Meditazioni per un anno – 340° giorno
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CONSIGLI EVANGELICI
Ogni cristiano ha il dovere e la gioia di osservare i Comandamenti di Dio poiché essi costituiscono la via unica e necessaria a percorrersi per conquistare il paradiso, come il Vangelo afferma: “Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? Egli rispose…: Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti” (Matteo, 19,16s).
Chi desidera vivere più intimamente con Gesù è esortato a praticare i tre consigli evangelici di perfezione, conforme all’invito del Salvatore: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi” (Matteo 19,21). Segui Gesù imitandone l’obbedienza, la povertà, la castità.
Il Concilio dice: “I consigli evangelici della castità consacrata a Dio, della povertà e dell’obbedienza, essendo fondati sulle parole e sugli esempi del Signore e raccomandati dagli Apostoli, dai Padri e dai Dottori e pastori della Chiesa, sono un dono divino che la Chiesa ha ricevuto dal SUO Signore” (Lumen gentium, 43).
La via dei Consigli Evangelici è chiamata “via della perfezione” e chi la percorre è nello “stato della perfezione”. Tuttavia si tratta di perfezione non acquisita, ma da acquisire. Infatti i Consacrati “si riconoscono peccatori, ma si sentono chiamati più espressamente a tendere verso la perfezione che consiste essenzialmente nella carità” (Giovanni Paolo n, 9-H-94), nell’amore a Dio e ai fratelli. L’amore tutto vince.
Anche i cristiani che non emettono i voti sono chiamati a praticare, secondo il loro stato, le virtù proprie dei Consigli evangelici: povertà, castità e obbedienza. Infatti pure loro devono tendere alla perfezione, alla santità, e quindi devono assolutamente vincere, con le suddette virtù, le tre belve, di memoria dantesca, la lonza o pantera, la lupa e il leone.
Essi, così, potranno superare vittoriosamente i tre più grandi e terribili ostacoli alla salvezza eterna (raffigurati in quelle belve): “la concupiscenza della carne o impurità, la concupiscenza degli occhi o ingordigia delle ricchezze e la superbia della vita” (1 gv. 2,10). Sono queste le belve che tutti dobbiamo vincere sulla terra, in “questa selva selvaggia ed aspra e forte” (Dante, “inferno” 1,5) per conquistare il cielo.
P. Crispino Lanzi
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