Meditazioni per un anno – 7 novembre – 98° giorno
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GESÙ CROCIFISSO
QUANTO HA SOFFERTO!
Per salvarci non era necessario per Gesù la Croce, i chiodi, l’agonia, una morte così straziante; era sufficiente un sospiro del suo cuore che avrebbe avuto un valore infinito per la redenzione.
È stata la pazzia del suo amore a spingerlo a soffrire così tanto. Nella chiesa dei Cappuccini di Faenza (Ravenna) c’è molta devozione a un’antica immagine del Crocifisso. Ebbe inizio dal seguente fatto storico. Frate Battista Castellini (1496-1562), venerato dal popolo con il nome di B. Battistone, già soldato di ventura e poi generale di Francesco Della Rovere, si convertì partecipando a una predicazione del P. Bernardino da Siena ed entrò nell’Ordine dei Cappuccini. Dimorando a Faenza, per espiare i suoi peccati, si diede ad aspre penitenze.
I Superiori, allo scopo santo di aiutarlo nell’acquisto dell’umiltà e delle altre virtù, a volte lo correggevano anche quando non c’era bisogno, come si usava a quei tempi. Un giorno, ripreso dal Superiore, nello sforzo di dominare se stesso per non scusarsi e per non spazientirsi, gli si ruppe una vena nel petto e sgorgò tanto sangue dalla bocca. Lui si chiuse la bocca con le mani e corse a prostrarsi davanti all’immagine del Crocifisso.
Ivi, stendendo le mani piene di sangue, esclamò: “Vedi, o Gesù, quanto soffro per Te?” Il Crocifisso aprì le labbra, staccò la mano destra dalla Croce e indicò la ferita sanguinante del costato dicendo: “Guarda, o Battista, quanto ho sofferto per te!” Era presente, quale testimone oculare, il P. Costantino da Modigliana. Da allora, il culto al Crocifisso si estese rapidamente. Ancor oggi è molto intenso. Ogni giorno accorrono tanti fedeli per implorare grazie e benedizioni.
Pascal afferma: “Gesù è in agonia sino alla fine del mondo”. E in questo frattempo ripete a ciascuno di noi ciò che disse a Frate Battista: “Guarda quanto ho sofferto per te!”Belle le parole di S. Chiara d’Assisi alla Clarissa S. Agnese di Praga: “Guarda, o nobilissima regina, lo Sposo tuo, il più bello tra gli uomini, divenuto, per la tua salvezza, il più vile degli uomini, disprezzato e percosso … Se con Lui soffrirai, con Lui regnerai; se con Lui piangerai, con Lui godrai… e possederai con Lui le celesti dimore” (Lettera 2a).
P. Crispino Lanzi
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