Meditiamo sui contenuti dei messaggi della Regina della pace
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Cari amici, adesso vi invito a meditare un po’ su Medjugorje; a meditare su ciò a cui ci invita la Madonna qui. Per me personalmente Medjugorje è un risveglio. La Madonna ci sta svegliando. Questo significa che noi stiamo dormendo. Noi sappiamo tante cose, ma non le mettiamo in pratica. La Madonna ci risveglia e ci invita alla conversione. Allora scopo di tutto è la pace. Questo è il primo invito della Madonna. Tutto ciò a cui Lei ci guida deve portare alla pace.
La Madonna ci risveglia da una dimenticanza, perché noi dimentichiamo. Ciascuno di noi conosce la Bibbia, il Nuovo Testamento, questa è la Parola di Gesù, ma noi dimentichiamo. E’ perché queste parole non sono entrate nel profondo del nostro essere. La Madonna qui ci insegna come far entrare le parole di Gesù nel profondo del nostro essere. Noi ascoltiamo le parole di Gesù, ma avviene qualcosa di cui Gesù ci aveva avvertiti. Le parole cadono, perché le ascoltiamo, come quel seme che cade sulla terra. Se il seme non entra nella terra non c’è il processo e non ci sono i frutti. Così anche le parole: se non entrano nel profondo del nostro essere non avviene il processo necessario e non portano i frutti.
Allora abbiamo due momenti a Medjugorje: il risveglio e la scuola. Scuola dove la Madonna ci insegna. In un messaggio Lei ci ha detto: “Voglio insegnarvi come amare”. Io direi che la Madonna ci insegna come vivere, perché noi non sappiamo vivere. Noi viviamo solo una parte del nostro essere. L’immagine che può rappresentare questa situazione: viviamo come se fossimo sempre su un piede soltanto. Quando siamo su un piede siamo instabili. Viviamo solo all’esterno. Noi curiamo solo l’esterno del corpo e le cose materiali, dimenticando l’interiorità: l’anima e il cuore. E lì sbagliamo. Perciò la Madonna dice: “Operate sui vostri cuori come operate nei campi”. Allora, è importante il lavoro sul cuore.
La cura dell’aspetto esteriore del corpo è molto importante, ma il nostro interiore è ancora più importante. Tutto dipende dal nostro interiore. I nostri rapporti interumani dipendono dal nostro interiore. La felicità dipende dal nostro interiore. Il nostro rapporto con le cose difficili della vita, come la croce, dipende dal nostro interiore. Dipendono da me. Com’è la situazione dentro di me? Allora: se importante è l’igiene del corpo, ancora più importante è l’igiene dell’anima. Per esempio: la mano, che è una cosa esterna, si muove dal di dentro. Io non posso darti la mano se questo non lo vuole il mio cuore. Io non posso salutarti se questo non vuole farlo il mio cuore.
Non posso parlare con te, non posso parlarti, non posso perdonarti se questo non lo vuole il mio cuore. Il mio modo di vedere non nasce qui, ma nasce nel mio cuore. Perché tu sei una persona come ti vedo adesso? Perché sei una persona brava o cattiva? Positiva o negativa? Perché io ti sto verniciando di quel colore. Perché il mio modo di vedere nasce nel mio interiore: nell’amore o nell’odio; nell’invidia, nella gelosia; nei sentimenti negativi o nei sentimenti positivi. Io ti guardo attraverso questo. Allora lì nasce il mio modo di vedere. Quante cose influenzano il nostro modo di vedere. Quando sentiamo qualcosa di negativo di una persona, questo appesantisce il mio modo di vedere; questo oscura i miei occhi e il mio modo di vederla. Io so, per esempio, che una persona mi ha detto qualcosa di negativo riguardo ad una terza persona, e io incontro quest’ultima, il mio modo di vederla sarà appesantito. Ci vuole tanto sforzo per liberarsi da ciò.
Mi ricordo che un ragazzo che era entrato nel Cenacolo per disintossicarsi dalla droga raccontava che un giorno, rimasto senza i soldi per comperarsi la dose, si è ricordato di sua madre. Sua madre in quel momento si trovava in ospedale. E’ andato in ospedale; si è ricordato di quella catenina d’oro che aveva; gliela ha presa, se ne è andato via e ha comperato la droga. Lui in quella donna non ha visto sua madre, perché la sua vista era oscurata. Guardate come il nostro modo di vedere dipende dal nostro interiore.
Le nostre parole non nascono qui, ma nascono nel nostro interiore: nell’amore, nell’odio, nella pazienza, nel nervoso. La parola è così come è il mio cuore. Così qualche volta pronuncio qualche parola che offende il mio prossimo. Oppure dico una parola che inalza o rafforza quella persona. Per esempio il rapporto con la croce. Dipende dal nostro interiore. Potete immaginare che il peso della croce dipende da me. Perché se accetto la croce il peso diminuisce. Se non accetto la croce il peso rimane come prima o magari può anche aumentare. Perciò Gesù dice: “Prendi la croce”. Non dice solo “porta la croce”; dice “prendi la croce”. Accetta la croce. Abbraccia la croce.
Gesù non solo ha portato la croce. Come se gliela avessero messa sulle spalle e Lui l’avesse portata sul Calvario. No, perché Lui non l’ha portata in modo passivo. Il modo in cui ha portato la croce dipende dall’Orto degli Ulivi. Qui ha accettato la croce da dentro. “Padre voglio compiere la Tua Volontà. Voglio accettare tutto quello che avviene”. Gesù era disposto. Completamente in pace. Disposto ad accettare la croce. E Gesù prende la croce.
Perciò noi nella Messa, nel momento della trasformazione, nella seconda preghiera Eucaristica, diciamo: “Quando volontariamente prese la croce”. Volontariamente. Perché Gesù ha preso la croce. Perché è importante questo? Perché quando accetto e prendo la croce il peso diminuisce. La croce non è più così pesante e cambia il senso. La cosa importante è capire il senso della croce. Gesù da il senso alla croce. Perciò san Paolo dice: “Per i pagani la croce è scandalo invece per noi è la salvezza”. Perché Gesù ha dato senso alla croce. E’ avvenuta la trasformazione attraverso di Lui. Gesù fa questo con amore. CONTINUA
Padre Marinko Sakota
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