Meditazioni per un anno – 9 febbraio – 177° giorno
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CHIESA: E’ NOSTRA MADRE.
ASCOLTIAMOLA! AMIAMOLA!
1 – La Chiesa è nostra Madre. Gioiamo per il grande dono che Gesù ci ha fatto istituendo la Chiesa come nostra Madre, la quale, dopo averci generati alla vita della grazia, dolcemente ci porta tra le sue braccia in questo nostro pellegrinaggio sulla terra, ci nutre con il suo latte costituito dalla S. Messa, dai Sacramenti, dalla predicazione, dai sacramentali, dai conforti religiosi in vita e in punto di morte, per depositarci, un giorno, tra le braccia del Padre celeste per sempre.
“Benedetta sia la Chiesa che ci ha generati a una vita più preziosa ancora di quella che noi riceviamo dai nostri genitori, questa Chiesa che illumina per noi la vita e la morte e che ci insegna che anche nelle ore più dure, Dio non pesa mai su di noi se non con il peso del suo amore” (Card. Journet).
2 – Ascoltiamo la Chiesa! S. Agostino afferma: “Non crederei neppure al Vangelo se la Chiesa cattolica non me lo dicesse” (Centra Man. 5,6). “Avrai tanto di Spirito S. quanto amore avrai alla Chiesa”. Don Orione scrive: “Vi raccomando di stare e di vivere sempre u-mili e piccoli ai piedi della Chiesa, come bambini, con piena adesione di mente, di cuore e di opere”.
Facciamo nostro il proposito di Bernanos: “Io voglio stare nella Chiesa e, se un giorno mi si scacciasse, io vi tornerei subito a piedi nudi, con la corda al collo e le ceneri sul capo”. Soggiunge che non si riforma la Chiesa uscendo dalla Chiesa, come ha fatto Luterò, Pietro Valdo e gli altri eretici, lacerandola orribilmente; mentre S. Francesco, S. Domenico e milioni di Santi, rimanendo nella Chiesa, l’hanno molto migliorata. “Si riforma la Chiesa soffrendo per lei; si riformano i vizi della Chiesa solo praticando l’esercizio delle virtù eroiche”.
3 – Amiamo la Chiesa! Fratello, sorella, possa tu ripetere, al termine della tua vita, le parole del grande convertito e celebre filosofo Cabrici Marcel: “Mi glorio di essere entrato nel seno di quella Madre Chiesa che ho servito con devozione filiale, con amore e con miracolosa felicità” (dal Diario).
P. Crispino Lanzi
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