Medjugorje – Guarigioni straordinarie
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La signora Diana Basile, Milanese di circa 32 anni, è sposata e madre di figli. Nel 1972 si ammala di una grave forma di sclerosi multipla. La sua condizione clinica è molto degenerativa per cui, nel giro di una dozzina di anni, perde l’uso delle gambe e dell’occhio destro. A questi danni si aggiungono molte altre complicanze.
La donna chiede essere portata a Medjugorje. Vi giunge il 23 maggio 1984 e, sostenuta da due persone che l’aiutano a salire le scale della chiesa, viene condotta nella cappella delle apparizioni. Appena entrata si mette subito in ginocchio ed inizia a pregare con un fervore grandissimo ed una forte speranza nel cuore.
Giungono i veggenti ed ha inizio la preghiera. Quando appare la Madonna, Diana avverte un gran rumore e si sente come folgorata. Prova una pace e una gioia immensa. Terminata l’apparizione si alza da sola, sotto gli occhi sbalorditi di chi l’ha accompagnata e comincia a camminare con disinvoltura, anche perchè ha riacquistato perfettamente la vista. Tutti i presenti l’abbracciano e la baciano e possono constatare che anche la brutta dermatosi che l’affliggeva è scomparsa.
Il prof. Spaziante che l’aveva seguita clinicamente afferma con stupore: «La malattia lunga e grave, resistente ad ogni cura, è svanita improvvisamente ed è scientificamente inspiegabile il fatto che fasci di fibre nervose che si collegano a miliardi di neuroni danneggiati possano ripristinarsi istantaneamente».
La Sig.a Basile ha detto: «Mentre accadono queste cose, dentro nasce qualcosa che dà la gioia… è difficile da spiegare con le parole. Se trovassi qualcuno con la mia stessa malattia di prima, piangerei perché è difficile comunicare che dentro bisogna essere veri, che non siamo fatti solo di carne, noi siamo di Dio, noi facciamo parte di Dio. E’ difficile accettare noi stessi più della malattia.
La sclerosi a placche mi ha colpito a 30 anni, nel fiore dell’età, con due bambini piccoli. Ero svuotata dentro. Io direi a un altro con la stessa malattia: vai a Medjugorje. Io non avevo speranze ma dicevo: se Dio vuole così, mi accetto così. Dio però deve pensare ai miei figli. Mi faceva soffrire il pensiero che altri dovevano fare le cose che dovevo fare io.In casa mia ora tutti sono felici, i figli e anche il marito che era praticamente ateo. Però ha detto: dobbiamo andare là a ringraziare».
Questa guarigione è stata verificata e ufficialmente registrata dal Bureau Medical.
Don Manlio
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