Meditazioni per un giorno – 31 marzo – 214° giorno
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MARIA ASSUNTA IN CIELO
E’ ACCANTO A GESÙ’ RISORTO
Il Concilio afferma: “L’Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale Regina dell’universo perché fosse più pienamente conformata col Figlio SUO” (Lumen g. 59). La festa dell’Assunta è la pasqua mariana: “L’Assunzione è per Maria quello che la Pasqua è nel il mistero di Gesù” (Card, Pironio).
Maria fu sempre accanto al suo Figlio sulla terra: l’ha portato per nove mesi nel suo grembo, l’ha sempre avuto accanto a sé nella casa di Nazareth per trentanni e, sul calvario, è rimasta ai piedi della croce ove Gesù agonizzava e ha unito le sue strazianti sofferenze agli atroci dolori di Gesù, per collaborare, in dipendenza da Lui, alla salvezza delle anime. La Vergine, perciò, doveva essere accanto al Figlio, in anima e corpo, anche nella felicità del Cielo.
S. Antonio di Padova commentando la frase del profeta Isaia: “Io glorificherò il luogo dove ho posto i miei piedi”, scrive: “II luogo dove pose i piedi il Signore fu la Beata Vergine, dalla quale prese corpo u-mano, e questo luogo Egli l’ha glorificato quando essa venne esaltata sopra il coro degli angeli, assunta in cielo anche con il corpo. Con la sua Assunzione al cielo Maria non ci ha abbandonato, ma è diventata vicinissima a noi, poiché sono crollati per lei tutti i limiti di tempo e di spazio. Ci vede e ci segue in ogni istante!
Esempio. Una madre salva sua figlia nutrendola col proprio sangue. Terribile fu, nel 1988, il terremoto in Armenia, con migliaia di morti. Dopo 10 giorni fu liberata dalle macerie una mamma con la sua piccola figlia. La bimba era ancora viva. Sua mamma l’aveva nutrita, goccia dopo goccia, con il proprio sangue che usciva dalle ferite.
La Madre celeste Maria, ci esorta a nutrirci spesso del Corpo e del Sangue del suo Figlio Gesù per non morire alla vita della grazia onde essere felici per sempre nella patria celeste ove Lei ci attende e ove (dice S. Agostino) “riposeremo e vedremo; vedremo e ameremo; ameremo e loderemo. Ecco ciò che, alla fine, sarà senza fine” (Decivit. 20,30).
P. Crispino Lanzi
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