Meditazioni per un anno – 9 dicembre – 129° giorno
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EUCARESTIA-COMUNIONE
A VOLTE È L’UNICO SOSTEGNO
È indescrivibile il conforto e la gioia che ci può dare Gesù, mediante la Comunione, in certi momenti terribili. Ecco due esempi: II P. Alegiani, nobile figura di Cappellano militare in Russia, nell’ultima guerra mondiale, gettato dai marxisti, per il loro odio a Dio, in una prigione di poco più di un metro per lato, conservò le 0stie Sante per sette anni, comunicandosi con un piccolo pezzettino di esse, in un primo tempo ogni giorno, poi, una volta alla settimana.
Così ha avuto la forza per non impazzire e per sopportare serenamente, per amore di Dio, l’orribile prigionia, vissuta da solo e senza poter mai scambiare una parola con nessuno. Il Servo di Dio Don Carlo Gnocchi e Don Carlo Chiavazza, Cappellani militari sul fronte russo, si incontrano, per caso, durante la terribile ritirata di oltre 700 Km. per uscire dalla Russia.
Passano una notte insieme; l’uno racconta all’altro spaventose avventure e orribili fatti visti e vissuti. Si ritengono vivi per miracolo. Ricordano il camminare, camminare, camminare, inseguiti dall’esercito nemico, tra bufere di neve, con freddo polare, per non rimanere prigionieri, per non morire congelati, per ritornare alle loro case.
Dormono per qualche ora, poi, mentre ufficiali e soldati sono immersi in un sonno profondo, Don Gnocchi dice a Don Chiavazza: “Vuoi fare la Comunione?” Questi con grande stupore esclama “Come? Hai con te il Santissimo?” Ecco la risposta: “L’ho sempre portato con me, e ne rimane solo un piccolo frammento, ma per noi due basta”.
Mons. Chiavazza scrive: “Don Gnocchi portava il Cristo con sé, nella teca d’oro, sul petto, come un’arma, come un trofeo, come l’oggetto più prezioso del mondo. Recitammo qualche preghiera. Il frammento di Ostia, deposto sulle nostre lingue martoriate dalla sete… era il Cristo dei sofferenti e degli eroi, dei deboli e dei forti… che sfolgorava nelle nostre anime come improvvisa luce…
Ai nostri corpi, preda dei pidocchi, e con gli abiti a brandelli, al nostro cuore paurosamente provato, il Redentore portava l’augurio e la realtà più sconvolgente: “Io vi ho amati e resterò con voi sempre” (cf. Avvenire n-7-80).
P. Crispino Lanzi
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