Medjugorje – Commento al messaggio del 25 dicembre 2013
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“Cari figli! Vi porto il Re della pace perché Lui vi dia la Sua pace. Voi, figlioli, pregate, pregate, pregate. Il frutto della preghiera si vedrà sui volti delle persone che si sono decise per Dio e per il Suo Regno. Io con il mio figlio Gesù vi benedico tutti con la benedizione della pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
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A Natale, la Madonna è apparsa ai veggenti tenendo fra le braccia il Bambino Gesù, il Santo Verbo di Dio incarnatosi nell’uomo per indicarci la via della salvezza. Lei presenta ed offre Gesù, il re della pace, perché Egli stesso possa donarci la sua pace, la vera pace, ben diversa dalla falsa tranquillità che possiamo trovare nella nostra vita mondana, pace che non regge perché basta un problema che si viene a creare e subito ci sembra che tutto crolli.
La pace è un prezioso dono di Dio ma bisogna lottare per conservarla. Lottare opponendo la fede, le opere sante e la preghiera all’avanzante onda maligna che tutto vorrebbe sconvolgere.
Dovremmo già avere pienamente compreso che i cosiddetti “lontani” sono privi degli ideali che possono arricchire l’uomo; lo spirito religioso, il rispetto per i diritti degli altri, lo spirito di sacrificio, la dedizione alla famiglia, … sono valori “superati”. Per altro, i cosiddetti “vicini”, spesso, vivono un cristianesimo, ritagliato su misura, in base alle proprie esigenze religiose. La Regina della pace si rivolge quindi in modo particolare a coloro che, avendone fatto l’esperienza, vivono la spiritualità medjugorjana. Ella raccomanda di rileggere tutti i suoi messaggi, in modo da adeguare il proprio stile di vita ai suoi insegnamenti.
Il reiterato invito “pregate, pregate, pregate” è un segno che neppure la maggior parte dei “cattolici praticanti” ha ben compreso l’importanza della preghiera come dialogo incessante con Dio. Ci si limita alla corona di cinque poste e a qualche altra devozione, mentre la nostra anima ha sete di Dio. Quel Gesù che la Madonna ci ha presentato, pregava incessantemente il Padre che è nei cieli, di giorno come – e specialmente – di notte. La preghiera era il suo cibo (“Io ho un cibo che voi non conoscete”).
Dedichiamoci, dunque, alla preghiera-colloquio con Dio. “vediamolo” accanto a noi e parliamogli come si parlerebbe con l’amico più intimo, esprimiamogli i nostri pensieri, gli stati d’animo del momento, i progetti, i desideri, le preoccupazioni, … Tutto quanto, insomma. Sarà l’inizio di un’esperienza bellissima.
Ricordiamo poi che la preghiera – e specialmente il Rosario – è il mezzo efficacissimo con cui potremo ottenere la conversione di molte anime che, diversamente, si perderanno, è l’arma potente “con cui si potranno fermare anche le guerre”. E oggi le guerre imperversano in molti cuori, in molte case, in ogni punto del pianeta,
Tenendo presente tutto ciò, non potremo più fare a meno di pregare così come ci chiede la Madre e, continuando a pregare, i frutti della nostra vita di preghiera diventeranno visibili a tutti perché la pace, la letizia, la luce celeste traspariranno dai nostri volti e diventeremo testimoni della presenza di Cristo in mezzo al suo popolo.
La benedizione di Maria e del Santissimo Figlio suo ci accompagni sempre.
Don Manlio
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