. Sede l’incarico di costituire una commissione per indagare sui fatti di Medjugorje. Il Presule, sempre più ostile alle apparizioni, sceglie attentamente i componenti tra coloro che gli appaiono più critici riguardo a tali eventi, aspettandosi evidentemente che la suddetta commissione dia un giudizio non favorevole. Il 2 maggio del 1986, Zanic presenta al Vaticano il suo giudizio negativo (”constat de non soprannaturale”) circa le apparizioni.
Per altro il Cardinale Ratzingher, allora Prefetto della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, da lungo tempo informato circa i problemi che il Vescovo aveva avuto con il Regime comunista, respinge quelle conclusioni e, dopo avere sciolto la Commissione Diocesana, affida la delicata situazione alla Conferenza Episcopale Jugoslava che provvede alla nomina di una nuova Commissione, presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Franjo Komarica, Vescovo di Banja Luka, nella Bosnia Erzegovina.
La Commissione, pur non potendo autorizzare i pellegrinaggi ufficiali, ovvero quelli guidati dai Vescovi (che, per altro, possono sempre partecipare a quelli privati, sia come guide di pellegrini che a titolo personale) concede il permesso per i pellegrinaggi privati, vale a dire con un Capo gruppo laico. Lo stesso presidente della Commissione, il Cardinale Komarica, si reca personalmente a Medjugorje e, insieme a numerosissimi pellegrini, presiede la Celebrazione Eucaristica.
Nel corso dell’omelia, informa che la Commissione riconosce i meravigliosi frutti di Medjugorje ed informa che altri Vescovi della Commissione sarebbero venuti a Medjugorje. In un successivo capitolo tratteremo diffusamente la posizione dei vescovi e Cardinali, del Papa e della Congregazione in merito ai fatti, che, in verità, si presenta tutt’altro che negativa. “Al momento non è ancora possibile dichiarare la soprannaturalità degli eventi” . (Sulla base del Diritto Canonico che prevede che fin quando perdurano Apparizioni o altri fatti straordinari, non è possibile pronunciarsi).
Per quanto concerne il soprannaturale abbiamo detto che non siamo ancora in grado di pronunciarci affermativamente … , perciò lasciamo che questo aspetto sia oggetto di ulteriore accertamento. La Chiesa non ha fretta (Glas Koncilia, agosto 1991)».
(Continua)
Don Manlio
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