Medjugorje – Guarigioni straordinarie – Il caso di Ravenna
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Durante una delle periodiche riunioni di consultazione della nostra equipe medica con l’A.R.PA., fummo raggiunti da una telefonata inaspettata. Chi ci chiamava era il teologo mariologo francese Rene Laurentin per segnalarci un probabile caso di guarigione straordinaria avvenuto qualche mese innanzi proprio a Medjugorje. Si trattava, secondo le sue informazioni, della signora Bruna B. di Ravenna affetta da tempo da una malattia incurabile delle linfoghiandole.
Qualche giorno dopo, il 16 maggio 1985 eravamo già in Romagna e appurammo che i primi segni della malattia, a detta dell’interessata, erano iniziati nel 1978: astenia, dimagramento, afonia, adenomegalia indirizzarono i medici verso la diagnosi di toxoplasmosi.Solo dopo quattro anni, non beneficando in nessun modo della terapia, un ulteriore consulto, questa volta presso il Centro Tumori di Milano chiarì il dilemma: si trattava in realtà, purtroppo, di un Linfoma non-Hodgkin di tipo linfocitico e linfoblastico al IV stadio con invasione retroperitoneale.
La nuova diagnosi non dava adito ad illusioni. La prognosi era severissima e ogni cura puramente palliativa. La signora non disarmò: iniziò ugualmente la chemioterapia e moltiplicò le sue preghiere a Dio per intercessione della Vergine Santa.Era in questo atteggiamento di fede e di fiducia illimitata, quando seppe delle apparizioni della Madonna in Jugoslavia e decise di partire con un piccolo pulmino di Forlì diretto in Bosnia-Erzegovina.
Giunsero a Medjugorje il pomeriggio del giorno seguente, appena in tempo per le funzioni serali e poiché desiderava entrare nella stanzetta delle Apparizioni, si avvicinò alla porta, nonostante una moltitudine di persone gremisse l’ambone.Quando capi che il Francescano addetto al buon ordine, desiderava allontanare i fedeli dalla balaustra pregò tra sé e disse: «Madonnina, se non è possibile entrare permettimi almeno di rimanere qui accanto alla porta, così sarò più vicina a Te, quando Tu verrai». Mentre ancora stava pensando a queste cose si sentì spinta violentemente dentro la cameretta: si voltò immediatamente per vedere chi, così, in malo modo, l’avesse trascinata e, con sua somma meraviglia, non vide assolutamente nessuno.
Frastornata e commossa per questo fatto inconsueto, assistette all’estasi dei veggenti pregando intensamente per tutti i malati presenti e per tutti i sofferenti che aveva lasciato in Italia.Tornò poi, nella navata principale della Chiesa per partecipare alla S. Messa. Il giorno due giovani le proposero di raggiungere la collina del Podbrdo, ove erano avvenute le prime Apparizioni. Sebbene stanca, accettò. Mentre salivano, lei si sentì chiamare: «Bruna, Bruna». Si voltò di scatto… era Marija Pavlovic che sorridente, con le braccia allargate la chiamava.
Le corse incontro e ricevette un forte abbraccio. Quindi Marja disse: “La Beata Vergine non solo mi ha parlato di te ma mi ha permesso di vedere il tuo volto accanto al Suo. Mi ha incaricato inoltre di invitarti a non pregare solo per gli altri ma anche per te: per la tua guarigione. Tu hai due figli, tu devi vivere, non devi morire… questa sera io pregherò la Nostra Mamma Celeste particolarmente per te, per la tua salute. Prega per i Sacerdoti, prega per la Chiesa, prega molto, prega molto”.
Al rientro in Italia, sottoposta a numerosi esami medici, questi confermarono la regressione della malattia di base e la donna riprese la sua attività lavorativa quotidiana. Le Ad un successivo controllo linfografico e radiologico (TAC) persisteva unicamente un linfonodo toracico retroaortico ancora lievemente ingrandito che scomparve sei mesi più tardi.A due anni di distanza la signora Bruna B. di Ravenna è in remissione totale per ciò che riguarda la patologia neoplastica di cui era affetta pur esitando, quale strascico della chemioterapia, una modesta cardiotossicità da Adriblastina corretta con terapia digitalica.
Dott. Giacomo Mattalia
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